Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Il Papa e la bambina giapponese
Lucio Brunelli
Ha impressionato tutti, credenti e non credenti, la risposta data in tv dal Papa a una bambina giapponese.
Elena, 7 anni, domandava a lui - “che parla con Dio” - di spiegare perché un Dio ritenuto buono avesse permesso una catastrofe con tante vittime innocenti.
Quante volte, in circostanze tragiche, abbiamo ascoltato prediche clericali che volevano essere rassicuranti, piene di certezze, ma in fondo non scalfivano in nulla il nostro dolore e finivano anzi con l'aumentare in noi il senso del dubbio.
“Non abbiamo risposte”, ha ripetuto invece due volte il papa. “Anche a me vengono le stesse domande...”. Poi ha aggiunto di essere certo che anche Gesù ha vissuto il mistero della sofferenza innocente, e che quindi il Dio vero non può non stare dalla parte di tutti i bambini tristi per la tragedia che ha martoriato il Giappone. “Un giorno io capirò che questa questa sofferenza non era vuota, ma che dietro di essa c'è un progetto buono, un progetto d'amore”. Nell'attesa di quel giorno, il papa ha offerto alla bambina la sua preghiera, la condivisione di quella tristezza.
Parlava con sincerità, il papa, e ha comunicato ad Elena, e a tutti noi, il senso dell'umanità profonda che nasce dalla fede. Proprio in questo suo essere vicino, in questa presenza, stava la risposta più vera e convincente alla domanda. Perché è tutta qui, a bene vedere, la novità del cristianesimo. Non una nuova filosofia, non una spiegazione, ma il mistero di un Dio che si fa presente.
E' un'esperienza che intuiamo anche sul piano umano. Quando si è travolti da un dolore, nessuna spiegazione appare esauriente e se pure lo fosse, nulla cambierebbe nella nostra condizione. La mano di un amico sulla spalla, invece, ci sostiene, apre un orizzonte più ampio ai nostri pensieri e sentimenti del momento. La possibilità che la compagnia di Dio all'uomo abbia la stessa fisicità, la stessa premura e tenerezza di un amico, anzi molto di più, si chiama grazia. Che non è un'illuminazione mistica ma il dono di incontri reali che si possono fare nella vita.
C'era tutto questo nella risposta così semplice e spontanea del papa. Una distanza siderale rispetto alle affermazioni del professor Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr, cattolico supertradizionalista, che in un'intervista a Radio Maria aveva parlato con 'certezza' dello tsunami giapponese come di una chiara manifestazione della “giustizia divina”.
Non si tratta nemmeno, come fa Repubblica, di esaltare nelle parole del papa il “coraggio del dubbio”. Benedetto XVI non ha “problemi con la fede”, come direbbe lo psicanalista Nanni Moretti al suo papa in crisi.
Ratzinger crede lietamente e senza ombra di dubbio nel mistero di Gesù Cristo, morto e risorto realmente. La certezza della fede è esperienza diversa dall'avere certezze preconfezionate su tutto. Non esiste un manuale della fede con le risposte belle e pronte a ogni quesito umano. Non un libro, ma un legno, il sacro legno della croce, ci ha salvato.
Come sempre geniale Massimo Gramellini ha dedicato il suo Buongiorno di ieri, su La Stampa, al papa “senza copione” visto in visto in tv il venerdì santo. L'ha colpito l'umiltà di Ratzinger e il passaggio della sua risposta ad Elena in cui dice che “però un giorno potremo capire tutto”. Non so quanto coscientemente ma Gramellini ha tradotto queste parole con un'immagine così umanamente efficace della Grazia che, pensiamo, anche questo papa discepolo di sant'Agostino potrebbe usarla in una delle sue prossime catechesi: “Il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce”.
© Copyright Eco di Bergamo, 24 aprile 2011
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4 commenti:
Ecco la puntata de L'Appuntamento di Marzullo su Gesù di Nazaret di papa Benedetto. Tra gli ospiti Rodari e Politi.
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2011-04-23&ch=1&v=60789&vd=2011-04-23&vc=1
Antonio
mi sembra improprio e anche poco corretto denigrare de Mattei paragonando il suo intervento a Radio Maria con la risposta del Papa alla bambina così come improponibile è in ogni caso il suo paragone con il Papa.
Un conto è quando si risponde ad una domanda diretta e soprattutto drammatica e si interloquisce con una persona in carne ed ossa. Un altro conto è fare un discorso teorico e generale come quello di de Mattei.
come si fa a negare che quello del papa sia un approccio differente da quello di De Mattei? Poi liberi tutti di preferire le risposte che si vogliono... Io preferisco l'approccio del papa; molto bello l'articolo...
La risposta di Roberto di Mattei non ha niente di vero . E` soltanto una risposta di tipo materialista molto scorretta e sbagliata ed addirittura pericolosa . Perche` secondo questo modo di vedere e di capire le cose , si potrebbe pensare , che quando le cose vanno bene , allora siamo bravi ed e` per questo che le cose ( materiali) vanno bene ( tipo pace nel nostro paese , benessere , salute etc.etc. )
Ma ragionando in questo modo , si potrebbe tranquillamente alla sbagliatissima convinzione , che le persone sane sono sane perche` sono bravi ( una cosa che non e` sempre vera ) e le persone che soffrono , soffrono perche` sono cattivi ( anche questo non e` sempre vero ) .
Consiglio a tutti quanti di leggere il salmo numero 73 , e vedrete che colui che ha scritto quel salmo aveva lo stesso problema finche` non ha capito che le cose materiali non sono le cose da cercare , nemmeno sono la prova che Dio ne e` soddisfatto . Ecco in due parole , non sono ne una benedizione ne una maledizione .
Tante volte vediamo , che le persone che bestemmiano Dio e non credono in Dio , oppure sono indifferenti alle cose che riguardano Dio , e prorio queste persone stanno bene economicamente , non hanno guerre , stanno bene di salute e cosi via . Come spiegherebbe oppure capirebbe de Mattei questa cosa ? cosa direbbe allora , che Dio e` soddisfatto con queste persone ed e` per questo che stanno bene?Cosa direbbe allora uno oppure una credente se dovesse pensare cosi? Che Dio e` ingiusto? che ha creduto invano?Vedete quant`e` pericoloso questo modo di vedere e di pensare?
Dio decide quando e come ognuno di noi dovrebbe partire da questo mondo . E come diceva sant` Agostino , non ha importanza come e quando moriremo ma come viviamo . Se io dovessi vivere la mia vita amando Dio e gli altri . Partiro` quando partiro` da questa vita per la vera vita , per la vita eterna , per essere per sempre con il Mio Signore e mio Dio . E se io dovesse vivere male , anche se dovessi vivere mille anni , allora? Cosa mi servira` vincere il mondo intero , se poi dovessi perdere la mia anima?
Come ha detto il santo padre , non abbiamo tutte le risposte , non sappiamo sempre siegare il perche` , ma una cosa dobbiamo fare , cioe` avere fiducia , e credere che tutto quello che Dio fa` e permette nella nostra vita , e` per il nostro bene , anche quando non capiamo .
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