PAPA: FEDELE AL MAGISTERO L'OSSERVATORE SIA PERO' GIORNALE IDEE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 giu.
Dare conto del "servizio reso alla verita' e alla comunione cattolica da parte della Sede del Successore di Pietro" e' da sempre il primo compito dell'Osservatore Romano. Lo ricorda Benedetto XVI in una lunga lettera al professor Giovanni Maria Vian, il direttore del giornale vaticano, una testata che anche oggi, "in questo tempo segnato spesso dalla mancanza di punti di riferimento e dalla rimozione di Dio dall'orizzonte di molte societa', anche di antica tradizione cristiana, si presenta come un 'giornale di idee', come un organo di formazione e non solo di informazione".
Nella lettera per i 150 anni della testata, che ricorrono domani, il Papa fa sua l'espressione di Paolo VI che defini' l'Osservatore "quotidiano singolarissimo" per le sue "caratteristiche uniche" e riconosce al giornale della Santa Sede il merito indubbio di aver "riportato puntualmente gli interventi pontifici", aver "seguito i due Concili celebrati in Vaticano e le molte Assemblee sinodali, espressione della vitalita' e della ricchezza di doni della Chiesa", e questo senza aver "mai dimenticato di evidenziare anche la presenza, l'opera e la situazione delle comunita' cattoliche nel mondo, che vivono talvolta in condizioni drammatiche". L'Osservatore, auspica quindi il Pontefice, "deve sapere mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo, con attenzione anche all'Oriente cristiano, all'irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunita' ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l'Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi bioetici che pongono questioni per tutti decisive". Il Papa teologo si complimenta poi con il professor Vian per l'apertura che ha saputo dare al giornale, "continuando l'apertura a nuove firme, tra cui quelle di un numero crescente di collaboratrici e accentuando la dimensione e il respiro internazionali presenti sin dalle origini del quotidiano, dopo centocinquant'anni di una storia di cui puo' andare orgoglioso". "L'Osservatore Romano - scrive Joseph Ratzinger - sa cosi' esprimere la cordiale amicizia della Santa Sede per l'umanita' del nostro tempo, in difesa della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta da Cristo.Per un giornale quotidiano centocinquant'anni di vita sono un periodo davvero considerevole, un lungo e significativo cammino ricco di gioie, di difficolta', di impegno, di soddisfazioni, di grazia".
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PAPA: OSSERVATORE HA DIFESO VERITA' E GIUSTIZIA IN ANNI TREMENDI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 giu.
"L'Osservatore Romano ebbe origine in un contesto difficile e decisivo per il Papato, con la consapevolezza e la volonta' di difendere e sostenere le ragioni della Sede Apostolica, che sembrava essere messa in pericolo da forze ostili".
Lo ricorda il Papa nella lunga lettera indirizzata al professor Giovanni Maria Vian, il direttore del quotidiano della Santa Sede che festeggia domani i suoi 150 anni. "Fondato per iniziativa privata con l'appoggio del Governo pontificio, questo foglio serale - sottolinea il Papa - si defini' 'politico religioso', proponendosi come obiettivo la difesa del principio di giustizia, nella convinzione, fondata sulla parola di Cristo, che il male non avra' l'ultima parola. Tale obiettivo e tale convinzione furono espressi dai due celebri motti latini che, sin dal primo numero del 1862, si leggono sotto la sua testata: 'Unicuique suum' e, soprattutto, 'Non praevalebunt'".
"Avvertita poi come provvidenziale nonostante soprusi e atti ingiusti subiti dal Papato", nel 1870 la fine del potere temporale, "non travolse l'Osservatore Romano "ne' rese inutili la sua presenza e la sua funzione", ricostruisce Benedetto XVI notando che "anzi, un quindicennio piu' tardi, la Santa Sede decise di acquisirne la proprieta'".
Secondo il Papa attuale, "il controllo diretto del giornale da parte dell'autorita' pontificia ne aumento' con il tempo prestigio e autorevolezza, che crebbero ulteriormente in seguito, soprattutto per la linea di imparzialita' e di coraggio mantenuta di fronte alle tragedie e agli orrori che segnarono la prima meta' del Novecento", divenendo, afferma Benedetto XVI con le parole dell'allora segretario di Stato Gasparri, "eco 'fedele di un istituto internazionale e supernazionale'".
"Si susseguirono - continua Joseph Ratzinger nella sua lettera - avvenimenti tragici: il primo conflitto mondiale, che devasto' l'Europa cambiandone il volto; l'affermarsi dei totalitarismi, con ideologie nefaste che hanno negato la verita' e oppresso l'uomo; infine, gli orrori della shoah e della seconda guerra mondiale".
"In quegli anni tremendi, e poi durante il periodo della guerra fredda e della persecuzione anticristiana attuata dai regimi comunisti in molti Paesi, nonostante la ristrettezza dei mezzi e delle forze, il giornale della Santa Sede - da' atto il Papa tedesco - seppe informare con onesta' e liberta', sostenendo l'opera coraggiosa di Benedetto XV, di Pio XI e di Pio XII in difesa della verita' e della giustizia, unico fondamento della pace". Cosi', "dal secondo conflitto mondiale l'Osservatore Romano pote' uscire a testa alta", conclude Papa Ratzinger citando in proposito anche "autorevoli voci laiche".
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PAPA: ANCHE SU INTERNET L'OSSERVATORE RESTA UN FARO CHE ORIENTA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 giu. - Benedetto XVI, il Papa che con un "click" ha pubblicato personalmente martedi' scorso il nuovo sito "news.va", saluta con entusiasmo la "presenza in internet sempre piu' efficace" dell'Osservatore Romano e il suo nuovo sito ("www.osservatoreromano.va"). Nella lettera per i 150 anni della gloriosa testata vaticana, indirizzata al direttore, professor Giovanni Maria Vian, e' riportato anche quanto affermato nel 1961 dall'allora cardinale Giovanni Battista Montini (che due anni dopo sarebbe diventato Papa con il nome di Paolo VI) per il quale nel periodo piu' tragico del '900 "avvenne come quando in una sala si spengono tutte le luci, e ne rimane accesa una sola: tutti gli sguardi si dirigono verso quella rimasta accesa; e per fortuna questa era la luce vaticana, la luce tranquilla e fiammante, alimentata da quella apostolica di Pietro".
E allora proprio "l'Osservatore apparve allora quello che, in sostanza, e' sempre: un faro orientatore".
"Nella seconda meta' del Novecento - scrive ancora Papa Ratzinger - il giornale ha iniziato a circolare in tutto il mondo attraverso una corona di edizioni periodiche in diverse lingue, stampate non piu' soltanto in Vaticano: attualmente otto, tra cui, dal 2008, anche la versione in malayalam pubblicata in India, la prima interamente in caratteri non latini. A partire dallo stesso anno, in una stagione difficile per i media tradizionali, la diffusione e' sostenuta da abbinamenti con altre testate in Spagna, in Italia, in Portogallo". "Per tutto questo - spiega il Pontefice - desidero rivolgere il mio pensiero riconoscente a tutti coloro che, dal 1861 fino ad oggi, hanno lavorato al giornale della Santa Sede: ai direttori, ai redattori e a tutto il personale". Al professor Vian e a quanti con lui "cooperano attualmente in questo entusiasmante, impegnativo e benemerito servizio alla verita' e alla giustizia, come pure ai benefattori e ai sostenitori", Papa Ratzinger assicura infine la sua "costante vicinanza spirituale".
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