sabato 16 aprile 2011

Salvatore Izzo: Non vedrò "Habemus Papam" perché il Papa lo abbiamo davvero

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine ospitiamo questo commento di Salvatore Izzo sul Pontificato di Papa Benedetto e sul film di Moretti. Ancora grazie :-)
R.

NON VEDRO' "HABEMUS PAPAM" PERCHE' IL PAPA LO ABBIAMO PER DAVVERO

Cara Raffaella,

oggi Joseph Ratzinger compie 84 anni ed e' una grande gioia per me pensare che sara' proprio lui, tra due settimane, a proclamare beato il suo grande predecessore, Giovanni Paolo II, che poco prima di morire - nell'ultimo libro, "Alzatevi, andiamo" - lo indico' come l'amico piu' fedele. Posso immaginare con quanta emozione pronuncera' la formula in piazza San Pietro.
Una grande emozione la vivro' anch'io, che avendo seguito da vicino Papa Wojtyla per 19 anni sono assolutamente certo della eroicita' delle sue virtu' (il che non implica ovviamente un giudizio su tutte le singole scelte di governo) come sono certissimo anche dei miracoli che gli sono attribuiti prima e dopo la morte (di alcuni dei quali ho potuto personalmente raccogliere dirette testimonianze in tempo reale).
Questo solo per spiegare che nulla o quasi in questi giorni potrebbe turbare il clima sereno con il quale ci prepariamo a vivere le feste che si avvicinano: il sesto anniversario dello strardinario Pontificato che stiamo vivendo (occasione per rendere grazie a Dio del dono di questo Papa altrettanto grande e illuminato) la Pasqua e infine la Beatificazione che coincidera' con la Festa della Divina Misericordia.
Cosi' ho pazientemente sopportato martedi' scorso la lettura dei giornali che facevano confusione sul decreto che coraggiosamente consente il culto del nuovo beato a Roma, in Polonia e ovunque venga richiesto dalle Conferenze Episcopali (o da singoli vescovi in quei paesi, se ce ne saranno, nei quali le Conferenze non avanzeranno la richiesta). E altrettanto pazientemente ho evitato ogni polemica sugli errori di traduzione di Youcat usati - da improvvisati difensori dell'ortodossia cattolica, scesi lancia in resta contro presunti innovatori in tema di paternita' responsabile e difesa della vita fino alla morte naturale - come pretesto per svilire la bellissima iniziativa di un nuovo catechismo per i giovani (e Dio sa se ce ne era bisogno). Debbo dire che trovare in prima pagina su importanti quotidiani la notizia infondata del ritiro del volumetto da parte di Citta' Nuova in effetti mi aveva un po' irritato, ma poco dopo mi ha tranquillizzato vedere Benedetto XVI accogliere con totale serenita', all'Udienza Generale, il dono del libro dai ragazzi della Gmg, scendendo poi a farsi fotografare con loro: piu' autorevole imprimatur non poteva esserci (anche qui, ovviamente, non su ogni parola tradotta dal testo originale, perche' termini come contraccezione e eutanasia se usati nel loro significato letterale e isolati dal contesto possono risultare fuorvianti: ma l'operazione di estrapolarli e' stata fatta da prelati preoccupati di mettere in cattiva luce qualche cardinale e dai media che gli sono andati dietro, di certo non la faranno i ragazzi).
Nulla di nuovo, del resto: alla disinvoltura con la quale i media trattano i temi religiosi ormai ci siamo tutti abituati. Il fatto nuovo di questi giorni e' invece il film di Moretti "Habemus Papam". Cosi' l'ospitalita' che ti chiedo e' per lanciare sommessamente un appello: non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono (con una ben curiosa giustificazione: Moretti poteva essere molto piu' cattivo).
Bocciamolo al botteghino. Saremo noi cattolici a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo, perche' il pubblico laico si annoierebbe a morte e infatti disertera' le sale. E' su di noi che si fa conto per recuperare l'investimento cospicuo che e' stato fatto per ricostruire la Sisitina in uno studio. Se vogliamo respirare l'atmosfera del Conclave andiamoci direttamente alla Sistina: per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l'orario di apertura e dimezzato il costo dei biglietti. Perche' dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione? Non mi sembra che regga il solito argomento che dobbiamo conoscere per giudicare: non e' che debbo saltare giu' dal sesto piano per capire che potrei farmi male.
Per noi cattolici di motivi per non vedere il film di Moretti ce ne e' almeno uno fortissimo, quello che ci hanno insegnato le nostre mamme: "gioca con i fanti e lascia stare i santi". Non e' un bello spettacolo vedere scimmiottare la figura del Capo della Chiesa Cattolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell'elezione impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto. Il Papa non si tocca: e' il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesu' ha fondato la sua Chiesa. E' la Santita' di Nostro Signore Gesu' Cristo, come lo chiamava fino a qualche anno fa l'Osservatore Romano. All'eta' di sei anni, Caterina da Siena (di ritorno a casa al tramontar del sole) rimase estasiata di fronte ad una visione e quando le chiesero cosa avesse visto, rispose: "Ho visto Gesu' vestito da Papa" (Gesu' le era apparso vestito da Papa e da li' capi' che la sua missione era di far tornare il Papa da Avignone a Roma). A seguito di questa visione, Santa Caterina chiamo' il Papa "il dolce Cristo in Terra".
"Tu sei Pietro e su questa pietra Io edifichero' la mia Chiesa e le porte dell'Inferno non prevarranno contro di Essa", ha detto Gesu' nel Vangelo e cosi' Pietro e i suoi successori sono diventati la pietra su cui e' costruita la Chiesa: "A te do le Chiavi del Regno dei Cieli e tutto cio' che legherai sulla Terra sara' legato anche in Cielo e tutto ciò che scioglierai sulla Terra sara' sciolto anche in Cielo". Di "Habemus Papam" non abbiamo bisogno, noi il Papa ce lo abbiamo per davvero.

