giovedì 21 aprile 2011

Il Pontefice risponde in televisione alle domande del pubblico. L'anima nel corpo sofferente (O.R.)

Il Pontefice risponde in televisione alle domande del pubblico

L'anima nel corpo sofferente

Un'intervista eccezionale, nella quale Benedetto XVI risponderà alle domande della gente comune, quella che venerdì prossimo, 22 aprile, verrà mandata in onda, alle ore 14.10, da Rai uno nella trasmissione «A sua immagine. Domande su Gesù».

Il Pontefice ha infatti accettato -- ed è una novità assoluta -- di rispondere ad alcune domande poste dal pubblico su una serie di quesiti su temi di attualità. Il primo dei sette selezionati dalla redazione della trasmissione, condotta da Rosario Carello e curata dal servizio religioso della televisione italiana, giunge dal Giappone flagellato dalla catastrofe e dalle sue conseguenze. L'ha formulata una bambina di sette anni, Elena. È ancora sconvolta dalla drammatica esperienza che ha dovuto subire a causa del tremendo terremoto che ha colpito il suo Paese. Ha visto morire e soffrire tanti suoi più sfortunati compagni. Al Papa -- «che parla con Dio» -- chiede conto del dolore che sono costretti a sopportare i bambini.

Molto significativa è la seconda domanda. La pone una mamma italiana che, nella registrazione televisiva, compare accanto al figlio in coma vegetativo. Maria Teresa, questo è il suo nome, parla al Papa del suo calvario, gli mostra la croce che porta insieme al figlio. «Santità -- dice rivolgendosi a Benedetto XVI -- l'anima di questo mio figlio Francesco, in stato vegetativo dal giorno di Pasqua 2009, ha abbandonato il suo corpo, visto che lui non è più cosciente, o è ancora vicino a lui?». «Certamente -- dice il Papa nella risposta che qui possiamo anticipare -- l'anima è ancora presente nel corpo. La situazione, forse, è come quella di una chitarra le cui corde sono spezzate, così non si possono suonare. Così anche lo strumento del corpo è fragile, è vulnerabile, e l'anima non può suonare, per così dire, ma rimane presente. Io sono anche sicuro che quest'anima nascosta sente in profondità il vostro amore, anche se non capisce i dettagli, le parole, eccetera; ma la presenza di un amore la sente. E perciò questa vostra presenza, cari genitori, cara mamma, accanto a lui, ore ed ore ogni giorno, è un atto di amore di grande valore, perché questa presenza entra nella profondità di quest'anima nascosta e il vostro atto è, quindi, anche una testimonianza di fede in Dio, di fede nell'uomo, di fede, diciamo di impegno per la vita, di rispetto per la vita umana, anche nelle situazioni più tristi. Quindi vi incoraggio a continuare, a sapere che fate un grande servizio all'umanità con questo segno di fiducia, con questo segno di rispetto della vita, con questo amore per un corpo lacerato, un'anima sofferente».

La terza domanda è formulata da una donna musulmana che vive in Costa d'Avorio -- il Paese africano sconvolto da una drammatica e sanguinosa guerra civile e alla faticosa ricerca della stabilità sociale e della convivenza -- e chiede al Papa di aiutarla a conoscere il Gesù della pace. Un'occasione per tornare sul rapporto e sul dialogo tra le religioni. E non a caso la scelta per la successiva domanda al Pontefice è caduta su quella di sette giovani studenti iracheni di Baghdad, che ogni giorno, per il solo fatto di essere cristiani, rischiano la vita.

Le altre tre domande riguardano più da vicino il mistero della Pasqua. In particolare, una di quelle giunte da telespettatori italiani propone la difficoltà dell'uomo moderno nel comprendere sino in fondo il mistero della risurrezione. E per finire non poteva mancare una domanda sul Venerdì Santo vissuto dalla Madre di Gesù ai piedi della croce.

(©L'Osservatore Romano 22 aprile 2011)

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