Su segnalazione di Sonny leggiamo il seguente articolo. Poi commentiamo.
R.
I vaticanisti raccontano la Chiesa
di Massimo Donaddio
Una prospettiva semplice e allo stesso tempo originale. È quella scelta dai giornalisti di Rai Vaticano Rodolfo Lorenzoni e Ferdinando Tarsitani per illustrare la Chiesa cattolica nel suo momento attuale, attraverso la voce dei principali vaticanisti, ossia di coloro – tra i professionisti dei media – che quotidianamente seguono le vicende del papa, della Santa Sede, delle varie Chiese e, sempre più spesso, del mondo religioso nel suo complesso. Il condensato di questa prospettiva, che è insieme descrizione e analisi della cattolicità ma anche riflessione sul mondo dell'informazione religiosa, è il libro La Chiesa di carta, pubblicato dalle edizioni Paoline con l'autorevole presentazione dell'ex portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls.
Trentadue interviste ad altrettanti professionisti della comunicazione che raccontano la loro esperienza tra i Sacri Palazzi, a colloquio con cardinali e monsignori, cercando di decifrare e mettere a disposizione di lettori e telespettatori un mondo antico eppure sempre ricco di interesse come quello rappresentato dalla Chiesa romana, passato attraverso l'onda d'urto del pontificato "mediatico" di Giovanni Paolo II e oggi guidato da Joseph Ratzinger, papa della parola e della riflessione teologica.
Spesso curiosi e interessanti i racconti degli inviati al seguito dei pontefici raccolti nel libro, nel segno di quella "complicità" con gli operatori dei media che Navarro-Valls ricorda come cifra distintiva del papato di Karol Wojtyla, l'uomo che con i suoi gesti-simbolo ha riportato la religione sulla scena pubblica mondiale. Le domande di Lorenzoni e Tarsitani ai vaticanisti sono a tutto campo e non risparmiano anche gli argomenti più scottanti e critici per la Chiesa di oggi: dalla questione della pedofilia al (presunto) interventismo delle gerarchie sulla scena politica italiana, fino allo "scomodo" confronto tra lo stile di papa Benedetto XVI e quello del suo predecessore, ormai nuova icona della santità del cattolicesimo romano.
Molto del libro, però, è dedicato ai racconti personali dei vaticanisti a contatto con i pontefici: dalle chiacchierate sui voli intercontinentali (abitudine inventata da Wojtyla), all'interessamento dei papi per il lato professionale e umano del lavoro giornalistico, ai colloqui privati con i cronisti e le loro famiglie.
Due generazioni di giornalisti sono comprese in questo libro: quella emersa dopo il Concilio Vaticano II e che ha avuto nel racconto del pontificato di papa Wojtyla il suo momento di gloria e di massima potenzialità espressiva e quella dei vaticanisti oggi quarantenni che hanno cominciato a lavorare negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo (quelli segnati dalla malattia) e stanno seguendo oggi la missione di Benedetto XVI. Tutti concordano nel raccontare come il mestiere del vaticanista presuma strumenti culturali adeguati e di alto profilo per comprendere e comunicare un'istituzione complessa e antichissima come la Chiesa cattolica e vedono come fondamentale che il ruolo del professionista dell'informazione religiosa si apra sempre più alle altre fedi, le quali entrano sempre più in contatto (anche a causa dei flussi migratori) con il tradizionale cattolicesimo italiano.
Infine non può mancare uno sguardo sul momento storico in cui si dibatte la Chiesa cattolica oggi sotto il pontificato di Joseph Ratzinger, papa professore che per alcuni vaticanisti è arduo raccontare al pubblico, dato che non punta sulla gestualità e non fa uso di slogan, ma affida tutto il suo messaggio alla razionalità e allo stile della comunicazione religiosa tradizionale, fatta soprattutto di scritti e di omelie; certo, un papa profondo e mai banale, ma che punta all'essenziale del messaggio della fede, al senso religioso, e che solo su questo terreno vuole essere inteso dai fedeli. Un papa che parla ai cattolici con il linguaggio pastorale della Chiesa di sempre, a costo di sembrare mediaticamente debole e vulnerabile – commenta la vaticanista dell'Ansa Elisa Pinna - quando si scatenano tempeste come quella riguardante la pedofilia.