Salvatore Izzo

12 commenti:

Fabiola ha detto...

Non andrò certo a vedere il film di Moretti, nonostante il quasi totale applauso dei cattolici sui media.
Perchè non ci serviva un Moretti per sapere che il compito di un Pontefice è troppo pesante per essere portato da un uomo solo.
E dato che, da 2000 anni, uomini diversissimi lo hanno portato, santamente o incoerentemente, in modo indefettibile. Perchè è Cristo che lo porta in loro.
Ma questo, per i vari Moretti, è indicibile e impensabile. E non hanno occhi per vedere che questo è accaduto, accade e accadrà. E' vero: il Papa non si tocca, Izzo ha ragione. Il Papa lo abbiamo. Il vecchietto, depresso e frustrato, che lo rappresenta nel film è una maschera vuota. Le dimissioni finali sembrano essere, in fondo, la realizzazione del desiderio che sia la Chiesa stessa a dimettersi da se stessa. Senza Cristo presente non potrebbe accadere altro. Ma tutta la storia cristiana è lì a gridare il contrario.

Caterina63 ha detto...

Caro Salvatore Izzo,
le sono immensamente grata per questa sua riflessione...
Sono stata a Roma in questi giorni e discutevo proprio con degli amici di questo film....
mi hanno chiesto un parere, da cattolica osservante... e cercando notizie in internet e vedendo qualche spezzone mi è sembrata una triste CARICATURA del Successore di Pietro...

Certo, mi è stato detto, che non posso giudicare se non lo vedo.... ma a pelle ho risposto che per sapere se una pistola carica uccida non me la punterò alla tempia... ^__^

Moretti e tanti altri fanno parte di quel gruppo di modernisti senza dubbio pronti a gridare essi stessi un "santo subito" rivolto alla SIMPATIA di un Pontefice, salvo poi girarsi dall'altra parte se si dovesse parlare di DOTTRINA e di Magistero di quel Pontefice esibito come atletico...

Al Moretti è piaciuto presentare un Pontefice che risponda ALLE SUE PAURE... un Papa che FUGGE davanti ai problemi, un Papa DEBOLE CHE GRIDA "NON CE LA FACCIO PIU'" e magari vorrebbe mandare tutto in malora....Cristo e dottrine compresi...senza sconti...
un Papa, quello del Moretti, che declina l'importanza dei dogmi e delle dottrine... un papa che si interessa di teatro (triste riferimento chiarissimo a Wojtyla).

Mons. Busti, grande esperto di cinema, essendo presidente dell'Acec, l'Associazione cattolica degli esercenti del cinema, BOCCIA IL FILM senza mezzi termini e dice:

«A parte la bravura di Michel Piccoli - il vescovo parte in tronco - mi pare che il film sia una ruffianata. Ci sono situazioni simpatiche e divertenti, ma si coglie l'intenzione del regista. Quella di introdurre un tema a lui molto caro da sempre, quello della psicanalisi, anche in Vaticano. Ed è troppo comodo, e per questo parlo di ruffianata, tirare in ballo il Papa. Certo. Perché, vede, sappiamo tutti che gli uomini si spaventano di fronte alle responsabilità, e anche un Papa appena eletto di sicuro deve fare i conti con questa paura. E allora cosa dà sicurezza agli uomini? Nulla? Come si fa, allora? Moretti non lo dice. Prende in giro anche la psicanalisi, questo non mi è sfuggito, però nel film viene apertamente detto che la fede non può porre rimedio a queste naturali debolezze».



Argomento che monsignor Busti non accetta: «La vita è un'altra cosa, non si può spiegare tutto, non si può ridurre un Papa al personaggio del film. C'è la fede, e di questo la storia non parla».

