In libreria il secondo volume su Gesù di Nazaret
«Dall'ingresso a Gerusalemme alla risurrezione»
ANDREA GAGLIARDUCCI
Il cuore di tutto è il capitolo sulla Resurrezione. Non per niente, Benedetto XVI ci ha messo mani fino all'ultimo. Perché «è nella Resurrezione la nostra sfida» scrive Ratzinger, riprendendo le parole di Paolo.
Ma il libro su Gesù racconta anche di una Chiesa che è come «una barca in mezzo alla tempesta», ma con i toni ottimistici di chi sa che alla fine le forze del male non prevarranno. È il testamento spirituale di un Papa che è rimasto teologo. E che da teologo ha accettato l'incarico di guidare per un periodo la barca della Chiesa.
«Una testimonianza commovente, affascinante e liberatrice», commenta il cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, che presenta in Sala Stampa l'ultima fatica letteraria di Joseph Ratzinger. «Un libro forte, che mi ha commosso», commenta - da laico - Claudio Magris, scrittore, colpito dall'intuizione ratzingeriana che «Gesù dice cose nuove usando le parole dell'Antico Testamento». Una intuizione che racconta molto della "continuità" della fede, sempre sostenuta da Ratzinger in contrasto con quanti vedono la storia della Chiesa come una storia di rotture, l'ultima delle quali sarebbe stato il Concilio Vaticano II.
Sono un milione e 200mila le copie del secondo volume "Gesù di Nazaret" distribuite nel mondo, 280mila solo in Italia. Già si pensa ad una seconda edizione, mentre, alle traduzioni già disposte (20 i contratti editoriali stipulati dall'Editrice Vaticana) i aggiungeranno presto edizioni coreane e giapponesi, arabe e greche. Il traguardo del milione e mezzo di copie - le vendite del primo libro su Gesù di Nazaret - è destinato ad essere superato molto presto.
In 380 pagine, il libro racconta la Passione, morte e Resurrezione vista dall'esegeta Ratzinger. Che non fa una "Cristologia dall'alto", ma dal basso.
«Con il suo annuncio - scrive Ratzinger - Gesù ha realizzato un distacco della dimensione religiosa da quella politica, un distacco che ha cambiato il mondo e che veramente appartiene all'essenza della sua nuova via». Il Pontefice sottolinea che nell'ordine in vigore ai tempi di Gesù «le due dimensioni - quella politica e quella religiosa - erano, appunto, assolutamente inseparabili l'una dall'altra».
E nella decisione di mettere a morte Gesù, non pesò solo una preoccupazione politica, legata alla «legittima preoccupazione di tutelare il tempio e il popolo», ma anche «l'egoistica smania di potere da parte del gruppo dominante». Fermo restando questo punto, «Gesù nel suo annuncio e con tutto il suo operare, aveva inaugurato un regno non politico del Messia e aveva cominciato a staccare l'una dall'altra le due realtà, fino ad allora inscindibili. Ma questa separazione di politica e fede, di popolo di Dio e politica - osserva ancora il Papa - appartenente all'essenza del suo messaggio, era possibile, in definitiva, solo attraverso la croce».
Staccarsi dal Gesù rivoluzionario è anche una condanna della teologia della liberazione? No, spiega il cardinal Ouellet, perché nel libro Ratzinger non condanna nessuno, si pone solo in ascolto della storia di Cristo. Una storia che ha il suo culmine nella Resurrezione, un "paradosso" che va oltre la scienza. La resurrezione di Gesù non contrasta con il dato scientifico della realtà ma è qualcosa che va oltre la scienza, qualcosa che ci dice che «esiste un'ulteriore dimensione rispetto a quelle che finora conosciamo». Anche la Chiesa deve risorgere. Oggi, scrive Ratzinger, «la barca della Chiesa, col vento contrario della storia, naviga attraverso l'oceano agitato del tempo. Spesso si ha l'impressione che debba affondare. Ma il Signore è presente e viene nel momento opportuno». Perché «il Gesù che si congeda non va da qualche parte su un astro lontano - scrive Ratzinger - Egli entra nella comunione di vita e di potere con il Dio vivente, nella situazione di superiorità di dio su ogni spazialità».
© Copyright La Sicilia, 11 marzo 2011
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