Che errore trasformare un evento in talk show
Il Papa in tv risponde alle domande dei lettori. Ma le parole molto efficaci di Ratzinger sono affogate dagli interventi dei commentatori
di Maurizio Caverzan
Era la prima volta che un Papa rispondeva alle «domande dei telespettatori».
Un evento assoluto. Unico. Ancor più, verrebbe da dire, per la grammatica televisiva corrente. Non si fa che inseguire il fenomeno, cercare l’eccellenza, «l’ospite che non va mai in televisione». Mai accaduto che un Pontefice accettasse un dialogo con il pubblico davanti alle telecamere. Più evento di così? Non a caso trasmesso in Eurovisione... L’unico precedente di un Papa che partecipa a un programma tv, assai diverso nelle caratteristiche, era stata la telefonata di Giovanni Paolo II durante una puntata di Porta a Porta dedicata al ventesimo anniversario del suo pontificato.
Dunque, lo speciale di A Sua immagine era un’occasione eccezionale. Che però di eccezionale ha avuto poco, non certamente per demerito di Sua Santità. Non sappiamo se accordi particolari con la segreteria vaticana presiedevano all’orario della messa in onda o al tono dimesso della promozione.
Tuttavia, in assenza di conferme, resta il dubbio se queste siano state scelte della Rai - se così, quanto mai autolesioniste - o l’esito di un infortunio, di un’opportunità mal gestita. Una grande occasione perduta.
Semplicità e niente enfasi fin dal titolo, Domande su Gesù, farebbero pensare a un’opzione di basso profilo.
C’era la disponibilità di Benedetto XVI a soddisfare la curiosità nel «giorno della passione e morte di Cristo» come se «ogni telespettatore potesse alzare la mano e rivolgersi direttamente al Santo Padre», ha sottolineato il conduttore Rosario Carello. E infatti quella della massima autorità planetaria è stata una testimonianza di grande vicinanza agli uomini e ai cristiani di tutto il mondo. Oltre tremila le domande arrivate alla redazione, tra le quali in un primo momento ne erano state scelte tre, divenute sette grazie alla generosità del Pontefice. Una bambina giapponese di 7 anni che, a causa del terremoto, chiede perché si debba vivere nella paura. Una madre italiana che assiste da due anni un figlio affetto da sclerosi multipla e si domanda se lui percepisca il suo affetto. Una vedova musulmana della Costa d’Avorio che chiede come ritrovare le vie della convivenza pacifica con i cristiani. Un gruppo di cristiani dell’Irak che vorrebbe convincere i propri amici a non emigrare per fuggire il possibile martirio. Un italiano che chiede che cosa accade davvero a Gesù tra la morte in croce e il momento della Resurrezione. Un altro bambino che vuol conoscere il destino di Giuda...
Tanti, profondi, interrogativi. Ai quali il Papa teologo ha risposto con grande condivisione e partecipazione umana, senza ricorrere a concetti troppo sofisticati e selettivi in una conversazione registrata nella Biblioteca vaticana il 15 aprile scorso. Abbiamo percepito un Papa versatile, vicino, abbordabile, che sta dalla parte dell’uomo, disinvolto nell’impegno a sciogliere dubbi e curiosità comuni, come già visto in occasione dell'altra intervista concessa pochi mesi fa al giornalista bavarese Peter Seewald e tramutata nel best seller Luce del mondo.
Ospiti di Carello, c’erano il direttore del Messaggero di Sant'Antonio, padre Ugo Sartorio, la presidente di Nuovi Orizzonti, Chiara Amirante, lo scrittore Davide Rondoni. Dallo studio partivano i collegamenti con il Colosseo, da dove ieri sera è stata ripresa la Via Crucis. E arrivavano altre domande «dalle piazze d’Italia», però queste rivolte ai tre ospiti di Carello che rispondevano chi con troppa teologia (padre Sartorio), chi con luminoso entusiasmo (Amirante), chi con sano realismo (Rondoni). Purtroppo, in questo modo, le risposte di Ratzinger sono state spezzettate, per finire affogate da troppi altri interventi che, anziché spiegare le sue stesse parole, aggiungevano, tutt’altro che necessari, argomenti e ragionamenti ulteriori. Finendo per ridurre il Pontefice stesso ad uno dei vari ospiti di un volenteroso talk show religioso. Peccato.
