domenica 17 aprile 2011

Il Papa in jeep alla processione della Domenica delle Palme. Benedetto XVI: il progresso non è riuscito a salvarci dalle "tempeste minacciose" (Izzo)

PAPA: IN JEEP A PROCESSIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr.

Rivestito degli abiti liturgici, Benedetto XVI ha seguito - restando sulla jeep bianca - la solenne processione della domenica delle palme che e' stata aperta dai cardinali e si e' snodata in piazza San Pietro.
Il Papa ha cosi' raggiunto il sagrato della Basilica, dove ha benedetto le palme e gli ulivi, ed e' iniziata la celebrazione della messa. La piazza e' gremita da circa 50 mila fedeli, in gran parte giovani che prendono parte alla ricorrenza diocesana della XXVI Giornata Mondiale della Gioventu' che si celebra oggi sul tema: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede", preludio della GMG 2011 che si terra' dal 16 al 21 agosto a Madrid.
Concelebrano con il Pontefice i cardinali Agostino Vallini, vicario di Roma, e Stanislao Rylko, presidente del dicastero per i laici.
"La nostra processione odierna - ha spiegato Papa all'omelia - vuole quindi essere l'immagine di qualcosa di piu' profondo, immagine del fatto che, insieme con Gesu', c'incamminiamo per il pellegrinaggio: per la via alta verso il Dio vivente". "E' di questa salita - ha continuato - che si tratta. E' il cammino a cui Gesu' ci invita".
"Noi - ha ricordato Joseph Ratzinger - andiamo in pellegrinaggio con il Signore verso l'alto. Siamo in ricerca del cuore puro e delle mani innocenti, siamo in ricerca della verita', cerchiamo il volto di Dio".
"Manifestiamo al Signore - ha esortato Benedetto XVI rivolto ai fedeli - il nostro desiderio di diventare giusti e lo preghiamo: 'attiraci Tu verso l'alto! Rendici puri! Fa' che valga per noi - ha invocato ancora - la parola che cantiamo col Salmo processionale; che possiamo appartenere alla generazione che cerca Dio, 'che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe'".

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PAPA: PROGRESSO NON SALVA DA CATASTROFI E CATTIVERIE, TEMPESTE MINACCIOSE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr. - Il progresso scientifico e tecnologico non e' riuscito a salvarci dalle "tempeste minacciose" che ancora gravano "sopra la storia".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa della domenica delle palme celebrata in piazza San Pietro per circa 50 mila fedeli. "Insieme con le nostre capacita' - ha osservato - non e' cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilita' del male sono aumentate e si pongono come. Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l'umanita'".
Secondo Papa Ratzinger, "da sempre gli uomini sono stati ricolm, e oggi lo sono quanto mai, del desiderio di 'essere come Dio', di raggiungere essi stessi l'altezza di Dio". Infatti, "i tutte le invenzioni dello spirito umano si cerca, in ultima analisi, di ottenere delle ali, per potersi elevare, per diventare indipendenti, totalmente liberi, come lo e' Dio.
Tante cose l'umanita' ha potuto realizzare: siamo in grado di volare. Possiamo vederci, ascoltarci e parlarci da un capo all'altro del mondo. E tuttavia - ha rilevato il Pontefice - la forza di gravita' che ci tira in basso e' potente".
"Le grandi conquiste della tecnica - ha scandito il Pontefice - ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell'umanita' soltanto se le nostre mani diventano innocenti e il nostro cuore puro, se siamo in ricerca della verita', in ricerca di Dio stesso, e ci lasciamo toccare ed interpellare dal suo amore. In definitiva, dunque, "se in umilta' riconosciamo che dobbiamo essere attirati verso l'alto; se abbandoniamo la superbia di volere noi stessi farci Dio". "Abbiamo bisogno di Lui - ha concluso - nell'essere sorretti dalle sue mani, cioe' nella fede, ci da' il giusto orientamento e la forza interiore che ci solleva in alto. Abbiamo bisogno dell'umilta' della fede che cerca il volto di Dio e si affida alla verita' del suo amore.

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