Quattro angeli per Ratzinger
L'ultimo arrivo è Rossella: ha lasciato il lavoro per trasferirsi negli appartamenti vaticani
ANDREA TORNIELLI
CITTA' DEL VATICANO
Non lavora più qui... almeno per un anno starà a Roma». Se si chiama il Comune di Soresina, in provincia di Cremona, chiedendo dell’assistente sociale Rossella Teragnoli, si ottiene sempre la stessa risposta. Da un mese, lei non si occupa più delle persone disagiate di Soresina ma assiste l’inquilino più importante del Vaticano: Benedetto XVI. Ornella Galvani, una collega di lavoro, la descrive così: «Mite e sempre disponibilissima ad aiutare le persone». Rossella è la quarta «memores» in servizio nella famiglia pontificia dove ha preso il posto di Emanuela Camagni, morta a Roma falciata da un’auto a novembre.
Le «memores Domini», laiche consacrate del movimento di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio nella verginità, obbedienza e povertà, vivendo nel mondo, da sei anni governano l’appartamento papale. Oltre a Rossella, che cura il magazzino papale e si occupa delle stanze dei due segretari di Ratzinger, Georg Gänswein ed Alfred Xuereb, ci sono altri tre governantiassistenti: Loredana, Carmela e Cristina. Le prime due sono pugliesi, la terza è marchigiana.
Fino al 2005, con Giovanni Paolo II, la casa del Papa era governata dalle suore polacche. Le «memores» non sono suore, non hanno preso l’abito religioso, restano laiche. Ma questa non è una novità. Nel 1922, appena eletto, Pio XI volle con sé in Vaticano la sua governante Teodolinda Banfi. Quando gli fu fatto presente che sarebbe stata inopportuna una presenza femminile non religiosa nei sacri palazzi, l’irruento Pontefice brianzolo tagliò corto: «Vorrà dire che sarò il primo...».
Dei quattro «angeli custodi» di Papa Ratzinger, Loredana è la colonna portante della cucina. Un ambiente rinnovato nell’estate del 2005 con mobili color metallo e ripiani grigi. Al centro, sul grande tavolo di marmo, si preparano i piatti serviti ogni giorno al Pontefice e ai suoi ospiti. Loredana è specializzata nei primi piatti, come la pasta al curry, i rigatoni al prosciutto, la pasta con salmone e zucchine. Tiene i contatti con il supermercato vaticano e sceglie le verdure che arrivano dagli orti di Castelgandolfo.
Carmela aiuta in cucina, ed è specializzata nei dolci graditi a Ratzinger fin da quando era cardinale: strudel, tiramisù alla frutta, alle crostate. Cura anche la stanza di Benedetto XVI e il suo guardaroba. Cristina infine si occupa della cappella dell’appartamento, dove il Papa celebra la messa ogni mattina, e svolge anche qualche lavoro di segreteria. Della «famiglia pontificia» fa parte anche l’aiutante di camera, Paolo Gabriele, che serve a tavola e assiste Ratzinger anche nei viaggi e nelle uscite pubbliche.
La giornata del Papa inizia alle sette del mattino con la messa, quindi alle otto è servita la colazione. Alle 9 Ratzinger entra nel suo studio privato, da dove si affaccia la domenica per l’Angelus. Qui inizia a lavorare e incontra un’altra laica consacrata, Birgit, appartenente al movimento di Schoenstatt, la fedele collaboratrice e dattilografa – che non risiede nel palazzo apostolico – e che sa leggere meglio di chiunque altro la sua calligrafia minuta. Dopo di lei, entra nello studio don Georg, per discutere l’agenda della giornata. Il lavoro del Pontefice prosegue fino alle ore 11, quando cominciano le udienze. Alle 13,15 viene servito il pranzo, i segretari e le «memores» siedono tutti i tavola. Nel pomeriggio, dopo una brevissima passeggiata nel giardino pensile, il Papa si ritira per riposarsi. Rientra nello studio privato dopo le 16. Quindi recita il rosario nei giardini vaticani, quindi riprende il lavoro alla sua scrivania. Dopo il tempo della preghiera, la cena viene servita alle 19,30, in tempo per vedere il Tg1 delle 20. Un’ora dopo il Papa saluta tutti e si ritira, continuando ancora a lavorare prima di coricarsi.
Quella papale è dunque una vera e propria famiglia, che rasserena la giornata di Benedetto XVI. Nel recente libro intervista di Peter Seewald, Luce del mondo , il Papa ha confidato di non guardare la tv. Ma racconta di aver fatto, con i suoi «familiari», qualche eccezione, per i vecchi film in bianco e nero di don Camillo e Peppone.
© Copyright La Stampa, 10 aprile 2011 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Ah, segnalo :
http://rorate-caeli.blogspot.com/2011/04/new-sanctuary-of-romanesque-church.html
(Poi qualcuno non si chieda il perché di tante defezioni in campo "tradizionalista", specie in Francia..)
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