BENEDETTO XVI: UDIENZA, ESSERE “TESSERE DEL GRANDE MOSAICO DI SANTITÀ”
Sant’Agostino, ha ricordato Benedetto XVI nell’Udienza generale di oggi, commentando il capitolo quarto della Prima Lettera di san Giovanni, dice una cosa coraggiosa: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. “Chi è guidato dall’amore, chi vive la carità pienamente è guidato da Dio, perché Dio è amore”, ha precisato il Papa. Ma, “possiamo noi con i nostri limiti tendere così in lato?”. La Chiesa, durante l’anno liturgico, “ci invita a fare memoria di una schiera di santi, di coloro, cioè, che hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Essi ci dicono che è possibile per tutti percorrere questa strada”. “In ogni epoca della storia della Chiesa, ad ogni latitudine della geografia del mondo, i santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione”, ha proseguito il Pontefice. “Devo dire anche per la mia fede personale molti santi, non tutti, sono vere stelle nel firmamento della storia. Per me non solo alcuni grandi santi che amo e conosco bene sono indicatori di strada – ha rivelato il Santo Padre –, ma anche i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate, sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede”.
“Questa bontà alla quale sono maturati nella fede della Chiesa – ha sottolineato Benedetto XVI - è per me la più sicura apologia del cristianesimo e segno di dov’è la verità”. Nella comunione dei santi, “coltiviamo la ferma speranza di poter imitare il loro cammino e condividere un giorno” la “vita eterna”. “Come è grande, bella e semplice la vocazione cristiana vista in questa luce – ha esclamato il Papa -! Tutti siamo chiamati alla santità: è la misura stessa della vita cristiana”. Di qui l’invito “ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore”. “Non abbiamo paura – ha concluso - di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore”.
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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “IL VERO DISCEPOLO DI CRISTO SI CARATTERIZZA PER LA CARITÀ”
“Dio ha largamente diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato; perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui”, ha affermato Benedetto XVI durante l’Udienza generale di oggi. “Ma – ha aggiunto - perché la carità, come un buon seme, cresca nell’anima e vi fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e, con l'aiuto della sua grazia, compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'Eucaristia e alla santa liturgia; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, al servizio attivo dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù”. La carità, infatti, “dirige tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine”. Per il Santo Padre, “è essenziale non lasciare mai una domenica senza un incontro con Cristo Risorto nell’Eucaristia, che è luce per tutta la settimana, e non finire un giorno senza almeno un breve contatto con Dio. Nella strada della nostra vita seguire l’indicatore di strada che Dio ci ha dato con Cristo che è solo l’esplicitazione di cosa è la carità”. Perciò “il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carità sia verso Dio che verso il prossimo”.
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