mercoledì 29 giugno 2011

Mons. Guido Marini: gli Apostoli Pietro e Paolo, "roccia" e "passione" della fede cristiana (R.V.)

Mons. Guido Marini: gli Apostoli Pietro e Paolo, "roccia" e "passione" della fede cristiana

La festa con la quale la Chiesa celebra oggi i Santi Pietro e Paolo presenta una liturgia particolarmente ricca. Sul significato dei simboli che la caratterizzano, Tiziana Campisi parlato con mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie:

R. – Si tratta di una solennità molto importante nel corso dell’anno liturgico e mi pare che i due significati principali siano proprio quelli che ci rimandano agli Apostoli Pietro e Paolo: da una parte, l’Apostolo Pietro con il quale confermiamo la nostra fede; dall’altra parte, l’Apostolo Paolo con il quale rinnoviamo la nostra passione, il nostro entusiasmo per l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo. Pertanto, ogni anno, celebrare questa solennità dei santi Pietro e Paolo in un modo poi del tutto particolare, ovviamente, qui a Roma, per l’intera cristianità deve proprio significare questo: riconfermare la propria fede con grande entusiasmo e anche con grande riconoscenza al Signore per il dono che ci è stato fatto, e nello stesso tempo riaffermare anche la nostra precisa intenzione, il nostro desiderio di portare a tutti l’annuncio del Vangelo che salva la vita.

D. – Il rito include l’imposizione del Pallio ad alcuni nuovi arcivescovi…

R. – Il Pallio sta a significare per i presuli una loro particolare autorità e giurisdizione sulle Chiese loro affidate ma questa loro autorità e giurisdizione viene esercitata in comunione con il vescovo di Roma. Il Pallio è proprio il segno di questa comunione degli arcivescovi metropoliti con il vescovo di Roma. Ecco, allora, il motivo e il ricco significato dell’inserimento di questo rito all’interno della solennità dei Santi Pietro e Paolo.

D. – Quest’anno la celebrazione della solennità dei santi Pietro e Paolo si è arricchita con la ricorrenza del 60.mo anniversario di sacerdozio di Benedetto XVI. Come si è inserita nella liturgia?

R. – Nel 1951, proprio il 29 giugno, Papa Benedetto è stato ordinato sacerdote. Proprio per questa coincidenza, quest’anno, si è pensato di dare particolare solennità alla celebrazione così che con la Cappella Sistina sarà presente anche l’Accademia di Santa Cecilia, insieme all’orchestra, verranno eseguite alcune parti musicali molto belle tra cui anche alcune parti della celebre “Messa di Papa Marcello”. Questo per quanto riguarda un po’ l’aspetto bello, solenne, di questa celebrazione, nella quale poi certamente ci sarà un grande invito a pregare per Papa Benedetto, per la sua persona, per il suo Pontificato.

D. – Il 29 giugno: un momento particolare per la Chiesa, soprattutto per quella di Roma. Come farne tesoro?

R. – Noi nei Santi Apostoli Pietro e Paolo vediamo i fondamenti, le colonne della Chiesa di ieri, di oggi, di sempre, che ci rimandano realmente a questa fede di Pietro che viene riconfermata lungo la storia dai suoi successori nella quale ci riconferma oggi Papa Benedetto. Quindi, credo che questa solennità ci parli dell’amore e della fedeltà alla Chiesa, che dobbiamo rinnovare con gioia, con entusiasmo, con grande passione. Io credo che questo sia il grande messaggio che ogni anno, il 29 giugno, viene riproposto a tutti noi. (bf)

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