Da Lampedusa una croce con il legno dei barconi
La popolazione di Lampedusa ha una forte tradizione di accoglienza verso gli immigrati che giungono nell'isola. Anche durante l'emergenza delle scorse settimane, con le ripetute ondate di sbarchi di migliaia di persone provenienti soprattutto dal Nord Africa, molti abitanti hanno aperto le loro case per far dormire quanti non avevano riparo. Lo riferisce monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento -- diocesi alla quale appartiene Lampedusa -- presente all'udienza generale. L'arcivescovo, che ha trascorso la Pasqua nell'isola, ribadisce che, nonostante allarmismi e incomprensioni spesso enfatizzati oltremisura dai media, «gli abitanti sono da sempre solidali verso chi è nel bisogno».
Gli fanno eco il parroco e il vice parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi e don Vincent Mwagala, i quali sottolineano che anche la parrocchia di San Gerlando ha messo a disposizione degli immigrati alcuni dei suoi locali, offrendo in particolare la possibilità di usare le docce e di dormire sotto un tetto. I parrocchiani, in piccoli gruppi, si sono alternati nel portare coperte e generi di prima necessità a quanti approdavano. La loro presenza all'udienza generale -- dicono -- vuole essere un appello al Papa perché non li lasci soli e preghi per loro. Al Pontefice hanno regalato una croce realizzata da Franco Tuccio con il legno dei barconi giunti a Lampedusa dal Nord Africa. In vista della prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, il sacerdote del Benin don Ulrich Cyrille Miyigbena ha presentato al Papa i tre volumi della pubblicazione da lui curata dal titolo Giovanni Paolo II parla ai giovani, in uscita per la Libreria Editrice Vaticana. Si tratta della raccolta di tutti i discorsi di Papa Wojtyła ai giovani riprodotti in lingua originale.
(©L'Osservatore Romano 28 aprile 2011)
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