lunedì 11 aprile 2011

Vaticano-Cina, AsiaNews: con Pechino il buonismo non paga (Izzo)

VATICANO-CINA: ASIANEWS, CON PECHINO IL BUONISMO NON PAGA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 apr.

"I gesti violenti di Pechino hanno sbaragliato i tentativi di riconciliazione fra comunita' ufficiali e sotterranee", promossi "con tanta pazienza" da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. "A tutt'oggi, il presidente del Consiglio dei vescovi (organismo che non equivale a una Conferenza Episcopale in quanto non e' riconosciuto dal Vaticano, ndr) e' un presule consacrato illecitamente, cioe' senza il permesso del Papa, mons. Ma Yinglin.
Il presidente dell'Associazione Patriottica e' invece un vescovo approvato dal Pontefice, mons. Fang Xinyao, ma l'organismo resta non in linea con la dottrina cattolica, perche' vuole edificare una Chiesa indipendente da Roma. Tutto questo mette i 65 vescovi ufficiali in situazione di quasi-scisma e frena i 38 vescovi sotterranei a manifestare l'unita' e la riconciliazione con loro, tanto desiderata dal Papa".
Asia News, l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, fotografa cosi' la sempre piu' intricata situazione dei rapporti tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese, mentre si apre in Vaticano la nuova sessione del Comitato creato da Papa Ratzinger con rappresentanti della Curia Romana e esponenti dell'Episcopato Cinese di sicura fedelta' a Roma.
"Dietro il laconico annuncio della riunione - spiega il direttore di AsiaNews, padre Bernardo Cervellera - vi e' un dramma doloroso, su cui i membri della stessa Commissione sono per ora divisi.
Il dramma e' lo schiaffo di Pechino con l'ordinazione illecita del vescovo di Chengde e l'Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi convocata nonostante l'aperto dissenso della Santa Sede".
A tutti e due questi eventi, hanno partecipato vescovi che formalmente sono gia' in comunione con Roma creando cosi' le condizioni per provvedimenti canonici di censura che tuttavia non sono ancora arrivati. "In Vaticano - rivela l'agenzia del Pime - c'e' chi vorrebbe una decisione canonica sull'atteggiamento di alcuni vescovi ufficiali (in particolare mons. Fang Xinyao), ma vi e' anche chi vuol passare sopra agli ultimi episodi, senza prendere alcuna decisione, rimanendo fiduciosi nel dialogo con il regime e incolpando le frange piu' maoiste per le ultime prese di posizione contro la Chiesa". Due posizioni che si confrontano e intanto "in tutta la Cina si registra un inasprimento della repressione contro cattolici, cristiani protestanti e attivisti per i diritti umani".
Nei giorni scorsi, il Financial Times ha pubblicato la notizia di un incontro avvenuto in Borgogna fra alti rappresentanti cinesi dell'esercito (Pla) e personalita' vaticane (il sottosegretario mons. Ettore Balestrero e mons. Gianfranco Rota Graziosi) che lavorano sul dossier Cina". "In realta' - scrive oggi AsiaNews - il raduno nel castello della Borgogna aveva altre finalita' e l'incontro fra le personalita' vaticane e qualche generale del Pla e' stato in qualche modo indiretto, come pure senza frutto.
A proposito di possibili contatti tra Santa Sede e Governo di Pechino, l'agenzia del Pime, che citandolo esplicitamente o meno in questi mesi ha sempre fatto suo il pensiero (e le critiche) del card. Joseph Zen Ze kiun, afferma che il Vaticano "non deve farsi ricattare sui rapporti diplomatici". "Alla Cina non interessano per ora questi rapporti diplomatici e percio' e' meglio - spiega la nota citando un fedele dell'Hebei - che la Santa Sede si impegni a rafforzare l'unita' e la fede delle comunita' ufficiali e sotterranee".
Invece, "da anni il Vaticano sembra aver messo tra parentesi i fedeli sotterranei: molte sedi vacanti non sono rimpiazzate e ai seminaristi si chiede di entrare nei seminari ufficiali. Invece, essi dicono, proprio per rafforzare la fede di tutta la Chiesa in Cina, la Santa Sede dovrebbe andare avanti per conto suo, senza considerare l'opinione del governo, e in nome del bene pastorale dei fedeli, ordinare vescovi e far ordinare sacerdoti anche nelle comunita' non ufficiali".
Secondo l'agenzia del Pime, "per rafforzare il rapporto fra la Chiesa in Cina e la Chiesa universale e' importante valorizzare il grande impegno delle cosiddette Chiese-ponte: quella di Taiwan, di Hong Kong, Macao e Singapore. Attraverso visite, rapporti, aiuti economici, invio di insegnanti e personale religioso esse possono confortare e far maturare la vita delle comunita' cinesi, soffocate dal controllo o dagli arresti". "La speranza - conclude la nota - e' che dal lavoro di questi giorni della Commissione vaticana emerga una visione lucida e realista dei rapporti fra Stato e Chiesa in Cina, che non tradisca il sacrificio e l'attesa di quanti sono fedeli al Papa in quel Paese".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

OT
Eheheheh! A quanto pare il nostro Benedetto ieri è evaso dal Vaticano per andare a far visita al novantenne cardinal Canestri, già arcivescovo di Genova.
http://genova.repubblica.it/dettaglio-news/17:31/3950824
Alessia