domenica 20 marzo 2011

Cristianesimo e identità europea, l'irrinunciabile incontro (Thomas Jansen)

EDITORIALE

L'irrinunciabile incontro

Cristianesimo e identità europea

Thomas Jansen - Germania

Quando si parla di nazioni come comunità che condividono uno stesso destino, guardando all'Europa nel suo complesso si può affermare che la sua storia comune, nel corso di vari secoli, abbia comunque originato una comunità di destini tra loro variamente collegati e interdipendenti. La vicinanza, così come la comunità dell'esperienza collettiva, ha creato tra i popoli europei una relazione particolare, percepita da essi in modo consapevole o inconsapevole. Anche nei casi in cui la convivenza è divenuta contrapposizione, la vicinanza ha portato a una delimitazione dei confini e in cui la coesistenza si è tramutata in concorrenza e infine in guerra, l'esperienza della comunità ha profondamente forgiato gli europei, originandone l'identità.
L'esperienza storica comune è rafforzata da un'unità culturale considerevole, in cui paradossalmente si è sempre conservata la molteplicità a livello costitutivo. Questa molteplicità ha una radice comune e cioè la sintesi tra la cultura greco romana del Mediterraneo e la cultura slavo-germanica continentale. In questa sintesi, un ruolo decisivo di catalizzatore lo ha svolto il Cristianesimo.
Nel Medio Evo, il mondo europeo scaturito da questa sintesi ha sempre avuto consapevolezza della propria unità. Anche nell'era moderna, addirittura in quella contemporanea, questa consapevolezza non è mai andata persa, nonostante i più terribili scontri bellici, avvenuti nel segno della differenziazione tra le nazioni e dell'antagonismo nazionalistico o ideologico.
Certamente, oggi questa consapevolezza unitaria non si basa più su un'appartenenza dichiarata e vissuta alla Chiesa o a una delle comunità religiose cristiane. È un peccato: ma l'Europa non è più l'"Europa cristiana", che cent'anni fa era ritenuta ancora qualcosa di ovvio e che, dopo le esperienze della Seconda Guerra mondiale e dell'Olocausto, gli europei - così come anche i Padri fondatori della Comunità europea - avevano ben presente, come speranza e come progetto.
Il Cristianesimo europeo si presenta oggi a noi in forma differenziata, così come l'Europa. Il Cattolicesimo, l'Ortodossia, il Protestantesimo scaturito dalla Riforma: questi influssi che, a loro volta, si manifestano in vario modo, hanno contribuito da un lato a creare la variegata molteplicità e la ricchezza culturale del nostro continente; dall'altro, la presenza di più sensibilità e forme confessionali, per troppo tempo intese come vie di salvezza tra loro opposte e che si escludevano reciprocamente, implica un potenziale considerevole di conflitti e divisioni.
Ma se il Cristianesimo, con tutte le sue numerose manifestazioni e tensioni, strade sbagliate e divisioni è corresponsabile delle divisioni dell'Europa, non va tuttavia ignorato quanto il Cristianesimo stesso sia stato sempre strumentalizzato dai poteri politici, divenendo vittima delle divisioni territoriali, egemoniche o sociali. Nella storia del Cristianesimo si rispecchia, in modo complesso, il destino dell'Europa stessa.
Persino l'Illuminismo, che per molti aspetti mise in discussione le tradizioni e le dottrine ecclesiastiche, poté svilupparsi solo sul terreno del Cristianesimo. Non è perciò una contraddizione che il Cristianesimo - ad eccezione dell'Ortodossia - abbia interiorizzato l'Illuminismo nel proprio annuncio e in particolare nella propria dottrina sociale. E, per contro, si può affermare che persino l'umanesimo ateistico, derivato dal''Illuminismo, non possa rinnegare la propria origine cristiana, anche qualora si presenti in modo decisamente anticlericale o addirittura antireligioso.
Nonostante i numerosi tentativi di far dimenticare il ruolo forgiante del Cristianesimo, l'influsso cristiano continua ad essere presente in Europa, nelle sue nazioni e nelle sue culture. Il consenso culturale degli europei, reso possibile dal Cristianesimo, è stato un requisito fondamentale del successo sbalorditivo del progetto di unificazione europea verificatosi negli ultimi decenni. Tale consenso non è un qualcosa di ovvio ma va sempre ricreato e curato, poiché resta una condizione irrinunciabile per la coesione europea, anche per gli sviluppi futuri dell'Unione europea.

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