mercoledì 6 aprile 2011

Istanza per ottenere il "culto universale" di Papa Wojtyla: i commenti di Zizola ed Ansaldo. Qualche considerazione (Raffaella)

Clicca qui per leggere l'articolo di Zizola e qui per quello di Ansaldo.
Auspicando che le norme canoniche vengano rispettate, come avviene per tutti gli altri Beati, noto che, purtroppo, si sta verificando cio' che tanti di noi temevano: la beatificazione viene vista come un modo per superare la crisi della Chiesa (ovviamente attuale).
A Zizola ed ai tanti commentatori che hanno detto la loro in questi giorni (ed e' solo l'inizio), ricordo che i problemi non sono nati come funghi il 19 aprile 2005 e che le masse, come si suol dire, non sono certo mancate in questi anni, ne' in giro per il mondo ne', soprattutto, in Piazza San Pietro.
Ha poco senso e non corrisponde alla realta' contrapporre la Chiesa trionfante (pre 19 aprile 2005) e quella penitente (post 19 aprile 2005).
Vanno bene le opinioni, vanno benissimo le celebrazioni, ma qualcuno si degni di sottolineare che Benedetto XVI si e' trovato a gestire una situazione impossibile ed a mettere mano a problemi vecchi di decenni.
E' facile dividere il mondo in buoni e cattivi, ma non e' cosi' che si rende giustizia alla verita'. Basta leggere articoli come quello di Giorgio Falco o l'autopromozione di Ballardini per farsi un'idea di cio' che sta succedendo e succedera'.
Purtroppo Zizola ha ragione nell'affermare che tutta questa fretta impedira' un'analisi storica del Pontificato di Wojtyla e, come sempre, l'unico a pagare sara', alla fine e come sempre, Benedetto XVI.
Penso di non tornare piu' sull'argomento a meno che articoli ingiusti o privi di memoria insistano nel lanciare sassi contro l'attuale Pontefice.

R.

19 commenti:

Don Dom ha detto...

Una domanda: Gesu era responsabile per il tradimento di Juda ? L'ha scelto lui come apostolo...
Dunque, si può vivere ogni giorno con la santa comunione, vivere anche accanto ad un santo, e tradire Gesu, la Chiesa. Seconda domanda: pensate che nostro Papa sia ubbedito oggi ? Io penso di no. Allora è responsabile Papa Benedetto ? Penso di no. Dunque non vale per niente criticare questa bellissima beatificazione, che Dio vuole, che Papa Benedetto vuole.

Raffaella ha detto...

Allora lo stesso discorso vale per Papa Benedetto eppure lo si ritiene responsabile di tutto cio' che accade ed e' accaduto nella Chiesa.
Perche'?
E' questa spaccatura fra il trionfo e la penitenza che non ha senso e che personalmente critico profondamente.
Un po' di obiettivita' da parte di tutti sarebbe la benvenuta.
R.

mariateresa ha detto...

ho letto solo l'articolo di Zizola e non l'ho proprio compreso del tutto perchè usa un linguaggio che mi fa venire l'itterizia. Ma a parte i paroloni io non temerei troppo che Zizola veda la chiesa di Wojtyla trionfante rispetto a quella di oggi e per l'ottima ragione che Zizola ha criticato il pontificato di GPII in lungo e in largo e duramente.
Cpmoncio a scrivere dei libri sulla successione a GPII anni prima che morisse con previsioni non azzeccate al 100%, un vero record.
Nel paglione generale può sembrare quello che dici tu e una certa tendenza all'enfasi, all'esagerazione c'è ed è fastidiosa. Però ricordiamoci al di fuori del parapapaponzi generale ci sono miriagrammi di articoli in cui il pontificato wojtiliano è stato passato al setaccio e non sempre con esiti fulgidi. E non parliamo delle questioni in sospeso.
Insomma adesso la parola d'ordine è suonare la grancassa ma non si può girare con la grancassa sempre, è troppo pesante.
Inoltre non credo proprio che la Chiesa superi le crisi con delle beatificazioni.Sarebbe troppo facile.Ci vuole ben altro.

