Al via a Londra la Conferenza sulla Libia. Il nunzio Mennini: serve una “road map” per ristabilire la pace
La diplomazia al lavoro per trovare una soluzione alla crisi libica, mentre sul terreno continuano gli scontri tra forze leali a Gheddafi e ribelli. A Londra, è il giorno della Conferenza internazionale, convocata dal premier britannico, David Cameron. All’appuntamento, prende parte anche la Santa Sede, rappresentata dal nunzio apostolico a Londra, mons. Antonio Mennini, che in questa intervista di Alessandro Gisotti, realizzata stamani, invoca la realizzazione di una “road map” per la Libia:
R. - L’aspettativa principale credo sia quella che sia i Paesi della “coalizione” sia gli altri Paesi, che sono stati invitati insieme a noi, possano davvero facilitare il raggiungimento di quell’obiettivo indicato dal Santo Padre domenica scorsa. Un obiettivo ribadito anche da altre istanze, come la Conferenza Episcopale Italiana: che si giunga, il più velocemente possibile, alla fine degli scontri armati per poter cominciare a pensare ad una “road map” che ristabilisca non solo la pace in Libia ma che significhi anche la ripresa di una vita normale e civile per tutta la popolazione libica, senza eccezioni né di appartenenze ideologiche, politiche né tantomeno religiose ed etniche.
D. - Il Papa ha ricordato proprio questo: la priorità è la persona umana, la difesa dei civili innocenti…
R. - Sì. Date le dichiarazioni dei dirigenti delle organizzazioni che fanno capo a questi Paesi, credo che ci sia quest’intento, cioè la difesa delle persone vittime di soprusi, ingiustizie, attacchi e violenze. Credo inoltre che sarà molto importante stabilire anche un programma finalizzato non soltanto a definire gli aiuti più immediati, materiali, ma proprio ad un processo concreto, costituito da tappe, anche da eventi politici, per ristabilire davvero uno stato delle cose che sia basato sulla giustizia e sulla pace. In tal senso, credo che sappiamo bene che non c’è pace senza perdono ed in questa dimensione immagino che la Chiesa cattolica in Libia potrà giocare un ruolo molto importante ed imprescindibile.
D. - La voce super partes della Chiesa e della Santa Sede, con la sua significativa presenza alla Conferenza, è anche un elemento in più, che può aiutare…
R. - Penso proprio di sì. Credo che le parole del Santo Padre e l’azione della Santa Sede stiano anche a significare l’aiuto a riscoprire tutte quelle che sono le aspirazioni più profonde e genuine dell’intera famiglia umana. Famiglia che, in un modo o nell’altro, vive nell’ansia di una ricomposizione dell’unità di cui, noi credenti - e soprattutto noi cattolici - crediamo essere la Chiesa, - come dice il Concilio Vaticano II - il simbolo, il Sacramento di questa ricomposizione di tutte le famiglie dell’intera umanità. (vv)
Attesa, dunque, per i risultati dell’odierna Conferenza di Londra, che traccerà le prossime linee d’azione della comunità internazionale in Libia. Il vertice è stato anticipato da una videoconferenza tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania. Intanto sul terreno proseguono gli scontri con la lenta avanzata dei ribelli verso Sirte. Sentiamo Amina Belkassem:
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L’avanzata degli insorti verso Sirte prosegue, dunque, anche se più lentamente di quanto inizialmente previsto. Ieri sera, tutti i giornalisti stranieri presenti nella città sono stati evacuati e fatti rientrare a Tripoli. Nella capitale libica si trova Cristiano Tinazzi che ci racconta degli ultimi sviluppi del conflitto al microfono di Stefano Leszczynski:
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Un auspicio perché si fermino le armi in Libia e si segua la via della diplomazia. Lo ha espresso il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella prolusione al consiglio episcopale della Cei che si è aperto ieri a Roma. E anche il presidente della Repubblica Italiana, Napolitano, ha parlato della situazione libica, nel suo intervento alle Nazioni Unite a New York. “Il mondo – ha detto – non poteva assistere senza reagire”. E sull’iniziativa diplomatica di Londra abbiamo sentito il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli:
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