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Mah...a parte il fatto che Papa Wojtyla non e' morto il 22 ottobre, direi che non c'e' il rischio segnalato nell'articolo.
Leggo infatti: "Sorge però il dubbio che queste accentuazioni rispondano a una tendenza negli apparati ecclesiastici ad accentuare l'aura di trascendenza intorno al Papa, conferendo al pontefice un riverbero quasi divino".
Se questo rischio esiste, dobbiamo ammettere che esso puo' valere per Giovanni Paolo II, non certo per Benedetto XVI. Cristelli parla genericamente del Papa e quindi penso che si riferisca ad ogni Papa (in caso contrario avrebbe commesso un errore grave). Sono sicura che l'autore sara' d'accordo con me quando affermo che non esiste Papa piu' "umano" (aggettivo contrapposto a divino) di Joseph Ratzinger. In questi anni chiunque, dentro e fuori la Chiesa, si e' sentito in diritto di prenderlo piu' o meno metaforicamente a calci e pugni sicuro del fatto che nessuno avrebbe reagito. Non ci si comporta cosi' con chi e' circondato da "un'aura di trascendenza".
Del resto nemmeno Cristo godeva di tanto privilegio.
Direi, quindi, che Cristelli puo' stare tranquillo a meno che non cada anche lui nello stesso errore di tanti: considerare Wojtyla come l'unico Papa della storia della Chiesa.
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9 commenti:
Io credo anzi che tutto questo hype (meritato o no, lo deciderà il buon Dio) provochi l´effetto contrario: non sono in pochi coloro che manifestano dubbi di fronte alla presentazione di un Papa e di un papato talmente splendido e glorioso da meritare tante vie preferenziali.
Io, pur giovane, ho ben altri ricordi.
jacu
Al culto idolatrico di Wojtyla, all'esaltazione totalmente acritica hanno contribuito i media stessi. Inutile poi che si deplori, come fa la brava Angela Ambrogetti su Tempi, la dilagante contrapposizione fra sostenitori di Wojtyla e sostenitori di Ratzinger poiché il Papa si deve amare a prescindere da chi è. I giornalisti facciano un esame di coscienza su quanto hanno scritto e detto, non scritto e non detto in questi ultimi sei anni e capiranno il perché della saturazione che molti dimostrano.
Alessia
Alessia dice una grande verita'. Mi dispiace doverlo dire (e non mi riferisco certo ad Angela Ambrogetti che, anzi, e' sempre stata piu' che corretta ed anche affettuosa), ma la contrapposizione e' nata come reazione alla saturazione mediatica e a quanto e' accaduto lo scorso anno.
Possiamo girarci intorno finche' vogliamo ma, purtroppo, e lo dico con sofferenza, ci hanno costretto a scegliere.
I media ma soprattutto la Chiesa recitino mea culpa. Magari non e' troppo tardi.
R.
@Alessia
Chi ha a cuore la figura del Papa in quanto tale e non come persona Woytila, Ratzinger ecc, non può non aver notato come ci sia una disparità di atteggiamento: Benedetto è il capro espiatorio di errori (commessi, probabilmente (spero), in buona fede) del passato; mentre chi avrebbe dovuto vigilare sulla Chiesa ora viene in pompa magna, per vie preferenziali, beatificato, osannato ecc.
Non si capisce come si possa beatificare chi stava a capo della Chiesa in quegli anni, mentre le colpe ricadono su chi allora non era neppure il numero due; e stranamente i sostenitori di Giovanni Paolo II non alzano un dito in sua difesa, anzi, perché sanno benissimo che l´allora card. Ratzinger non aveva né l´autorità né la conseguente responsabilità per quei fatti, ma pur di togliere ogni dubbio sul Giovanni il grande si sacrifica Benedetto.
Forse è questo che a chi, per sensibilità propria, per affinità intellettuale, vede più vicino Benedetto, che non sopporta.
Forse qualche sostenitore di Giovanni Paolo II su questo dovrebbe meditare: come si può far cristianamente tollerare che qualcuno venga caricato delle responsabilità e colpe non sue o per lo meno non solo sue? E´cristianamente tollerabile che uno venga imbrattato di fango e l´altro letteralmente portato sugli altari?
Jacu
Jacu da' a tutti modo di riflettere.
Si', il problema e' quello da lui indicato.
Laicamente (sara' questo il mio limite?) fatico ad accettare che il peso sia addossato ad una sola persona che, come giustamente dice Jacu, non era il numero due.
R.
Non lo è Jacu, è un abominio vero e proprio. Benedetto ha deciso di seguire il Maestro e di bere l'amaro calice sino in fondo, una scelta di cui non conosciamo le motivazioni ultime, oltre a quella di conformarsi al Signore. Il primo maggio per molti di noi non potrà essere un giorno di gioia condivisa, ma di amarezza.
Alessia
Vorrei sapere perché alcuni candidati alla beatificazione godono di corsie preferenziali ed altri no? Quali sono i meriti a tenere in considerazione per godere di questo "privilegio"? Esiste un "misuratore" della santità di una persona?
che i media con le loro continue contrapposizioni abbiano esacerbato gli animi è un dato di fatto. ne ho fatto anch'io esperienza.Però, per favore, non si cada in quella che, a tutti gli effetti, è una lotta fratricida. siamo di fronte, io credo, a due figure straordinarie, mi sembra una grandissimo peccato prendere unicamente le parti dell'una per essere poi costretti a sminuire l'altra. anche perchè son certo che sarebbero proprio i due principali protagonisti a restarne delusi. non è giusto dire che siamo costretti a scegliere l'uno o l'altro. E' proprio questo l'obiettivo, neanche tanto recondito, di chi ha avversato il pontificato dell'uno e avversa tuttora il pontificato dell'altro.
Antonio
Questo è l'articolo di Angela Ambrogetti a cui alludevo
http://www.ilportonedibronzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=116:perche-schierarsi&catid=1:ultime&Itemid=50
Mi chiedo perché sia così difficile capire dove sta il problema.
Alessia
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