domenica 10 aprile 2011

Raddoppiano le domande su Gesù nei cuori, in tv e su internet. Così il Papa raddoppia la sua disponibilità per lo speciale di "A Sua Immagine" del 22 aprile (Izzo)

PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA IL PAPA RISPONDERA', IN TELEVISIONE, AD ALCUNE DOMANDE DEI FEDELI SU GESU' (ALLE 14.10 DEL VENERDI' SANTO)

PAPA: RADDOPPIANO LE DOMANDE SU GESU' NEI CUORI, IN TV E SU INTERNET

(AGI) - CdV, 10 apr.

(di Salvatore Izzo)

"La morte rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di la' di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo".
Sono parole di Benedetto XVI nel discorso che ha preceduto l'Angelus, nel quale ha parlato del "nostro desiderio di eternita'" e della irruzione nella storia dell'umanita' della novita' di una vittoria reale sulla morte, la Risurrezione di Cristo.
Che anche nella societa' di oggi sia avvertita da tanti l'attesa di una vita dopo la morte lo testimoniano le oltre duemila "domande su Gesu'" giunte al sito internet (www.asuaimmagine.rai.it) del programma che venerdi' santo trasmettera' le risposte di Papa Ratzinger a sei di questi quesiti. In un primo momento dovevano essere tre ma la grande mole di mail ha convinto Ratzinger a raddoppiare la sua disponibilita'.
Del resto, come ha detto nel discorso rivolto ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, "anche tra i cristiani la fede nella Risurrezione e nella Vita Eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione". Per questo, dopo aver ampiamente affrontato il tema nel suo ultimo libro, "Gesu' di Nazaret, dall'ingresso in Gerusalemme alla Risurrezione", che in un mese ha gia' venduto circa 2 milioni di copie, delle quali un quarto nell'edizione italiana, il Pontefice ci e' tornato oggi, ricordando che "si tratta pur sempre di una realta' che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede", e ha accettato il confronto con le domande del pubblico dello speciale che andra' in onda il 22 pomeriggio.
Da sempre, ha ricordato il Papa teologo dalla finestra del suo studio, esisteva una "aspirazione ancestrale dell'uomo ad essere sepolto insieme con i suoi padri", che ha definito come un "anelito ad una patria che lo accolga al termine delle fatiche terrene". "Questa concezione - ha spiegato - non contiene ancora l'idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine dell'Antico Testamento, e ancora al tempo di Gesu' non era accolta da tutti i Giudei". Il chiarimento arriva poi con l'episodio evangelico della risurrezione di Lazzaro, nel quale, al di la' del risveglio dalla morte di questo amico di Gesu' (che poi pero' tornera' a morire) vi sono un annuncio cruciale e una promessa precisa: "io sono la Risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, vivra'". "Ecco la vera novita' che irrompe e supera ogni barriera. Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che e' Vita, Vita Eterna". La promessa, cioe', "della nostra risurrezione, quella a cui noi aspiriamo e che proprio Cristo ci ha donato, risorgendo dai morti". E che e' la realizzazione di una lunga attesa dell'umanita': "al popolo ebraico, in esilio lontano dalla terra d'Israele, il profeta Ezechiele annuncia - infatti - che Dio aprira' i sepolcri dei deportati e li fara' ritornare nella loro terra, per riposarvi in pace". E cosi' non e' piu' la morte fisica che deve far paura, ma solo "la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l'esistenza di ogni uomo".
Nella storia recente sono stati forse proprio i Papi a combattere contro questa minaccia, con i loro reiterati richiami alla moralita', alla giustizia e alla pace, con una coerenza che oggi i media pongono sotto gli occhi di tutti, e soprattutto con la preghiera.
Giovanni Paolo II disse che "il primo compito del Papa verso la Chiesa e il mondo e' quello di pregare", e a tre settimane dalla sua beatificazione Joseph Ratzinger ha voluto ricordarlo come "un grande contemplativo e un grande apostolo di Cristo". "Dio lo ha scelto per la sede di Pietro e lo ha conservato a lungo per introdurre la Chiesa nel terzo millennio. Con il suo esempio, lui ci ha guidati tutti in questo pellegrinaggio e adesso continua ad accompagnarci dal Cielo", ha detto commentando il documentario "Il Pellegrino vestito di bianco" diretto dal regista polacco Jaroslaw Szmidt che ha raccolto testimonianze di leaders religiosi, personalita' del mondo dei media, della cultura, della scienze e della politica: 50 persone intervistate in quattro anni di lavoro per realizzare una versione cinematografica di un'ora e mezza e una piu' lunga per la televisione, divisa in otto puntate, per raccontare 27 anni che hanno inciso profondamente nella storia dell'umanita' e della Chiesa. Ma la testimonianza piu' toccante sul grande Papa polacco e' forse quella affidata dal suo successore allo storico Andrea Riccardi, autore di "Giovanni Paolo II. La biografia", come ha spiegato l'autore intervenendo oggi proprio ad "A Sua Immagine".
"Portava sulle sue spalle, fattesi fragili, il peso del suo ministero. La sua vita, negli ultimi anni, e' stata una vera catechesi del dolore", ricorda Ratzinger nel libro di Riccardi.
"Allora ci si poteva ragionevolmente chiedere: e' possibile governare la Chiesa in quelle condizioni di salute? Oggi, in una visione retrospettiva, comprendiamo meglio la portata di quegli anni di sofferenza. Vediamo che si', si puo' governare anche con la sofferenza. E' certo qualcosa di straordinario. Ma dopo un lungo pontificato e dopo tanta vita attiva da parte del Papa, era significativo ed eloquente un tempo di sofferenza", sottolinea quello che il Papa polacco ha indicato pubblicamente prima di morire come "l'amico piu' fidato" oltre che suo stretto collaboratore come prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima iniziativa ne ho già inviate diverse :))

Roberto

Bernardo ha detto...

Grazie Raffaella per la bella foto di Papa Benedetto...ma come si fa a non amarre questo grande papa?
Il suo sorriso,la sua bontà e dolcezza sono disarmanti.
Oh se i vescovi lo imitassero nell'umiltà...invece di fare gli arroganti presuntuosi.