LIBRO PAPA: CARD. VALLINI, UNA COMMOVENTE TESTIMONIANZA DI FEDE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mar.
"E' stato detto che questo libro non e' stato scritto da un professore ma da un innamorato che offre al lettore una testimonianza commovente, e dopo averlo letto credo sia proprio vero". Con queste parole il card. Agostino Vallini, vicario di Roma ha introdotto il dibattito sul volume "Gesu' di Nazaret, dall'ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.
Nel corso dell'incontro, nella basilica di San Giovanni in Laterano illuminata a giorno nonostante fosse quasi notte, Vallini ha poi lodato il Papa per questo "libro denso e impegnativo come tutti i suoi testi, che toccano questioni essenziali della fede, che affronta a partire dal fondamento storico". Tra le questioni piu' rilevanti, a giudizio del vicario di Roma, il doppio ambito della ragione e della fede e la "questione centrale della risurrezione di Gesu' senza la quale la fede cristiana non ha senso". Il card. Vallini ha, quindi, ringraziato il Papa "per la smentita dell'interpretazione che di Gesu' Nazareno hanno dato le teorie e teologie della rivoluzione e per averci spiegato con argomenti convincenti la natura di Cristo Messia". "Rendere accessibile la figura di Gesu' agli uomini che rischiano di essere travolti dalle bufere del tempo e della storia, e' senz'altro un'impresa che va di gran lunga al di la' della passione di un ex professore di teologia, la cui occupazione preferita e' quella di scrivere libri", ha sottolineato da parte sua mons. Gerhard Ludwig Muller, vescovo di Ratisbona e presidente della Fondazione Ratzinger tedesca. "Qui non si tratta - ha chiarito il presule - di un ulteriore libro su Gesu'. Che il mondo intero non sarebbe bastato a contenere tutti i libri che si potrebbero scrivere intorno a Gesu', lo sapeva gia' l'evangelista Giovanni nel primo secolo. Si tratta invece di occuparsi direttamente di Gesu' stesso e, tramite lui, del nostro rapporto con Dio". "Il linguaggio e le argomentazioni di Benedetto XVI - ha spiegato mons. Muller - hanno un tono semplice e dimesso, come quello di Paolo. Non si tratta di prodursi in discorsi brillanti, ne' di abbandonarsi al piacere intellettuale della riflessione e della retorica, bensi' di diffondere l'annuncio di Dio e del suo Regno: Gesu' Cristo crocifisso e risorto".
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LIBRO PAPA: PERA (PDL), LAICISMO HA SUO MODELLO IN PONZIO PILATO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 mar.
Il termine "pilatesco" descrive bene "il laico moderno che non si assume la responsabilita' della verita' o perche' la nega in assoluto o perche', considerando tutte le verita' equipollenti, non si impegna su alcuna di esse". Ne e' convinto il politico e filosofo Marcello Pera, amico personale ed estimatore di Papa Ratzinger, al quale il vicario di Roma, card. Agostino Vallini, ha affidato ieri sera il compito di presentare il libro "Gesu' di Nazaret, dall'ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione", firmato da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, nella cattedrale del Laterano. Per l'ex presidente del Senato, "Benedetto XVI si oppone a questa conclusione". Da un lato, "si deve evitare cio' che altrove Benedetto XVI e Giovanni Paolo II hanno definito 'la dittatura del relativismo', ma dall'altro lato occorre ugualmente evitare cio' che potremmo chiamare la 'dittatura della verita'' o, come dice Benedetto XVI, la 'menzogna ideologica' dei regimi oppressivi". "Per il credente - ha ricordato Pera - Gesu' serve per la nostra salvezza. E per gli altri per la nostra liberta'". "Che cosa ha fatto di penalmente rilevante? Una somossa, una rivolta alle autorita' politiche, o si e' innalzato ad autorita'?". No, ha risposto Pera, anche se "era una nuova religione per Pilato che era parte di un impero tollerante", il suo non era un crimine. Pilato "si lava le mani del problema della verita'". E qui Pera ha fatto un'osservazione: "Come Pilato anche noi siamo impreparati al problema della verita'". E per di piu' una corrente di pensiero "ci ha dato una teoria consolatoria: la verita' non compete alla politica, all'etica, alla religione, ma compete alla scienza e a tutto cio' che e' riducibile alla prova scientifica". Quindi, ha commentato Pera, "per i laici moderni Pilato aveva ragione a lavarsi le mani, visto che non esiste un altro regno nell'aldila', o non c'e' o e' irrilevante". "Il termine pilatesco si applica bene - dunque - al laico moderno che non si assume le responsabilita' della verita'". E cosi' come il Papa nel libro, anche Pera si e' chiesto "se puo' la politica assumere la verita' come una sua qualita', o deve lasciare la verita' cercando invece la soggettivita', procurando la pace e la giustizia con gli strumenti che ha a disposizione". E, ha concluso Pera, non dimentichiamoci che "la laicita' non basta a se stessa. La vera laicita' presuppone il cristianesimo".
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