Un uomo, papa Ratzinger, che però, a dispetto della sua immagine ufficiale e stereotipata, mostra nei colloqui privati tutta la sua delicatezza e la sua affabilità - riferiscono i giornalisti che lo hanno conosciuto da vicino - e soprattutto la sua sobrietà ed essenzialità. Apprezzato il suo ruolo nella gestione dello scandalo-pedofilia: secondo l'esperto del Corriere della Sera, Gianguido Vecchi, la Chiesa ha subìto una campagna di stampa avversa ma sconta anche gli errori di una gestione passata poco o per nulla efficace dell'emergenza.
«Credo però che ormai si sia imparata la lezione della trasparenza – dice Vecchi – e d'ora in poi, quando ci saranno casi del genere, verranno affrontati alla luce del sole».
Rodolfo Lorenzoni – Ferdinando Tarsitani
La Chiesa di carta. I vaticanisti raccontano
Edizioni Paoline, 171 pagg., 14 euro
© Copyright Il Sole 24 Ore, 27 aprile 2011 consultabile online anche qui.
Sempre i soliti luoghi comuni, gli stereotipi, le frasi fatte.
Si', Benedetto XVI e' una gran brava persona, ma il suo messaggio (che e' poi il Messaggio di Cristo, ricordiamolo!) e' difficile da ridurre a slogan e allora vai con lo stereotipo. Tanto chi glielo toglie piu'?
Definire il Papa mediaticamente debole di fronte allo scandalo pedofilia e' grave oltre che ingiusto soprattutto perche' i vaticanisti sanno perfettamente com'e' andata.
Ottimo Vecchi e complimenti per la sua onesta'.
R.
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11 commenti:
Invece accostare ogni due minuti come fai tu Benedetto alla lotta contro la pedofilia (la ramazza di Dio) non è uno stereotipo??
Gira e rigira sempre lì torni, ma Così rischia di essere ricordato e considerato solo per quello...
Beh, non sarebbe una cosa da poco, anzi!
R.
E' il classico problema di una persona che è talmente avanti, rispetto agli altri, da aver già fatto tutte le curve. La maggior parte delle persone che lo commentano sono ancora lì a sfiancarsi sul gran premio della montagna, con il rapporto sbagliato e pedalando a vuoto. Benedetto invece sfreccia allegramente sul rettilineo e probabilmente gli fa ciao ciao con la manina. Scusate la metafora ciclistica, ma ieri pomeriggio sono stata in montagna e ho visto un sacco di gente pedalare in bici.
Ciao Alice, andiamo a farci una pedalata insieme? Credo proprio che non mi annoierei. In simpatia.
"..."e quello del suo predecessore, ormai nuova icona della santità del cattolicesimo romano." !?!?!
Ah sì? Chi lo ha detto? E chi lo ha deciso? Devo leggere dell`ironia in quelle parole?
"un papa profondo e mai banale, ma che punta all'essenziale del messaggio della fede, al senso religioso, e che solo su questo terreno vuole essere inteso dai fedeli."
Mi permetto di correggere:
"..un papa profondo e mai banale, E che punta all'essenziale del messaggio della fede"
"Un uomo, papa Ratzinger, che però, a dispetto della sua immagine ufficiale e stereotipata, mostra nei colloqui privati tutta la sua delicatezza e la sua affabilità - riferiscono i giornalisti che lo hanno conosciuto da vicino - e soprattutto la sua sobrietà ed essenzialità"
Ufficiale? E chi ha contribuito a crearla, se non l`ha creata tout court, quell`immagine ufficiale, stereotipata e falsa? Chi se non i giornalisti e fra di loro anche i vaticanisti a parte qualche lodevole eccezione?
E perchè quella delicatezza e affabilità sono restate nel "segreto" dei giornalisti, come se fosse meglio non sottolinearle, come se non si volesse bruciare le cartuccie del Papa freddo, distante, che non sa comunicare, da riservire ad ogni occasione?
Qualcuno ha letto il Fatto oggi?
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/articolo.asp?c=482328
Non ho letto Il Fatto.
Perche'?
R.
Un mare di dubbi su Giovanni Paolo II beato
L'articolo e' questo:
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201104/110428darcaispolititruzzi.pdf
Nulla di nuovo, concetti triti e ritriti e molti stereotipi.
R.
Nella presentazione manca una parola, purtroppo : Rodolfo Lorenzoni e Ferdinando Tarsitani hanno intervistato i più importanti vaticanisti ITALIANI della carta stampata, della televisione, della radio, delle agenzie di stampa, dei blog di Internet...
No comment
magari fosse ricordato per la sua lotta ai pedofili e per la moralizzazione del clero.
qualcuno cerca di togliergli anche questo primato.
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