Il Papa: no allo sfuttamento e alla precarietà del lavoro, spezzare la catena delle morti bianche
La crisi economica con le sue conseguenze occupazionali e «il grave problema della sicurezza sul lavoro» sono stati al centro del discorso rivolto da Benedetto XVI a ottomila fedeli della diocesi di Terni, che hanno gremito questa matina l'Aula Nervi in Vaticano, nel 30° anniversario della visita di Giovanni Paolo II alle Acciaierie della città. Il primo pensiero del Pontefice è andato agli incidenti e alle morti bianche «che più volte avete dovuto affrontare». «Occorre - ha scandito Ratzinger - mettere in campo ogni sforzo perchè la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata».
Più in generale, ha continuato il Papa rivolto ai fedeli, è «il tema del lavoro che oggi vi preoccupa, con i suoi problemi, soprattutto quello della disoccupazione. E che dire - ha aggiunto - della precarietà del lavoro, soprattutto quando riguarda il mondo giovanile? È un aspetto che non manca di creare angoscia in tante famiglie». Per il Pontefice la disoccupazione mina la stabilità sociale e il bene comune: «Il lavoro è un elemento fondamentale sia della persona umana che della società e le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune».
Benedetto XVI ha anche denunciato come la «dignità specifica del lavoro umano» venga violata quando questo «viene visto solo come strumento di guadagno, se non addirittura, in diverse parti del mondo, come mezzo di sfruttamento e quindi di offesa alla stessa dignità della persona». Il Papa ha accennato con preoccupazione infine ai «ritmi del consumo» che rischiano di «rubarci anche il senso della festa», sollecitato in questo da un intervento del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, il quale ha ricordato la situazione di alcune mamme della diocesi umbra, che «non possono vedere i loro figli e stare con loro di domenica a causa dei turni di lavoro». (M. Do.)
© Copyright Il Sole 24 Ore, 26 marzo 2011 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Bello il cappello da operaio delle acciaierie personalizzato! credo che lo abbia gradito molto. E' riuscito a sorridere e a suscitare l'entisiasmo dei pellegrini
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