giovedì 31 marzo 2011

Mons. Sviatoslav Schevchuk (Ucraina): "L'età media dei nostri sacerdoti è di 35 anni"

Papa/ Capo dei cattolici ucraini bizantini: Da noi preti 35enni

Schevchuk oggi dal Papa. "Con Mosca collaborazione su valori"

Parla una decina di lingue (oltre all'ucraino, polacco, russo, inglese, greco, latino slavonico, spagnolo e italiano), ha quarant'anni e da una settimana guida i cinque milioni di cattolici ucraini di rito bizantino.
Monsignor Sviatoslav Schevchuk stamane è stato ricevuto dal Papa, che lo scorso 25 marzo ha approvato la sua elezione da parte del sinodo della sua Chiesa. Approvazione non scontata, poiché, a differenza di altre chiese cattoliche di rito orientale, gli ucraini non esprimono un patriarca (in tal caso l'avallo del Pontefice è automatica) ma solo un arcivescovo maggiore. E per il nuovo arcivescovo maggiore di Kiev degli ucraini, subentrato all'anziano card. Lubomyr Husar, andato di recente in pensione, l'approvazione è tanto più importante in ragione della sua giovane età, che fa prevedere un governo di lunga durata. "Approvando la mia elezione il Santo Padre mi ha tributato una grande fiducia e gliene sono grato", ha detto Shevchuk nel corso di una conferenza stampa organizzata dal portavoce vaticano Federico Lombardi nella sala stampa della Santa Sede dopo l'udienza.
"Abbiamo seguito le norme canoniche della nostra Chiesa, non c'è stata nessuna forzatura", ha assicurato l'arcivescovo. Quasi a confermare che la sua giovane età non è un'eccezione, Schevchuk ha spiegato: "L'età media dei nostri sacerdoti è di 35 anni". I sacerdoti cattolici di rito orientale si possono sposare (accade anche in Italia, ad esempio nell'eparchia Piana degli Albanesi), ma per il nuovo leader della chiesa non è questo il motivo dell'alto numero di conversioni. La ragione, invece, è "l'esplosione della Chiesa" dopo il crollo dell'Unione sovietica e la fecondità dei "semi del cristianesimo" nei paesi che fino all'89 stavano oltre la Cortina di ferro. Quanto all'ordinazione di sacerdoti sposati, prevista in Ucraina, non è ammessa in ogni paese dove si è estesa la diaspora dei cattolici ucraini. "Ma in Canada e negli Stati Uniti ciò avviene", ha spiegato l'arcivescovo maggiore di Kiev. Monsignor Schevchuk non ha nascosto qualche perplessità nei confronti delle autorità politiche ucraine. "Come cittadino ucraino rispetto il mio presidente, spero che anche lui rispetti me", ha detto. Quanto al progetto di chiedere al Papa di innalzare la sede cattolico-ucraina da arcivescovado a patriarcato, preannunciato dallo stesso Schevchuk prima del viaggio a Roma, "la nostra Chiesa sta crescendo e si sta strutturando. Ma naturalmente aspettiamo che sia il Papa a decidere e ci fidiamo della sua saggezza". Se la presenza dei cattolici in Ucraina è guardata con sospetto dal Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie, che la considera addirittura una possibile causa di difficoltà all'incontro tra il patriarca Kirill e il Papa, il nuovo leader dei cattolici di rito orientale in Ucraina non è pessimista sui rapporti con Mosca. Schevchuk ha raccontato di aver partecipato pochi giorni prima del sinodo che ha portato alla sua elezione a un congresso internazionale organizzato a Wuerzburg, in Germania, dall'associazione Aiuto alla Chiesa che soffre. Durante una tavola rotonda alla quale è intervenuto anche il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, cardinale Kurt Koch, il metropolita Hilarion Alfeyev, responsabile del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha sottolineato il bisogno di un'"alleanza strategica" tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica per difendere insieme i valori cristiani tradizionali nella società secolarizzata. Un'invito accolgo dall'esponente ucraino. In Ucraina, oltre alla chiesa cattolica di rito ortodosso, vi è anche una chiesa cattolica di rito latino, guidata da uno degli ex segretari di Giovanni Paolo II, mons. Mieczyslaw Mokrzycki, e, infine, una chiesa cattolica armena e una armena. Diverse, poi, le chiese ortodosse, non sempre in buoni rapporti tra loro e con Mosca.

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