Anonimo ha detto...

Il card. Vallini ha commesso una gravissima scorrettezza rivelando ai media l'istanza che ha presentato al Papa. Di fatto gli si sta forzando la mano, come sei anni fa con quel sospetto "santo subito". Non ho l'ardire di voler interpretare la volontà di Dio, ma so per certo che alcuni settori vogliono fortissimamente Wojtyla santo, sin dalla sua elezione a prescindere da tutto, e non mi pare di caso di addentrarmi sui perché. Un po' di sobrietà, correttezza e buon senso non guasterebbero, anche perché come scrive giustamente Raffa, la nostra Chiesa è penitente non trionfante. I cosiddetti passati trionfi erano solo apparenza che copriva il marciume e i media furbastri lo sanno benissimo.
Ce ne accorgeremo anche troppo presto.
Alessia

Andrea ha detto...

Suggerirei, cara Raffaella, di non curarsi (in senso dantesco!) di chi non sa che avversare la Chiesa.
Invece è importante che vediamo la cosa "sub specie aeternitatis": in Cielo c'è festa per il nuovo Beato, e anche noi siamo invitati a esultare!

mariateresa ha detto...

gli articoli, invece, del Fatto e di Repubblica mi fanno un baffo. Sono verdi dalla preoccupazione.
Potrei ironizzare facilmente sull'efficacia delle tecniche di marketing del loro brand che così tante soddisfazioni ha regalato negli ultimi 20 anni ai simpatizzanti e militanti, ma risparmio il fiato.
Questi articoli servono a invornire i militanti con questo ragionamento: non vuol dire niente se vedrete le piazze strapiene e sarà una beatificazione imponente, La Chiesa è in crisi e quindi sono tutti dei minchioni.
Dico, per inciso, che a questi fini strateghi sfugge che la Chiesa non è una ditta che deve vendere un prodotto.

Anonimo ha detto...

Ballardini non ha capito un accidente della Chiesa e, come già hai notato, sta promuovendo un prodotto di dubbio valore che qualche bischero sicuramente acquisterà. La cosa indubbia è qualcuno nella Chiesa pensa alla medesima nei termini in cui la descrive Ballardini: un prodotto da vendere al meglio. In fondo Opus Dei docet, che non ha caso è stata la regista del pontificato wojtylano.
Alessia

Andrea ha detto...

Per Alessia: purtroppo la mentalità "mondana" nella Chiesa è realmente presente (di solito proprio in quella fetta del Clero che immagina e schematizza il "mondo", ma non lo conosce).
Non vedo però cosa c'entri l'Opus Dei, che, con tutti i limiti di ogni realtà "militante" e non trionfante, non è affatto quell' "anima nera" che alcuni (i massoni) vorrebbero.

Buona giornata

Anonimo ha detto...

Il beato Karol sale agli altari, Giovanni Paolo II può attendere.
IL PREFETTO DELLE CAUSE DEI SANTI SPIEGA CHE SONO STATE RICONOSCIUTE “LE VIRTÙ”, NON “L’IMPATTO DEL PONTIFICATO”
di Paolo Rodari sul Foglio di oggi.
Molto comoda, ma anche pericolosetta come affermazione. Come si fa a scindere l'uomo e il pontefice? E perché lo stesso discorso non può essere valido per altri Papi?
Alessia

Raffaella ha detto...

Ecco il punto!
Credo che qualcuno ieri abbia gia' accennato al problema (chiedo scusa ma non ricordo chi e' stato).
Come si puo' scindere la santita' personale dal Pontificato? E perche' questo non vale per Pio XII?
R.

Anonimo ha detto...

Karol Wojtyla è stato un prodotto e nel contempo un simbolo, quello del riscatto della Polonia. L'Opus Dei ha favorito la sua ascesa e ne ha sostenuto l'intero pontificato venendone abbondantemente ripagati. Cosa c'entrano i massoni?
Alessia

Andrea ha detto...

C'entrano, cara Alessia, perché vedendo nell'Opus Dei un'organizzazione cattolica presente dove sono presenti loro, cioè nelle professioni, nei "soldi"(banche), nell'informazione, la vedono come il fumo negli occhi e la coprono di calunnie, come è loro usanza.

