Commemorazione alle Fosse Ardeatine: domenica la visita del Papa
Commovente commemorazione, stamani, al Sacrario delle Fosse Ardeatine, a Roma per ricordare le vittime dell’eccidio compiuto dai nazisti il 24 marzo 1944. 335 le persone uccise come rappresaglia all’attentato di via Rasella, in cui erano morti 33 tedeschi. Numerose le autorità presenti alla commemorazione, tra cui il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che ha deposto una corona di alloro all’ingresso del Sacrario. Intanto, cresce l’attesa per la visita che il Papa compirà alle Fosse Ardeatine domenica prossima. Il servizio di Isabella Piro:
Ricordare l’eccidio delle Fosse Ardeatine è parte integrante delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ha esordito così il presidente Napolitano, ribadendo che nella storia italiana ci sono stati anche agli anni terribili della seconda guerra mondiale e che “la vicenda delle Fosse Ardeatine è la più emblematica della ferocia nazista in Italia”. Tanti i giovani e le scolaresche presenti alla commemorazione. Una presenza apprezzata dal Capo dello Stato, poiché – ha detto – “ciò significa che le ultime generazioni comprendono bene il significato di questa cerimonia”. Momento centrale della commemorazione, quello della lettura dei nomi delle 335 vittime, di cui due - Salvatore La Rosa e Marco Moscati - sono state identificate proprio ieri, grazie al dna. Presenti anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e quello della Regione Lazio, Renata Polverini. Mentre in un messaggio, il capo del Senato, Renato Schifani, ha sottolineato come “il ricordo di quei tragici avvenimenti deve aiutare a preservare, con costanza e impegno, i valori di libertà e giustizia che sono alla base della democrazia".
Intanto, cresce l’attesa per la visita privata che Benedetto XVI renderà al Sacrario delle Fosse Ardeatine domenica prossima, alle 10. Ad accogliere il Santo Padre saranno, tra gli altri, il card. vicario Agostino Vallini e il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. Tra le vittime, infatti, vi sono anche 76 ebrei. La visita si articolerà in diversi momenti: il Papa deporrà un cesto di fiori davanti alla lapide che ricorda l’eccidio, poi raggiungerà l’interno del Sacrario e, insieme al Rabbino Capo, reciterà una preghiera per i defunti. Infine, Benedetto XVI rivolgerà un breve saluto a tutte le persone presenti. Ad invitare il Papa è stata l’Anfim, l’Associazione Nazionale tra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria. Ascoltiamo la presidente, la sig. Rosina Stame:
R. - Sono felicissima che venga il Santo Padre. È proprio un desiderio, una necessità direi, dei familiari dell’Associazione, perché dobbiamo passare il testimone, perché le Ardeatine racchiudono tutte le varie forme di diversità che, però, si sono intersecate e, addirittura, hanno costituito un denominatore comune, dal punto di vista civile, sociale, militare e religioso. Anche alcuni stranieri si sono immolati in questo Sacrario. Se queste 335 persone sono riuscite, malgrado la diversità, a ragionare, a riflettere e soprattutto ad agire nello stesso modo, credo che esse diventino come il Talmud per gli israeliti e la Bibbia per i cattolici e via dicendo.
D. - Anche Paolo VI nel ’65 e Giovanni Paolo II nell’82 visitarono le Fosse Ardeatine. Quale ricordo resta della loro presenza?
R. - È stato bello in quanto per entrambi i Papi era la prima volta che incontravano il Capo Rabbino e hanno pregato con molta devozione e con fraternità alle Ardeatine. È stata una preghiera unitaria. Quindi per me Dio esiste ed è Uno solo e come tale gli va portato rispetto.
D. - Le Fosse Ardeatine ricordano un momento di violenza, eppure trasmettono un messaggio di riconciliazione…
R. - Ma proprio perché le vittime hanno subito tanta violenza. Tante volte, andando al Sacrario, io parlo con loro e sento come delle risposte, come una sorta di calore… Non posso neanche descrivere quello che sento. Ma proprio perché hanno sofferto tanto, proprio perché hanno cercato di violentarle fino allo spasimo, ci dicono continuamente che qualsiasi guerra, qualsiasi lotta di sopraffazione non porterà solo che male, morte e violenza. Quindi noi dobbiamo lavorare per ottenere l’opposto di questo. Loro rappresentano e racchiudono la vera pace, che è di carattere sociale, nazionale, internazionale e spirituale.
D. - Lei ha perso Suo padre nelle Fosse Ardeatine. Cosa ricorda di quei momenti e quale insegnamento Le hanno lasciato da trasmettere ai nostri ascoltatori?
R. - Mio padre lo ricordo benissimo e non solo lo ricordo, ma l’ho in me. Quando io ho visto mio padre l’11 marzo del ’44 a Regina Coeli, dopo che era stato per 40 giorni a Via Tasso nella cella di segregazione, io gli ho chiesto perché stava in quel bruttissimo posto. Lui mi prese sulle ginocchia, perché io non mi capacitavo, in quanto non l’ho riconosciuto dall’aspetto, l’ho riconosciuto quando mi ha detto: “Rosettina, ma non saluti papà?”. Allora io gli ho chiesto: “Perché tu stai qui?” e lui mi ha detto: “Senti, tesoro, ricordati bene queste parole: io sto qui, in questo bruttissimo posto, come giustamente dici tu, perché tu e tutti i bambini come te possiate vivere in un mondo libero, giusto e di pace”. Questo è il motivo che alimenta giornalmente nei familiari il desiderio, la necessità di trasmettere la memoria alle nuove generazioni, affinché non debbano più patire tanto dolore.
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