C'è un passaggio, in particolare, che agli uomini di chiesa difficilmente andrà giù. Nel corso del film lo psicanalista del Papa, cioè Moretti, pesca dalla Bibbia un salmo in cui, a suo dire, verrebbero descritti i sintomi della depressione. Che, dunque, sarebbe constatata, accettata: uno stato emotivo dell'uomo. Che prescinde dalla fede, che le resiste. L'intimo in contrapposizione alla fede in Dio. «Una forzatura, guardi - è la replica - Moretti vuole essere arbitro di tutto. E lo ammette lui stesso, giocando con le sue insicurezze: non è un caso, infatti, che il suo personaggio diventi ad un certo punto arbitro di questo gigantesco torneo di pallavolo fra i cardinali di diverse nazionalità. Non è un caso che sia lui a voler governare la volontà di questi improvvisati giocatori di pallavolo. Non è un caso che sia lui ad istruire i cardinali su un uso corretto degli psicofarmaci. Lui è tutti i personaggi del film, e poi inserisce elementi da giocherellone che rendono simpatici i cardinali e le guardie svizzere».

Anonimo ha detto...

anche io non andrò a vederlo, il film di Moretti

un peccatore

savasandir ha detto...

Scusate ma perché non vedere il film? E' bellissimo ed estremamente rispettoso della fede e dei suoi ministri. Moretti sta principalmente raccontando sé stesso e di un suo nuovo modo di vedere il mondo, la gente e appunto sé stesso.
Moretti nel film prende in giro amaramente sé steso e attenzione, che uno degli aspetti che ridicolizza di Sé stesso è il suo vecchio beffardo agnosticismo.
Ragazzi un cristiano non chiude gli occhi e le orecchie anche perché per leggere il Vangelo bisogna averle e tenerle aperte, come ci viene suggerito.

Anonimo ha detto...

Il film fa riflettere e mi è sembrato una richiesta d'aiuto in questi giorni confusi e travagliati in cui ci troviamo a vivere. Perchè dovremmo chiudere occhi ed orecchie e non ricordare le parole bellissime: "non abbiate paura?" e in nome della Fede dimenticare l'Umiltà?

Laura-Clara Mantovani ha detto...

Neppure se mi dessero dei biglietti gratuiti andrei a vedere uno degli squallidi e noiosissimi film del grigio e mesto Moretti.E' evidente che quest'ultima miseranda operina dipinge la Chiesa come la vorrebbe il laicume bigotto e parruccone: morta. E, come ha giustamente capito anche Marina Corradi, certo sarebbe così se nella realtà, come nel film, mancasse del tutto la fede che Moretti non ha e non sa immaginare. In questa situazione non si capisce perchè Moretti si ostina a occuparsi sempre della religione cattolica: forse perché i misulmani sono più suscettibili e quando si offendono sgozzano e decapitano?
Laura-Clara Mantovani

Anonimo ha detto...

Non ho visto il film e non ho voglia di vederlo; indipendentemente dal tema, anch'io trovo un po' tristi i film di Moretti. però, credo che a sua stessa insaputa, probabilmente, Moretti è uno che sta cercando. mi è capitato spesso ultimamente di incontrare persone che si dichiarano atee, non credenti, ecc. e che spesso deridono o si scagliano contro la Chiesa o contro la fede, ma che in realtà hanno una gran voglia di incontrare il Signore e allora tocca a noi, credo, rimboccarci le maniche e creare occasioni di Incontro.
Buona settimana santa a tutti. Maria Pia

Anonimo ha detto...

Aprirsi e "non aver paura" di ascoltare: due insegnamenti evangelici.

Anonimo ha detto...

Io l'ho visto ed è un gran bel film. Se non lo andate a vedere posso solo dire che mi dispiace per voi. La storia che racconta è puramente umana, è ambientata in Vaticano quasi per caso.

sonny ha detto...

Cara Raffaella. Cosa ne dici, abbiamo forse creato un nuovo "martire"?

http://www.iltempo.it/2011/04/18/1251454-file_botteghini_silenzio_dell_osservatore_romano_tv2000_emittente_vescovi.shtml

In molti stanno "triturando" il povero Salvatore Izzo e di questo mi dispiaccio molto, ma trovo giuste le argomentazioni di Tornielli proposte nel suo blog.
Attendo con ansia la recensione della nostra Alessia.

Anonimo ha detto...

Io penso che giudicare senza andare a guardare e "ascoltando" solo gli altrui pareri e' un po' come atteggiarsi alla Ponzio Pilato.
Ognuno e' LIBERO di pensare come la vuole e nemmeno Gesu' pur sapendo che sarebbe finito in Croce ha cercato di fermare Giuda dal suo tradimento.
Lo ha lasciato LIBERO di agire.
Siamo tutti grandi e vaccinati per poterlo andare a vedere e POI ma soltanto POI giudicare e criticare.

Anonimo ha detto...

Io ho visto il film e non l'ho trovato scandaloso: è lo sguardo di un non credente sulla fragilità di tanti uomini di Chiesa, ma ci vedo nonostante tutto una certa simpatia umana (così come nel film di Moretti "La Messa è finita" di tanti anni fa).
Concordo quindi con le valutazioni di Andrea Tornielli e non con quelle di Izzo.
E comunque credo che invitare a boicottare un film serva solo a fargli propaganda e a favorirne una lettura in senso anticlericale (al di là delle intenzioni del regista).