domenica 24 aprile 2011

Il Papa in TV...senza copione (Massimo Gramellini)

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Senza copione

Massimo Gramellini

Chiunque preferisca gli umili agli infallibili sarà rimasto colpito dal dialogo televisivo fra il Papa e la bimba giapponese che gli chiedeva conto del terremoto. «Perché i bambini devono avere tanta tristezza?», domandava la piccola, dando fiato a un tarlo che non trova risposte nella ragione, ma solo in quella che le Chiese chiamano fede e gli psicanalisti junghiani intuizione. Il Papa avrebbe potuto rispondere come quel cattolico saputello e fanatico del Cnr, che a proposito dello tsunami aveva tirato in ballo il castigo di Dio. Invece se n’è uscito con un’ammissione di impotenza dotata di straordinaria potenza: «Non abbiamo le risposte.
Però un giorno potremo capire tutto». Per il niente che vale, la penso (anzi, la sento) come lui. Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.
Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.

© Copyright La Stampa, 23 aprile 2011 consultabile online anche qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà cosa ne penseranno i fan del "castigo divino"

sam ha detto...

La supponenza di chi categoricamente è certo dell'esercizio del castigo divino è uguale e contraria a quella di chi categoricamente lo esclude.
Quanto alla sua possibilità - con un significato che non rappresenta una condanna definitiva, ma una speranza - la Madonna parla di castighi divini, la Sacra Scrittura ne parla, fino all'Apocalisse in cui il Signore dice:
"Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti."
Ap 3,19
Il Papa ci insegna il vero e santo Timor di Dio.
Ci insegna a riconoscerci piccoli e ad essere umili di fronte alle cose più alte di noi, al fatto che siamo noi che dobbiamo rispondere a Dio e non Lui a noi, certi del fatto che comunque è Dio che domina l'universo e la storia e non il caos.
Cerchiamo di imparare dal nostro grande Papa, invece di cercare di tirarlo per la talare in polemiche ignoranti.

Anonimo ha detto...

Caro Sam,
Neella tua prima proposizione, fossi in te, eliminerei il sostantivo "supponenza", che, detto con rispetto verso di te, mi sembra fuori posto.
Il Santo Padre ha parlato di "ammonimento" e non di castigo. Sfido però qualsiasi persona che abbia minimamente appreso l'uso della "logica" a spiegarmi quale differenza esista tra "ammonimento" e "castigo", quando, come nel caso giapponese, l'ammonimento coincide con un disastro ecologico e con la distruzione di 30.000 vite umane.
Può darsi che io capisca poco, ma l'ammonimento è un richiamo a correggere gli errori comportamentali, prima che determinino conseguenze irreparabili; il castigo è la punizione di comportamenti sbagliati che hanno provocato disastri.
Ora delle due, l'una: o il Papa ha usato un linguaggio edulcorato, per non urtare la sensibilità della bambina giapponese, di fatto negando la punizione divina, ma rimettendo in discussione ampie pagine delle Scritture che sostenevano ampiamente la presenza, nella storia, dei castigi di Dio contro le malvagità gravi degli uomini; oppure "la logica linguistica" è da buttare alle ortiche, in quanto essa diventa frutto del libero pensiero politicamente corretto.
Francamente stento a capirci qualche cosa. Al tempo dello Tsunami in Tailandia molti insigni prelati sostenevano la possibilità che il cataclisma fosse un castigo di Dio per le nefandezze occidentali ed orientali (pedofilia, prostituzione, droga, omosessualità, aborto, sfruttamento minorile, ecc)in quel paese.
Personalmente non escludo che potessero ave ragione. Senza voler richiamare le "lontane, da vecchio testamento" vicende bibliche di Sodoma e Gomorra, anche nei Vangeli, nel nuovo testamento tutto amore, ci sono avvenimenti che richiamano punizioni di Dio, ad esempio la distruzione di Gerusalemme, preconizzata da Cristo.
Dunque, nel caso specifico, io non mi sento di escludere nulla, anche se ad affemare l'ipotesi del castigo sia stato il Papa.
Cherokee

laura ha detto...

Al di là di ogni polemica, ritengo fondamentale che il Papa non abbia dato risposta a ciò che ogni uomo può comprendere , ma abbia richiamato a credere all'amore di Dio nonostante tutto e ad avere fede per arrivare là dove un giorno capiremo. la Sua semplicità è stata disarmente e non si è preoccupato affatto di usare parole difficili o fare discorsi inutili. Alla bambina giapponese agli interlocutori ha dimostrato solo compassione e comprensione, dimostrando tutta la Sua umanità

Anonimo ha detto...

Al di là del discorso complesso della teodicea, mi sembra che Gramellini e tanti altri di recente, si sia esercitato nel facile compitino di sparare su De Mattei. Considerando che viene anche pagato per la sua rubrica, potrebbe sforzarsi ad essere meno noioso. Eufemia