Il cardinale Montezemolo: «Contro l’orrore il perdono»
Oggi Pontefice e Rabbino pregheranno insieme alle Fosse Ardeatine
CITTA’ DEL VATICANO
«Una visita privata da parte di un Papa tedesco non potrà che fare riflettere perché mette in contrasto l’orrore dell’eccidio nazista col valore della fratellanza».
Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo sarà uno dei membri della delegazione che stamattina accompagnerà Benedetto XVI alle Fosse Ardeatine. Con loro ci saranno i vertici dell’Anfim, esponenti della Comunità ebraica, tra cui il rabbino capo di Roma Di Segni, rappresentanti delle comunità protestanti. «Indicherà ai giovani i punti fondanti della nostra società, la ricerca del perdono, della giustizia, della solidarietà».
Uno dei responsabili della strage, il capitano delle SS Priebke che sconta la pena ai domiciliari in considerazione dell’età avanzata, lo ha mai incontrato?
«Non ho avuto modo di parlargli personalmente ma lo perdono. Ma ciò non implica essere contrari a che la giustizia civile vada avanti. Secondo la nostra fede noi cerchiamo di dimenticare e perdonare, ma occorre fare in modo che la pagina di storia resti e possa insegnare qualcosa alle nuove generazioni».
Priebke riuscì a fuggire in Argentina grazie alla cosiddetta “ratline”, la rete alla quale presero parte anche alcuni esponenti del clero. Perché nessuno all’interno della Chiesa, a distanza di tanto tempo, affronta questa pagina con serenità per rafforzare il valore simbolico del momento?
«Tutto quello che serve per superare le ombre del passato e creare fratellanza e comprensione credo che vada fatto. Tuttavia sulla questione specifica, di attività collaterali per far fuggire all’estero i nazisti, non sono al corrente e nemmeno ho elementi per dare giudizi».
Quando fu ucciso suo padre, il colonnello Montezemolo, lei aveva 18 anni. Che cosa ricorda?
«Quei giorni sono impressi nella mia memoria in modo vivido. Ogni particolare è come se si fosse cristallizzato. I tedeschi lo conoscevano bene mio padre, fu lui a fondare il fronte militare clandestino, dopo il 1943. Fu arrestato in circostanze mai chiarite, rinchiuso e torturato a Via Tasso. Dopo l’attentato di via Rasella i tedeschi nella rappresaglia presero anche i prigionieri di via Tasso. Il resto è storia».
Fu lei a riconoscere i resti di suo padre...
«Era l’estate del 1944 e seguii tutta l’opera di identificazione e riesumazione. Ero uno studente e seguivo da vicino il medico legale Ascarelli. Le indagini furono accuratissime. Ancora oggi non riesco a togliermi di dosso quel senso di orrore».
FRA.GIA.
© Copyright Il Messaggero, 27 marzo 2011
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La Provincia dei Gesuiti dell'Oregon accorda a vittime di abusi $ 166 milioni, record assoluto per un Ordine
http://seattletimes.nwsource.com/html/localnews/2014597022_jesuit26m.html
Alberto
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