BAGNASCO: NELLA UE E' URGENTE DIFENDERE VITA E FAMIGLIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mar.
"La Chiesa in Europa non cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del matrimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della liberta' religiosa e educativa". Lo scrive il card. Angelo Bagnasco in una riflessione diffusa in occasione del 40esimo anniversario del Consiglio delle Conferenze episcopali europee. Per Bagnasco, "senza un reale rispetto di questi valori primi che costituiscono l'etica della vita, e' illusorio pensare ad un'etica sociale che vorrebbe promuovere l'uomo ma in realta' lo abbandona nei momenti di maggiore fragilita'".
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BAGNASCO: L'EUROPA DEVE RENDERE PRESENTE L'UMANESIMO CRISTIANO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mar.
"Le Chiese che sono in Europa contribuiscono con la fede e la testimonianza a rendere presente l'umanesimo cristiano". Lo scrive il card. Angelo Bagnasco in occasione dei 40 anni del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee.
"Ai nostri giorni segnati dal relativismo sul piano teoretico e dal consumismo sul piano pratico, la fede cristiana - afferma il presidente della Cei - e' sfidata a dare ragione della sua plausibilita' e della rispondenza alle domande profonde della gente". L'augurio del cardinale italiano e' che "il Ccee possa continuare nel solco tracciato in questi anni per approfondire sempre piu' il legame tra l'evangelizzazione e la cultura del nostro tempo, e per mostrare che il cristianesimo non e' soltanto un dono da preservare ma e' anche il compito che ci attende per reinterpretare il mondo in cui viviamo".
Preoccupazioni analoghe a quelle espresse da Bagnasco ispirano un meessaggio a firma del presidente della Ccee, card. Peter Erdo, arcivescovo di Budapest, e dei vicepresidenti, il cardinale di Zagabria Josip Bozanic e quello di Bordeaux, Jean Pierre Ricard, che sottolinenano come la Chiesa Cattolica, si senta chiamata "a essere presente e a portare la luce di Cristo in questo mondo globalizzato". "Il Ccee - si legge nella lettera firmata dai tre porporati membri dell'ufficio di presidenza dello stesso organismo - puo' essere considerato un frutto del concilio Vaticano II e dell'approfondimento della verita' ecclesiologica della comunione dei vescovi, chiarita con accento speciale proprio in quel tempo".
Sin dalle sue origini, infatti, esso fu pensato come "un organismo che doveva respirare "a due polmoni" e che doveva accogliere la gerarchia ecclesiastica di tutto il continente europeo", in parte allora sotto regimi filosovietici. Oggi in Europa ? continua ancora la lettera pubblicata oggi dall'Osservatore Romano ? le sfide sono diverse "ma l'importanza dei rapporti fra noi vescovi e fra le nostre Conferenze episcopali non e' per questo diminuito. I nostri sforzi per stabilire reti di amicizia e di solidarieta', in un tempo in cui la vita si sta sempre piu' inter-collegando, diventa cosi' una testimonianza della sollecitudine". Nel definire gli ambiti di lavoro su cui il Consiglio sta lavorando, i tre cardinali che sono alla guida del Ccee, ricordano come l'attenzione primaria di questo organismo ecclesiale europeo e' "rivolta all'uomo in Europa, alla sua situazione personale, sociale e spirituale. Pensiamo in particolare alle questioni legate alle migrazioni e ai problemi collegati al crollo demografico: alla famiglia, all'educazione e alla cultura del rispetto per la vita per difenderla in tutte le sue fasi, dal suo concepimento alla morte naturale. Solo la cultura dell'amore e della vita potra' garantire un futuro. Amare l'uomo significa per noi anche e soprattutto dare a ognuno la possibilita' di incontrare e conoscere Gesu' Cristo. Per questo motivo il Ccee e' particolarmente impegnato nell'evangelizzazione e nella cura della fede".
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IMMIGRATI: S. EGIDIO, EMERGENZA RIGUARDA TUTTA LA UE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mar.
L'attuale emergenza a Lampedusa, "non vede l'adeguata partecipazione e il sostegno degli altri paesi europei". Lo denuncia in una nota la Comunita' di Sant'Egidio, per la quale "una maggiore responsabilita' europea e' un obiettivo da raggiungere". Per questo Sant'Egidio propone che "l'Italia si faccia promotrice di un rinnovato sistema di cooperazione europea nell'accoglienza ai flussi migratori prodotti dalla crisi in atto nel Maghreb, richiedendo comunque al Consiglio europeo di assumere al riguardo la decisione prevista dall'art. 5 della Direttiva 2001/55/CE del 20 luglio 2001, ai sensi del quale, accertata, anche su richiesta di uno dei paesi membri 'l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati' il Consiglio europeo determina le modalita' con coi assicurare loro 'la protezione temporanea'.
Cio' consentirebbe tra l'altro di assecondare la spontanea tendenza dei profughi a ricongiungersi a familiari gia' regolarmente soggiornanti in altri paesi europei". La Comunita' di Sant'Egidio propone inoltre di "concedere ai profughi giunti nel nostro paese permessi di soggiorno temporaneo, che potrebbero rientrare nella determinazione delle quote annuali dei flussi di ingresso per motivi di lavoro, anche stagionale, rendendo cosi' immediatamente utile la loro presenza a beneficio delle esigenze dell'economia italiana". Nell'appello si chiede infine che "nell'immediato, con ancor maggiore impegno, venga sostenuta l'opera di prima accoglienza dei profughi, sollevando da pesi e responsabilita' eccessive la popolazione di Lampedusa e dando piena attuazione alla positiva decisione del Governo di trasferire i profughi nella varie regioni italiane". "Riteniamo che le persone sbarcate sulle coste italiane dall'inizio dell'anno ad oggi - conclude la nota - non siano solo profughi da accogliere, ma rappresentino anche una opportunita': oggi puo' essere il momento per ripensare la politica dell'accoglienza in relazione con la societa' da cui provengono, in senso meno emergenziale".
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