sabato 9 aprile 2011

Ecco un esempio di articolo fuorviante, ingiusto e storicamente infondato: la Chiesa in crisi secondo Bertani

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Noto che i nostri commentatori stanno prendendo la palla al balzo: partendo dal libro di Ballardini, ecco che, tradendo una certa soddisfazione, si gioisce nel descrivere la Chiesa attuale come una istituzione in crisi contrapponendola alla Chiesa trionfante che si e' creduto di vedere fino al 19 aprile 2005. Questa analisi mi pare un tantino ingenerosa e storicamente infondata. Se davvero la Chiesa e' in crisi a causa degli scandali sessuali e finanziari, non mi pare molto corretto attribuirne la responsabilita' a Papa Benedetto, come si sottintende in tutti gli articoli ed i commenti. C'e' una crisi? Bene! Se ne parli ma si abbia la bonta' di analizzare i dati storici e di ammettere che Papa Ratzinger si e' trovato a gestire una situazione impossibile che ha ereditato e non certo creato. Il giochetto di contrapporre la Chiesa trionfante a quella penitente non solo non ha senso ma ha anche francamente stancato. Vediamo quante altre volte ci tocchera' ripetere il concetto.

R.

11 commenti:

mariateresa ha detto...

voglio anche dire che a causa della beatificazione di GPII il Giornalista collettivo ha deciso di ripetere almeno una decina di volte al giorno che la Chiesa è in crisi per contrapporre alla cerimonia un certo qual senso di disfattismo sennò la faccenda sembra troppo sbilanciata. Come si vede hanno cominciato per tempo e chissà per quanto andranno avanti.

Anonimo ha detto...

Non ti arrabbiare, Raffa, presto o tardi i nodi vengono al pettine.
Alessia

anonimo della boemia ha detto...

il 2 maggio i giornali non escono.
per il 3 maggio sono già pronti nelle redazioni due classi di articoli:
se la partecipazione sarà massiccia si dirà che solo wojtyla attira i fedeli.
se la partecipazione sarà ridotta si dirà che è andata dispersa l'eredità del papa polacco.
in entrambi i casi il giornalista collettivo,come scrive mariateresa,se la prenderà con benedetto xvi.

Anonimo ha detto...

Bertani è una pizza, il tenore dei suoi articoli è sempre catastrofico. E' stato direttore di adista sino alla fine del 2009. Ricordi l'articolo più che insultante che la redazione di adista scrisse contro Benedetto all'epoca dell'affaire Williamson? Ricordi il pezzo che Bertani scrisse in occasione della lettera del Papa ai vescovi?
Ebbene, oggi fa comodo contrapporre un supposta Chiesa trionfante a una Chiesa ritenuta afasica, almeno politicamente parlando. Certo che se Benedetto fosse amico di Veltroni o Prodi la questione sarebbe diversa ...
Alessia

gianniz ha detto...

Preferisco una Chiesa 'penitente' (visto quel che si è visto), piuttosto che una Chiesa 'trionfante' che nasconde e camuffa l'immondizia sotto il tappeto. Grazie a Dio!
Bertani forse non se ne è accorto, ma ha fatto il miglior complimento che potesse fare a Papa Benedetto, Vangelo in carne e ossa!
E... non dimentichiamo: la via della Croce porta alla via della Luce! Il contrario, anche se luccica ed è osannato, è specchietto per allodole!

Anonimo ha detto...

Bertani, Adista: un nome una garanzia!
Ma mi faccia il piacere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
bassiano perini, lodi

Andrea ha detto...

Cara Raffaella, siamo (o meglio, questi signori sono) inchiodati sempre allo schema settecentesco (!): prima si proclama la Chiesa "un'associazione di pensatori secondo un particolare schema", poi la si bombarda con le accuse di "ipocrisia" (da parte degli stessi che, per loro affermazione, vivono di soldi, sesso, potere), infine si annuncia che "presto l'anomalia non ci sarà più", e tutti saremo normalizzati secondo il politically correct (fanatismo neo-pagano).