Lo schema è sempre lo stesso: il "mondo" lasciatelo ai "laici"; chi va a Messa, che si ritiri in qualche villaggio di frasche !

Don Dom ha detto...

Allora una domanda ? Il Papa Giovanni Paolo II con la croce negli mani nella sua capella privata, con il tragico via crucis del 2005 del grande Ratzinger al colosseo, questo è un imagine di una chiesa trionfante ? Il futuro Papa beato non ha sofferto per tutto questo, la pedofilia, i scandali ? Dai, non sono serie le critiche e questa comparazione tra i due pontificati. Queste critiche, sempre opportune e possibile nella Chiesa, sono comunque come il vento.... Un cattolico ama sempre il Papa, qalunque sia.

Anonimo ha detto...

ha sofferto ma non è mai stato coinvolto in prima persona.

Fabiola ha detto...

Che tristezza infinita.
Smettiamo di farci suggestionare, cioè dettare i criteri di giudizio, da chi, certo, non ama la Chiesa e, quindi, lavora e scrive per favorire divisioni (come se, ahimé ce ne fosse bisogno).
Talora mi chiedo se ci crediamo alla presenza dello Spirito nella Chiesa di Cristo e facciamo sì che "l'intelligenza della fede diventi intelligenza della realtà".
La realtà è, oggi, anche questa beatificazione. Proviamo a coglierne il bene.
L'Opus Dei regista del Pontificato?
Errori ed omissioni di Wojtyla? Può darsi. Proclamare un beato non significa stabilirne l'imacolatezza assoluta. E, comunque, "Roma locuta, causa finita".
Io mi fido di Benedetto perchè è il Papa e perchè si chiama Joseph Ratzinger. La seconda è fiducia, però, tutta e solo umana.
Qualche volta mi chiedo che dolore susciterebbe in lui la lettura di certe nostre discussioni! (grazie al cielo, non ha tempo per certi passatempi).

Scenron ha detto...

La tanto celebrata sofferenza di Papa Wojtyla era dovuta alle malattie e al decadimento fisico degli ultimi anni, non ha nulla a che vedere con quella di Papa Benedetto, che nasce dal peso degli enormi peccati commessi dentro la Chiesa dai suoi figli, che, nei limiti umani, rimanda a quella di Gesù nel Getsemani.

nella ha detto...

"Un cattolico ama sempre il Papa, qalunque sia".

ne è sicuro don dom? Il culto del papa c'è ed è molto coltivato negli stessi ambienti parrocchiali
Fatico a capirlo, in tempi di preparazione alla Pasqua abbiamo la storia del Signore, per noi, per molti non credenti, dell'uomo più interessante del mondo da raccontare e su cui meditare, nel momento più importante della sua vita e della nostra fede, e si parla più di altro. Ma finchè siamo noi fedeli a farlo, passi, peggio è quando lo fanno i pastori. Ieri ho accompagnato la mia bimba al catechismo. Quando l'ho ripresa le ho chiesto di cosa avevano parlato. Mi ha risposto del papa. Le ho chiesto quale e mi ha detto, quello buono, quello santo. Le ho chiesto se gli altri secondo lei sono cattivi...non mi sapeva rispondere, perchè non le parlano mai degli altri. Non è questo il modo di parlare di fede e della chiesa coi bimbi. Deve essere la sua mamma a dirgli cosa accadeva a Gesù di questi tempi e che i papi non si dividono in buoni e cattivi, al di là delle santità riconosciute o meno? Io non intervengo mai qui, ma mi pare che in questa vicenda la chiesa stia rasentando l'idolatria

Anonimo ha detto...

ma su fatto che quella via crucis del 2005 resta il momento più denso della storia della chiesa degli ultimi 50 anni non credo vi siano dubbi. a pensarci adesso a distanza di 6 anni è incredibile notare quanti temi essa sottintendesse. un momento, come dire, profetico.

Antonio

Fabiola ha detto...

Grazie, Antonio.