venerdì 8 aprile 2011

Massimo Franco affronta il problema della carenza comunicativa del Vaticano (Edward Pentin, National Catholic Register). Riflessioni

Clicca qui per leggere l'intervista segnalataci da Eufemia. Qui una traduzione sommaria.
Qualche riflessione.
Franco si concentra molto sui problemi emersi sotto il Pontificato di Benedetto XVI ma, come molti (forse come tutti), "dimentica" di precisare che il Papa si e' trovato a gestire una situazione che non ha creato ma ereditato ma tant'e'...
Siamo tutti d'accordo sul fatto che sia mancata una vera e propria strategia comunicativa e non certo per colpa di padre Lombardi che, anzi, ha fatto un lavoro straordinario.
Sembra che non si impari mai dai propri errori ed e' questo il problema piu' grave. All'indomani del "caso" Williamson , nessuno in curia (NESSUNO) ha fatto un passo avanti per assumersi la responsabilita' di non avere controllato i precedenti di questo vescovo e di non avere indetto nemmeno mezza conferenza stampa per spiegare la ratio del decreto con cui il Papa rimetteva la scomunica ai Lefebvriani.
Alla fine il Papa ha dovuto prendere "carta e penna" e assumersi in prima persona colpe non sue nell'assoluta indifferenza della curia che l'ha lasciato fare senza battere ciglio.
Ma il disastro vero e proprio e' accaduto lo scorso anno, quando la curia vaticana non ha saputo o forse non ha voluto spiegare al mondo tutto il lavoro del cardinale e del Papa Ratzinger contro i preti pedofili.
Anche in questo caso si e' lasciato il Papa da solo a risolvere la situazione.
Ci chiediamo sempre, senza ottenere risposta, perche' il Vaticano non abbia sostenuto a dovere Papa Ratzinger. Ciascuno ha probabilmente una propria opinione. Io penso che Allen e Thompson abbiano ragione: si doveva scegliere il capro espiatorio e si e' scelto il Papa regnante.
La storia giudichera' ma soprattutto il Signore.
Quando leggo che Benedetto XVI non e' un grande comunicatore mi viene cosi' da ridere che mi si ribalta tutto il divano. Il Santo Padre e' il migliore comunicatore di se stesso. Non ha bisogno di "spin doctor" o di cardinali che gli facciano scudo in modo da preservare sempre e comunque la propria immagine.
Ha ragione Socci: dopo secoli in cui la curia faceva da scudo al Papa, siamo passati al Papa che si prende ogni responsabilita' per fare da scudo alla curia.
A questo punto c'e' da chiedersi: serve davvero una curia?
E' vero che e' necessaria una riforma di questa struttura (sono proprio necessari tutti quei prelati in Vaticano?), ma cio' non puo' avvenire senza una riforma dei cuori.
Ed il Papa l'ha spiegato chiaramente.
Il card. Schönborn ha avuto il merito di abbattere il muro di gomma dei media e della curia. Gliene sono grata profondamente.
Quanto alla rete di nunzi, ambasciatori e diplomatici vari, forse e' il caso di ripensare anche a questi aspetti, ma nel quadro di un generale cambio generazione.
Franco parla di "amici di amici" ma dimentica di dire che non e' una pratica nata con Benedetto XVI. Pensa di farci credere che le opposte fazioni in lotta siamo una prerogativa di questo Pontificato? Non credo proprio! Negli ultimi anni questa "guerra sotterranea" e' venuta alla luce ma non e' che prima non esistesse. Semplicemente i media non ce la raccontavano e la ragione di questa omissione va chiesta a giornali e tv, non al Papa.
Quanto all'ultimo Conclave, possiamo dire che esso rappresenta la prova che il Pontefice e' scelto dallo Spirito Santo e non dai cardinali.
E' mia persona convinzione che il card. Ratzinger sia stato eletto perche', ingenuamente, i colleghi pensavano che sarebbe stato un Papa di transizione.
Conoscevano bene il nostro Benedetto e sapevano che, in caso di problemi, egli sarebbe stato disposto a caricarsi la croce per tutti. E infatti...
Chissa', forse i cardinali l'hanno eletto perche' procedesse in tempi rapidi alla beatificazione del suo predecessore e perche' preparasse con calma il terreno ad un successore scelto fra gli stessi cardinali elettori.
L'hanno eletto perche', parliamoci chiaro, era ed e' il migliore dal punto di vista umano, culturale, teologico e morale.
Hanno fatto pero' i conti senza l'oste (lo Spirito Santo) ed in questi sei anni Benedetto ha dimostrato di essere tutto fuorche' un Papa di transizione. In questi anni ha preso tante e tali decisioni che ci sembra che egli regni da almeno quattro lustri.
Ha resistito ad attacchi dall'esterno e dall'interno della Chiesa, ha superato quel 2010 che probabilmente nessun altro Pontefice sarebbe stato in grado di affrontare.
Permane l'antipatia dei media nei suoi confronti, ma ormai conta poco. Alla storia rispondo i fatti non gli articoli.
In questi anni abbiamo notato che molti vaticanisti hanno superato l'ostilita' di fondo degli inizi anche se purtroppo certi commenti (sui giornali ma soprattutto in tv) hanno pesato e pesano ancora sulla percezione che alcuni fedeli hanno di Benedetto XVI.
Non solo la curia ma anche i media devono interrogarsi sul trattamento riservato al Papa.
Scusate la lunghezza del post...
R.