Ripeto, è meglio lasciare che "i morti seppelliscano i loro morti", e dedicarsi a qualcosa di utile, di sano e di allegro (che non vuol dire futile).

Fabiola ha detto...

E' chiaro: questo tipo di "catto" vede la crisi nella Chiesa perchè la loro "parte" sta, irrimediabilmente, tramontando, se non altro per ragioni di invecchiamento naturale.Se il mondo non capisce la Chiesa è segno certo della sua fedeltà a Cristo e il compito della Chiesa non è certo di vezzeggiare il mondo (come scrive Agnoli). Quindi tutto bene.
Ovviamente non dimenticano mai di distribuire le loro patenti di cattolicità doc, additando il "nemico" interno (di solito ciellini e Opus Dei...) ai quali non è mai dovuta alcuna apertura di credito, anzi, verso di loro non si è neppure tenuti all'attitudine dialogante che questi signori non negano a nessuno. Ma in fondo tutta la questione, e lo si avverte con chiarezza, va a parare sul loro chiodo fisso (è una monomania che sta diventando patologica) e sul fatto che la Chiesa continui a non dispensare pubbliche scomuniche che, per altro, da costoro, sono considerate legittime in quest'unico caso. Insomma, qualcuno li avrebbe chiamati "utili idioti". Mille volte da preferirsi il laicismo nostrano a questo clericalismo d'accatto.

euge ha detto...

Sottoscrivo gianniz ed il post di anonimo delle 9.57

Salvatore Izzo ha detto...

sono abbastanza vecchio (anche professionalmente) per ricordarmi quante ingenerose valutazioni ha dovuto subire pure il Pontifice precedente. Solo alla fine i media - almeno una parte di essi - divennero piu' obiettivi nel riferirne, perche' l'opinione pubblica era commossa dalla sua malattia (e avvertiva la sua santita'). Ma per piu' di venti anni era guardato con diffidenza. Considerato un conservatore (ebbe un grande successo il libro di un vaticanista intitolato "La Restaurazione", mentre circolo' di meno ma fu pubblicata una biografia non autorizzata intitolata "Il faraone" a firma di un altro vaticanista). E in quanto polacco Giovanni Paolo II era ritenuto non in grado di capire l'Occidente e l'Italia. L'Azione Cattolica - nella quale militava Bertani - aveva qualche difficolta' con la linea dell'impegno nel sociale lanciata da Wojtyla al Convegno di Loreto (e poi incarnata da Ruini). In Vaticano circolavano storielline vagamente razziste come quella dei tartufi donati al Papa che le suore polacche avrebbero bollito. Mentre i teologi di area tedesca firmavano anche allora documenti dello stesso tenore di quello recente. Anche i nostri fratelli maggiori non furono affatto teneri con Giovanni Paolo II, basti pensare alla contesa sul Carmelo di Aushwitz. L'allora cardinale Ratzinger - come ha scritto lo stesso Wojtyla nel libro "Alzatevi e andiamo" - era il suo amico piu' fedele. Ed oggi e' certo ben convinto che sia stato davvero un santo. Per questo mi risulta incomprensibile il tentativo di metterli in opposizione. Grazie. Salvatore Izzo

Andrea ha detto...

Grazie per il suo "pezzo", caro Salvatore I.
L'incensazione di Giovanni Paolo II in quanto uomo (non certo in quanto Papa) fu praticata, come lei dice, nella seconda parte del suo Pontificato, e corrisponde esattamente a ciò che Raffaella scriveva tempo fa: l'incasellamento di ognuno degli ultimi Papi nella categoria dei "Buoni" o dei "Cattivi".
Tutto ciò, mi permetto di ripetere, si riconnette direttamente al plurisecolare diktat del relativismo neo-pagano: il Papa è "buono" se lo si può interpretare come ossequiente a tale diktat, "cattivo" in caso contrario.
Sembra impossibile, ma è la realtà: non c'è altro "passaporto" richiesto che questo.