CARD. BAGNASCO: PEDOFILIA TRA IL CLERO, “COME FULMINE A CIEL SERENO”
“La gente si chiede come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di niente”: questa la domanda posta oggi, nella conferenza stampa di chiusura dell’assemblea generale dei Vescovi italiani, al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, a proposito dei casi di pedofilia tra il clero.
Il cardinale ha risposto che “purtroppo, questa è una triste possibilità di vivere in una condizione di schizofrenia esistenziale. Questa possibilità esiste, fa parte della nostra libertà e anche della nostra complessità psicologica interiore, e rende possibile addirittura di vivere una doppia o una tripla vita, facendo bene, al contempo, il proprio ‘lavoro’”. Ha poi proseguito affermando che “questi fatti evidenziano la necessità assoluta e imprescindibile da parte di ciascuno di ‘custodire se stessi’, con umiltà e concretezza. Perché – ha precisato – vivere la fede è vivere un rapporto, un incontro non occasionale e passeggero, ma permanente e profondo con Dio”.
Sempre a proposito dei segnali indicatori di questi comportamenti “infami e infamanti”, ha poi aggiunto che “’è possibile che non ci siano segnali o voci o denunce da parte della comunità cristiana e così ci si trova di fronte ad essi come fulmine a ciel sereno”.
Sempre a proposito dei casi di pedofilia tra il clero, il cardinale ha illustrato ai giornalisti il percorso nazionale di attuazione delle indicazioni venute dalla Santa Sede, dopo lo scoppio dello scandalo-pedofilia in diversi Paesi.
Ha ricordato anzitutto che “un primo livello di questa attenzione della Chiesa riguarda il Vescovo diocesano che, come padre e pastore, costituisce il primo fondamentale e irrinunciabile referente anche per questo tipo di problemi”. “Un secondo livello – ha proseguito – è quello indicato nelle linee-guida della Congregazione dei Vescovi, che riguardano la fase preliminare di indagine e le eventuali successive fasi giudiziarie”. “C’è infine – ha aggiunto – il terzo livello, che si riferisce alle disposizione della Congregazione per la Dottrina della Fede. All’interno di questo percorso – ha poi detto il cardinale Bagnasco – si colloca la vera novità, rappresentata dalla richiesta alle singole Conferenze episcopali nazionali di stendere delle linee-guida appunto nazionali.
Per quanto riguarda la Cei – ha precisato – stiamo lavorando a un testo che è già in fase molto avanzata e che dovremmo avere l’opportunità di chiudere prima della scadenza indicata del maggio 2012”. Ha poi concluso sottolineando che in questo testo è contenuta l’indicazione “che i Vescovi possano continuare a invitare le persone a fare denunce di fronte a casi di questo genere”.
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