© Copyright Il Giornale, 23 aprile 2011 consultabile online anche qui.
Come avrete notato, ho evitato ogni commento.
Ieri era Venerdi' Santo, oggi e' Sabato Santo, domani sara' Pasqua.
Non mi sembrava e non mi sembra il caso di dire tutto cio' che penso realmente dei collaboratori del Papa.
A Benedetto XVI tutta la nostra riconoscenza ed il nostro affetto. La sua umilta', disponibilita' e gentilezza, unite ad una cultura e ad una benevolenza straordinarie, colpiscono e commuovono sempre di piu'.
R.
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9 commenti:
Salve Raffaella,
ho evitato commenti anch'io, ma ora che e' passata la prima bordata mediatica penso sia utile dire due parole.
Si e' messo l'accento dappertutto sulla "prima volta" del Papa in intervista tv. Mi pare una partenza fuoriviante. Le "sette domande" avrebbero potuto tranquillamente far parte del libro di Seewald e ricevere +- le stesse risposte. Non facciamoci impressionare dalla presenza di una telecamera, anche se al giorno d'oggi pare si faccia di tutto per quella.
Il "basso profilo" penso sia stata una scelta di B16: ovviamente i giornaloni hanno fanfarato per giorni per creare "l'evento mediatico", ma lo stile discreto, del non "strafare" e' tipico di questo Papa: non si impone - neanche con la figura - ma porge, con gentilezza e precisione. Proprio per questo colpisce piu' a fondo. :)
La "farcitura" del conduttore (che se all'ultima domanda si stava zitto ci guadagnava... un corso di "decenza pudore e umilta'" non lo fanno piu'?) e dei partecipanti ha rappresentato bene parte del mondo a cui il Papa si indirizza: una cristianita' con un forte radicamento nella tradizione (il padre francescano), una cristianita' attenta alle nuove ed estreme marginalita' da redimere (amirante), un laico con un approccio critico e realista (rondoni). Sulla sequenza seguita c'e' di che discutere ad infinitum, e se fosse stata diversa sarebbe stata criticata comunque. Non c'era la possibilita' di fare un "numero zero" per vedere come veniva l'insieme. Io trovo piu' che positivo il fatto che "il Papa" sia stato "messo in mezzo": non c'era il piano di fare una ora di santo catechismo e se fosse stata una cosa simile dubito che B16 si sarebbe esposto a questo. Ha ben altre occasioni per farlo, e lo fa. Qui c'era qualcosa di diverso: l'occasione di porgere una risposta *autorevole* evitando al massimo il rischio che fosse percepita come *autoritaria*. SU questo, promosso a pieni voti. Una risposta che e' aperta al confronto, che spesso spiazza, che parte da un esempio semplice per far capire cose grandi. In mezzo a tante, con varie validita', ma che comunque c'e'. Un segno molto bello di una parola che e' importante ma *discreta*, che va ricercata per essere colta al meglio e capita a fondo.
Resta la nostalgia di... un'ora intera con il Papa che risponde alle domande: ottimo, penso che questo sia il risultato migliore che si poteva auspicare: questa "nostalgia" di sentire il papa. Adesso, con questa "casuale (ma non troppo) esposizione mediatica" la gente che ha seguito la trasmissione e si trova adesso a volere questo di piu' puo' cercarlo dove sempre si trova: nelle catechesi del mercoledi, negli angelus domenicali, nei libri di B16 (okkio alle % di vendite...) ecc ecc ecc. Arriva direttamente alla fonte, saltando un po' di mediazioni intermedie che non sempre sono buone.
