MISSIONARI MARTIRI: HANNO VOLUTO RICORDARLI ANCHE OBAMA E L'ONU
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 24 mar.
La crisi libica ha consigliato di accorciare la trasferta latino americana del presidente degli Stati Uniti. Ma Obama non ha voluto rinunciare a rendere omaggio alla memoria di mons. Oscar Arnulfo Romero, accendendo una candela nella cripta della cattedrale di San Salvador in cui e' sepolto l'arcivescovo ucciso dagli squadroni della morte della dittatura militare. Lo ha fatto ieri anticipando il gesto che voleva compiere oggi in quanto l'omicidio avvenmne il 24 marzo 1980. Questa data ogni anno sara' ricordata -per decisione dell'Onu- come "Giornata internazionale per il diritto alla verita' in cio' che attiene le violazioni flagranti dei diritti umani e per la dignita' delle vittime".
Da quindici anni la Chiesa italiana dedica il 24 marzo alla preghiera per i missionari martiri. Sono 25 quelli assassinati nel 2010. L'elenco include un vescovo italiano -monsignor Luigi Padovese Vicario apostolico dell'Anatolia- 17 sacerdoti, un religioso, una religiosa, 2 seminaristi, 3 laici. Diciassette operatori pastorali hanno perso la vita in America. Segue l'Asia, con 6 missionari uccisi; quindi l'Africa, dove hanno perso la vita in modo violento un sacerdote e un seminarista. Il vescovo Padovese, presidente della Conferenza Episcopale Turca, fu assassinato a coltellate e poi decapitato dal suo autista a Iskenderun in Turchia lo scorso 3 giugno 2010.
Il piu' giovane tra i martiri del 2010 e' probabilemente Julien Kenord, 27 anni, operatore della Caritas svizzera, che e' stato ucciso a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, l'8 ottobre scorso, in seguito a un tentativo di rapina. Aveva appena riscosso un assegno di 2.000 dollari in una banca locale, quando fu aggredito a colpi di pistola da sconosciuti mentre era in macchina. La Segretaria generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight, ha affermato che era "un collaboratore molto leale e dedito al suo lavoro. Aveva aiutato le vittime del terremoto a ricostruire la loro vita".
Il Brasile e' invece il Paese che anche quest'anno conta il maggior numero di operatori pastorali uccisi: hanno trovato la morte don Dejair Goncalves de Almeida e il laico Epaminondas Marques da Silva, aggrediti nella canonica da banditi in cerca di denaro; don Rubens Almeida Goncalves, assassinato nella sua parrocchia probabilmente per un diverbio con una persona a cui avrebbe negato l'affitto della sala parrocchiale; il seminarista Mario Dayvit Pinheiro Reis, ucciso da rapinatori che volevano impossessarsi della sua automobile; don Bernardo Muniz Rabelo Amaral, aggredito da un uomo a cui aveva dato un passaggio.
In Colombia sono morti don Roman de Jesus Zapata, ucciso nottetempo nella canonica della sua parrocchia; don Herminio Calero Alumia, ucciso durante una discussione a un posto di blocco della polizia; Luis Enrique Pineda, coadiutore salesiano, che e' stato derubato e poi accoltellato.
In Messico sono morti don Jose' Luis Parra Puerto, assassinato dopo essere stato derubato del furgoncino su cui viaggiava; don Carlos Salvador Wotto, trovato nella sua parrocchia imbavagliato e legato, con bruciature di sigaretta sulle braccia e segni di tagli in diverse parti del corpo. In Peru' sono stati vittime di malviventi il francescano Linan Ruiz Morales ed il suo collaboratore Ananias Aguila: il corpo del primo e' stato rinvenuto nella sua camera da letto, messa a soqquadro, il secondo nella cucina a fianco della chiesa, dove c'e' la mensa per i poveri. In Venezuela ha trovato la morte don Esteban Robert Wood: l'omicidio e' stato attribuito ad una rapina perpetrata da sconosciuti e finita con l'assassinio. In Ecuador il corpo del religioso polacco Miroslaw Karczewski e' stato rinvenuto nella canonica della sua parrocchia, con ferite sul collo e su altre parti del corpo. Dopo averlo ucciso, colpendolo con un grande crocifisso, i malviventi hanno rubato cellulare e computer.
In Iraq, don Wasim Sabieh e don Thaier Saad Abdal sono rimasti uccisi durante l' attentato nella Cattedrale siro-cattolica di Bagdad, che ha causato decine di morti e feriti fra i fedeli che erano riuniti per la Santa Messa domenicale. In Cina, don Joseph Zhang Shulai, vicario generale della diocesi di Ningxia, e suor Maria Wei Yanhui, della stessa diocesi, sono stati uccisi nella Casa per anziani a Wuhai, distretto di Wuda, nella Mongolia interna, da un laico che si era voluto vendicare perche' era stato licenziato. In India don Peter Bombacha e' stato assassinato da sconosciuti nell'ashram da lui fondato a Baboola, a circa un chilometro dalla residenza del Vescovo di Vasai, antico centro abitato vicino a Mumbai. Il suo corpo era in un lago di sangue, aveva una corda al collo e un paio di forbici infilzate nella gola.
Il sacerdote e il seminarista rimasti uccisi in Africa, sono entrambi nella Repubblica Democratica del Congo. Don Christian Bakulene stava tornando, insieme ad un amico, nella sua parrocchia nel nord Kivu quando due uomini armati, in uniforme militare, lo hanno bloccato e ucciso dopo aver sottratto il denaro al suo amico. Il seminarista gesuita di nazionalita' togolese, Nicolas Eklou Komla, e' stato ucciso alla periferia della capitale, Kinshasa, mentre stava rientrando allo scolasticato con alcuni amici. Un uomo armato e mascherato li ha fermati, probabilmente per rapinarli, e nella discussione che ne e' nata il bandito ha sparato alcuni colpi di arma da fuoco che hanno colpito a morte il seminarista.
© Copyright (AGI)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento