domenica 3 aprile 2011

Benedetto XVI all’Angelus ricorda Giovanni Paolo, “grande pontefice e testimone di Cristo”. Quindi l’invito a trovare la forza in Cristo per vincere il male e operare il bene (R.V.)

Benedetto XVI all’Angelus ricorda Giovanni Paolo, “grande pontefice e testimone di Cristo”. Quindi l’invito a trovare la forza in Cristo per vincere il male e operare il bene

Benedetto XVI, all’Angelus, rende omaggio a Giovanni Paolo II, “grande Pontefice e Testimone di Cristo”. Quindi l’invito rivolto a tutti i fedeli raccolti, numerosissimi oggi in Piazza San Pietro, a sperimentare il dono della benevolenza di Dio nel tempo quaresimale. Nell’incontro con Cristo – ha ricordato il Papa - troviamo infatti “la forza per vincere il male e operare il bene” Il servizio di Roberta Gisotti

Il pensiero di Benedetto XVI è corso all’“amato predecessore”, all’indomani della ricorrenza del sesto anniversario della morte di Giovanni Paolo II, in vista della sua beatificazione il prossimo primo maggio. Per questo ha spiegato il Papa “non ho celebrato la tradizionale Messa di suffragio, ma l’ho ricordato con affetto nella preghiera, come penso tutti voi”.

“Mentre, attraverso il cammino quaresimale, ci prepariamo alla festa di Pasqua, ci avviciniamo con gioia anche al giorno in cui potremo venerare come Beato questo grande Pontefice e Testimone di Cristo, e affidarci ancora di più alla sua intercessione”.

Quindi l’invito del Papa a “sperimentare il dono della benevolenza del Signore nei nostri confronti” nel “particolare tempo” quaresimale “di grazia”. Richiamando il tema della gioia nel Vangelo odierno, nel quale Gesù guarisce un uomo cieco dalla nascita, Benedetto XVI ha evidenziato “come una persona semplice e sincera, in modo graduale, compie un cammino di fede: in un primo momento incontra Gesù come un ‘uomo’ tra gli altri, poi lo considera un ‘profeta’, infine i suoi occhi si aprono e lo proclama ‘Signore’. Al contrario i farisei non vogliono accettare il miracolo, mentre la folla resta distante e indifferente e gli stessi genitori del cieco sono vinti dalla paura del giudizio degli altri.
“Anche noi a causa del peccato di Adamo siamo nati ‘ciechi’, ma nel fonte battesimale siamo stati illuminati dalla grazia di Cristo”.
Se “il peccato aveva ferito l’umanità destinandola all’oscurità della morte”, “in Cristo risplende la novità della vita e la meta alla quale siamo chiamati”, ha sottolineato ancora il Papa. Dalla fede “riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene”.

“Infatti la vita cristiana è una continua conformazione a Cristo, immagine dell’uomo nuovo, per giungere alla piena comunione con Dio”.

Gesù “‘luce del mondo’”, “che continua a rivelare nella complessa trama della storia quale sia il senso dell’esistenza umana”.

“Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione”.

Infine l’esortazione: “in questi giorni che ci preparano alla Pasqua ravviviamo in noi il dono ricevuto nel Battesimo”

“quella fiamma che a volte rischia di essere soffocata. Alimentiamola con la preghiera e la carità verso il prossimo”.

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