venerdì 25 marzo 2011

Benedetto XVI sceglie una suora per le Meditazioni della Passione (La Rocca)

VIA CRUCIS

Benedetto XVI sceglie una suora per le Meditazioni della Passione

Madre Maria Rita Piccione è la prima donna nel pontificato di Ratzinger a scrivere l'intero ciclo. Una mano femminile anche per tutte le immagini del racconto che sono disegnate da Elena Manganelli, anche lei monaca agostiniana

di ORAZIO LA ROCCA

CITTA' DEL VATICANO

Sarà una donna l'autrice delle meditazioni sulle 14 stazioni della Passione di Cristo che Benedetto XVI presiederà al Colosseo il prossimo Venerdì Santo. Il delicato incarico quest'anno è stato assegnato - su decisione del Papa - ad una suora, Maria Rita Piccione, presidente della Federazione delle Monache Agostiniane e madre superiora del monastero dei Santi Quattro Coronati che si affaccia sul Colosseo, dove la sera del 22 aprile - trasmesso in mondovisione tv su Raiuno - sarà celebrato il suggestivo rito della Passione alla presenza del Pontefice e di migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo.
Madre Piccione sarà, dunque, la prima donna nel pontificato di Benedetto XVI a scrivere l'intero ciclo di meditazioni per la via Crucis. Prima di lei avevano fatto la stessa cosa altre due consorelle durante il precedente pontificato di Giovanni Polo II: nel 1993 madre Anna Maria Canopi, abbadessa dell'abazia benedettina "Mater Ecclesiae" - che fu la prima donna in assoluto a comporre le meditazioni del Venerdì Santo al Colosseo -, e nel 95, sorella Minke de Vries, monaca della comunità protestante di Grandchamp (Svizzera), la quale, a sua volta, fu la prima esponente non cattolica a scrivere per il Papa le meditazioni della Passione. Una novità assoluta nel suo genere, che tre anni dopo, nel 98, papa Wojtyla volle ripetere con un esponente ortodosso, il teologo Olivier Clement, il qualche dedicò la "sua" Via Crucis a "tutte le donne del mondo" - specialmente quelle vittime di violenze, sopraffazioni e sfruttamento -, partendo dal "coraggio" mostrato da quel piccolo gruppo di Pie donne che 2 mila anni fa restarono vicino alla Madanna e a San Giovanni sul Golgota, ai piedi della croce di Cristo.
In occasione del Giubileo del 2000, inoltre, papa Wojtyla affidò i testi per la Via Crucis a un gruppo di 14 giornalisti internazionali, tra cui c'erano alcune donne, che si occuparono ognuna di una singola meditazione: la vaticanista del Tg5 Marina Ricci, la vaticanista messicana Valentina Alazraki, quella francese Sophie De Ravinel, la tedesca Marie Czernin e la portoghese Aura Miguel Vistas.
Ma tra le novità di quest'anno, non meno significativa sarà la scelta iconografica del libretto su cui saranno pubblicate le meditazioni e che la Rai utilizzerà durante la trasmissione: tutte le immagini del racconto della Passione sono state disegnate per la prima volta da una suora, Elena Manganelli, anch'essa monaca agostiniana.
In passato, i testi della Via Crucis papale sono stati composti anche da figure non ecclesiastiche. Nel 1999, Giovanni Paolo II incaricò il poeta Mario Luzi. Nelle ultime edizioni, sono saliti alla ribalta della Passione al Colosseo, alcuni tra i più importanti cardinali, Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, e Camillo Ruini, per circa 17 anni presidente della Cei e vicario generale di papa Wojtyla per la diocesi di Roma.
Tra i commenti più clamorosi, indimenticabili furono le severe meditazioni del Venerdì Santo del marzo 2005, pochi giorni prima della morte di Giovanni Paolo II. In quella Via Crucis si pregò ad alta voce e senza troppi giri di parole per condannare "la sporcizia" che offuscava l'immagine della Chiesa nel mondo.
Autore di quel mea culpa fu l'allora cardinale Joseph Ratzinger, che il successivo 19 aprile ascese al soglio di Pietro col nome di Benedetto XVI.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/03/25/news/le_meditazioni_affidate_ad_una_donna-14095756/

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