venerdì 8 aprile 2011

Immigrati, il Papa, profondamente colpito dalla tragedia del mare, segue con preoccupazione le attuali vicende. Santa Sede: non è cristiano alzare barricate. L'Europa non può lasciare sola l'Italia (Izzo)

IMMIGRATI: PAPA COLPITO PROFONDAMENTE DA TRAGEDIA DEL MARE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 apr.

"La tragedia della morte in mare di un gran numero di migranti che dalle coste dell'Africa Settentrionale cercano di raggiungere l'Europa, ha colpito profondamente Benedetto XVI. Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ricordando che "fra le vittime di queste tragedie nel Mediterraneo vi sono migranti eritrei cattolici che si trovavano in Libia e partecipavano anche alla vita della comunita' cattolica locale". "Il Santo Padre e tutta la Chiesa - aggiunge padre Lombardi - ricordano nella preghiera tutte le vittime di ogni nazionalita' e condizione, anche donne e bambini, che perdono la vita" nel Mediterraneo.

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IMMIGRATI: PAPA SEGUE CON PREOCCUPAZIONE LE ATTUALI VICENDE

(AGI) - CdV, 7 apr.

"Benedetto XVI segue con partecipazione e preoccupazione le vicende dei migranti in questo periodo drammatico". Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Ricordando come il Papa e tutta la Chiesa stiano pregando in queste ore per le vittime delle tragedie nel Mediterraneo, il portavoce della Santa Sede sottolinea che il "terribile viaggio" viene intrapreso da persone che desiderano "sfuggire alle situazioni di poverta' o di ingiustizia o di violenza da cui sono afflitte, alla ricrca di protezione, accoglienza e condizioni di vita piu' umane".

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IMMIGRATI: S. SEDE, NON E' CRISTIANO ALZARE BARRIERE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 apr.

"L'arrivo di profughi e migranti dal Nord Africa puo' dar fastidio ma non e' cristiano questo egoismo" che porta ad alzare barriere che impediscano il flusso migratorio. Lo afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, arcivescovo Antonio Maria Veglio', intervistato dalla Radio Vaticana. "Dobbiamo aprirci agli altri, anche politicamente parlando, perche' e' un fenomeno che non si puo' fermare, dunque dobbiamo darci una regolata", aggiunge esprimendo "profonda tristezza per il tragico naufragio di ieri". "La scelta dei barconi via mare - rileva il capo dicastero - e' un'estrema alternativa dettata dall'impossibilita' di utilizzare altri mezzi, dato che da tempo i Paesi Europei hanno chiuso i confini, introducendo norme restrittive sugli ingressi".
Della tragedia nel Canale di Sicilia parla ai microfoni dell'emittente pontificia anche don Mosse' Zerai dell'Agenzia umanitaria Abeshia che assiste i profughi in arrivo dall'Eritrea. "Se la comunita' europea ci avesse ascoltato quando noi, insieme al vescovo di Tripoli, lanciavamo l'appello per evacuare i profughi africani dalla Libia, non saremmo qui a contare i morti e i dispersi", afferma. "Chiediamo - scandisce il sacerdote - un piano di evacuazione, un corridoio umanitario dalla Libia, dalla Tunisia o dall'Egitto del Sud. C'e' il rischio che queste persone, se non troveranno vie di fuga assistite, si affidino ancora, per la disperazione, ai barconi e al mare".

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IMMIGRATI: S.SEDE, EUROPA NON PUO' LASCIARE ITALIA DA SOLA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 apr.

"L'Europa non puo' chiudere gli occhi e dire 'questo lo risolvete voi'. No, non deve essere cosi'". Lo dice monsignor Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti, che in un'intervista a Tgcom sottolinea che "quello attuale e' un problema che si sta sviluppando nel nostro mare, il 'mare nostrum', il Mediterraneo, ma non puo' toccare solo i Paesi del Sud dell'Europa". Quanto ai permessi di soggiorno temporanei, monsignor Veglio' ritiene che "questi non sono la soluzione dell'intera questione che fa appello alla sinergia di tutti gli organismi nazionali e internazionali. Ma possono essere una via per quanti arrivano dalla Tunisia. Chi arriva dalla Libia invece, con una guerra in corso, avrebbero bisogno di una protezione temporanea di un minimo di tre anni, come prevede l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati". "Siamo molto vicini -assicura infine l'arcivescovo- ai migranti che arrivano in queste ore dai Paesi del Nord Africa: il Santo Padre e' informato e la Chiesa non e' assente e agisce. Tutti pero' - conclude - possiamo fare sempre di piu'. Anche la Chiesa puo' fare sempre di piu', ma fa" mentre "tante persone parlano e non fanno niente".

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