7 commenti:

Andrea ha detto...

Cara Raffaella, il card. Ratzinger fu eletto, secondo la mia impressione, perché risultava un eccezionale elemento di saldezza dottrinale ed equilibrio in una fase di persistenti attacchi interni ed esterni alla Santa Chiesa. Dico questo per affermare che, tutto sommato, la maggioranza dei Cardinali ha a cuore il vero bene della Chiesa.
Probabilmente gli stessi elettori sono stati sorpresi dalla Sua personale umanità e limpidezza, chiaramente derivanti dalla familiarità con il Signore.

Per quanto riguarda i collaboratori: ho detto in passato che la Sala Stampa e l' "Osservatore" non sono semplici "inadempienti", ma hanno "saltato la barricata". Perché? perché continua a essere spacciato come "aggiornamento" il semplice "signorsì" agli ordini del Mondo, cioè al politically correct.
Ieri si discorreva, a proposito di Assisi, del card.Ravasi come "principe" del "dialogo con il Mondo" inteso nel senso ERRATO.
Ma ecco la contraddizione: Ravasi è stato creato Cardinale da Benedetto XVI. Perché? resta un mistero.

Raffaella ha detto...

Ciao Andrea, credo anche io che la maggioranza dei cardinali abbia a cuore il bene della Chiesa, ma c'e' una minoranza che semina divisione e che lascia decisamente perplessi.
Non mi riferisco alla divisione fra "conservatori e progressisti", ma fra "carrieristi" e veri sacerdoti.
R.

Andrea ha detto...

Concordo, Raffaella.
Il punto è: siamo nella Chiesa perché sappiamo accogliere un Dono, o per procurarci una "posizione rispettabile" (e quindi accetta al Mondo, sempre più stravolto e insanguinato) ??

Anonimo ha detto...

Papa Benedetto ha creato Ravasi cardinale perché lo conosce, lo stima e lo ritiene in grado di portare avanti il suo progett.
Alessia

Andrea ha detto...

Certamente è vero ciò che affermi, cara Alessia.

Il problema è che l'errore (nel dare fiducia al card.Ravasi) è catastrofico.
Basta vedere l'atmosfera super-relativistica, e comunque "dialogica" ("abbiamo bisogno dei non-credenti") che ha caratterizzato l'apertura del "Cortile dei Gentili" a Parigi.
Non è mancato un "ossequio" alla Triade sanguinaria Liberté-Egalité-Fraternité.

A proposito del "DIALOGO", rimando alla citazione di papa Benedetto che ho inserito nella discussione su Assisi (ieri alle 18:46).

gemma ha detto...

con gli islamici non dobbiamo parlare, coi buddisti men che meno, coi non credenti non sia mai. Ci parliamo tra noi, a suon di scomuniche?

Andrea ha detto...

Evidentemente non mi sono spiegato, cara Gemma:
una cosa è non "chiedere la patente di cattolico" a chi vuole discorrere di temi culturali (=Benedetto XVI), tutt'altra cosa è "chiedere la patente di non-credente" a chi dovrebbe intavolare un "dialogo" con noi (=card.Ravasi).

La prima via è basata sulla fiducia che Cristo faccia bene a tutti, la seconda sull'assunto che la Chiesa valga qualcosa solo se si pensa come "metà del cielo", contrapposta all'Anti-Chiesa (fra l'altro, inesistente).