Due cosette da evitare: gli stacchetti zoomati sono fastidiosi, e qualche colore in piu sullo sfondo di B16 lo avrebbe fatto risaltare meglio. Ma qui andiamo a cercare il tipico pelo nell'uovo... quello che conta e' la parola che e' passata - e che parola!
Per ultimo... Raffaella, auguri di Buona Pasqua. Continua questo lavoro che hai iniziato anni fa, vedo possibile che ci sia un incremento di visite anche qui.
Grazie, Buona Pasqua a te :-)
R.
i collaboratori del papa sono in tutt' altre faccende affaccendati:
chi inaugura mostre,
chi scrive libri,
chi va in televisione a raccontare la sua esperienza,
chi si prova l'abito della festa.
non c'è tempo per occuparsi di ratzinger.
non ce n'è mai stato in verità.
tutti impegnati a fare tutto a beneficio del proprio lustro personale.
nessuno di occupa del papa ma ciò che è peggio è che nessuno si occupa di cristo.
buona pasqua.
Confesso che mi sono ridotta prima alla lettura del testo prontamente postato da Raffaella. e poi sono andata a cercarlo su youtube convinta che lo avrebbero messo, come infatti è stato fatto....^__^
che dire?
Mi associo alle sagge riflessioni dell'anonimo del primo commento...
aggiungo solo che a mio parere è stato sbagliato il giorno....
alle 15 infatti del Venerdì Santo, la maggior parte delle Parrocchie dava il via alla Via Crucis, moltissimi di noi eravamo in Chiesa...
come secondo aspetto si, RESTA LA NOSTALGIA DI UN'ORA CON IL PAPA che personalmente avrei voluto vivere, magari che so, mercoledì Santo anzichè di Venerdì Santo? ^__^
ed ha ragione sempre l'anonimo....è ora di mettersi veramente in ASCOLTO DEL PAPA con le sue Catechesi purtroppo ancora assenti nelle Parrocchie...
Santa Pasqua a tutti!
Cari amici, io preferisco soffermarmi solo sul positivo di questo evento. Il nostro Santo Padre che si è fatto catechista in televisione per noi, che ha confortato chi soffre con parole semplici e profonde. E' stato meraviglioso!
Cara Raffy, ne approfitto per augurare una buona Santa Pasqua a te e a tutti gli amici e amiche del blog.
Alessia
Nessuno si occupa di Cristo già...ecco il dramma!
Forse Bertone era troppo occupato a leggere e rileggere la lettera di Berlusconi.
Il Papa è solo,sempre solo,come Cristo nel Getsemani.
I monsignori,le eccellenze e le eminenze che dovrebbero aiutarlo hanno autisti,appartamenti e stipendi...per cosa?
Ciao Alessia, tantissimi auguri di Buona Pasqua a te ed alla tua famiglia, in particolare alla piccola Paola Benedetto :-))
Buona Pasqua a tutti gli amici che passano di qui :-)
R.
In ogni caso: grazie al Santo Padre e buona Pasqua a voi tutti
Ho partecipato alla Veglia Pasquale nella Cappella di un Istituto per anziani, dove è possibile celebrarla alle ore 18.30
Il vecchio sacerdote celebrante ha tenuto una splendida omelia, attingendo a quattro mani al meraviglioso capitolo del Gesù di Nazaret sulla Risurrezione.
Questo dovrebbe capitare di più in tutte le diocesi e le parrocchie. La commozione era palpabile; una novità dirompente nella mia città (ambrosiana) dove, a Messa, il Papa si nomina solo durante la Preghiera Eucaristica perchè non si può farne a meno. Ma, appunto, si tratta di una nicchia, una squisitezza per pochi.
Benvenuta, quindi, come già è stato rilevato, la trasmissione di ieri, se fosse servita a far nascere in qualcuno il desiderio di ascoltare direttamente la parola, limpida e sapiente, di Benedetto.
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