Il Papa: «Non lasciate sole le famiglie in difficoltà»
In elicottero da Roma a Ostia per la dedicazione della nuova chiesa di San Corbiniano senza restare intrappolato nelle chiusure delle strade legate allo svolgimento della maratona. E per tornare in Vaticano in tempo per l’Angelus.
Mattinata frenetica per papa Benedetto XVI che ieri ha dovuto far ricorso all’elicottero messo a disposizione dall’Aeronautica Militare Italiana per raggiungere i Parchi della Colombo, all’Infernetto, dove si è celebrata la solenne dedicazione della nuova chiesa di San Corbiniano. E’ grazie al collegamento “aereo” che il Pontefice si è potuto intrattenere per ben tre ore con la comunità parrocchiale intervenuta alla cerimonia. Circa tremila i presenti: appena cinquecento quelli che sono riusciti ad entrare nella struttura. Tutti gli altri fedeli hanno potuto seguire la funzione nel piazzale di via Ermanno Wolf Ferrari, per l’occasione chiusa al traffico, attraverso un maxi-schermo.
Imponente ma anche discreto il dispositivo di sicurezza assicurato dalle forze dell’ordine, anche in relazione all’allerta collegato alle minacce di possibili attentati lanciate dal rais libico Gheddafi. Molti gli uomini in divisa e altrettanti quelli in abiti civili, affiancati dalla Gendarmeria del Vaticano; sui terrazzi degli edifici confinanti schierati i tiratori scelti. Mobilitati anche i volontari di protezione civile, diverse pattuglie della polizia municipale, un’ambulanza dell’Ares e una squadra dei vigili del fuoco.
«Ringrazio la comunità per essersi raccolta intorno a questo tempio e che ha incoraggiato la sua costruzione ha esordito il Pontefice nel saluto ai fedeli In questa parrocchia, che conta 10 mila residenti, la comunità è giovane e formata da nuove coppie e molti bambini. Vi esorto ed essere sempre più una famiglia di famiglie: la Chiesa vuole essere presente in ogni quartiere dove la gente vive e lavora. Abbiate una particolare cura e attenzione per le famiglie in difficoltà, o che si trovano in una condizione di precarietà o di irregolarità. Non lasciatele sole».
La solenne messa di dedicazione è stata preceduta da un rito altamente simbolico introdotto dal parroco di San Corbiniano, don Antonio Magnocca: la consegna delle chiavi della chiesa al Santo Padre. A farlo sono stati chiamati il progettista, architetto Umberto Riva, il costruttore Pietro Poggi e lo scultore e pittore don Battista Marello.
L’evento domenicale, inoltre, ha rappresentato un’occasione di particolare significato, come ha annotato il parroco: riunire di fronte all’altare dedicato a San Corbiniano tre suoi successori. Al Papa, Arcivescovo di Monaco-Freising dal 1977 al 1982, si sono affiancati ieri l’attuale Arcivescovo cardinale Reinhard Marx, titolare della chiesa, e l’arcivescovo emerito, cardinale Friedrich Wetter.
Alla fine della celebrazione i fedeli hanno salutato Benedetto XVI con lo sventolìo di bandierine bianco-gialle ed il volo di una cinquantina di colombe della pace fatte arrivare appositamente dagli allevamenti di Fregene e Mentana.
Alla cerimonia ha preso parte anche il presidente del Municipio XIII, Giacomo Vizzani, in rappresentanza del sindaco Gianni Alemanno. Al termine della funzione il delegato locale è stato ricevuto in forma privata nei locali della parrocchia. «Il Santo Padre indica Vizzani si è informato sul nostro territorio. Ha voluto sapere quanti abitanti ci sono e quando gli ho detto della vastità e della presenza di centinaia di migliaia di persone, si è meravigliato e mi ha pregato di salutare tutti i cittadini».
© Copyright Il Messaggero, 21 marzo 2011
Il beato dell’VIII secolo in viaggio verso Roma in compagnia di un orso
La dedicazione della chiesa dei Parchi della Colombo a San Corbiniano è per certi versi un omaggio all’opera pastorale dell’attuale Pontefice.
Il santo, infatti, benchè nato a Châtres nell’attuale Francia, è stato il primo beato della Bavaria. Si deve a lui, infatti, l’evangelizzazione dei popoli presenti tra Frisinga e Monaco. Di quell’opera resta il monastero di Santo Stefano, divenuto sede episcopale retta tra il 1977 e il 1982 dall’allora vescovo Joseph Ratzinger.
San Corbiniano, che portò il nome della madre perchè il padre Waltekis morì prima della sua nascita, visse all’inizio dell’VIII secolo d.C. Fin dalla più giovane età avvertì l’inclinazione alla vita monacale e, alla morte della madre, si ritirò in un eremitaggio che lui stesso fece costruire a fianco della chiesa di Saint Germain nella sua città natale. Ben presto una ventina di compagni lo seguirono in questo stile di vita, mentre la sua fama di santità si stendeva nelle regioni vicine.
A motivo della sua devozione a San Pietro intraprese con i compagni un pellegrinaggio a Roma (?713) dove il Papa Gregorio II, colpito dalla sua spiritualità, lo consacrò vescovo e gli affidò la missione di evangelizzare i territori della Baviera. Dopo dieci anni di missione itinerante, tornò a Roma per chiedere di essere esonerato dal Papa ed è in quella circostanza che nasce la leggenda dell’orso ammansito riportato nel simbolo di Benedetto XVI e da lui stesso ricordata ieri. «In quel viaggio, San Corbiniano venne assalito da un orso che uccise il cavallo che portava i bagagli del santo racconta il Santo Padre Irritato per il contrattempo Corbiniano ordinò all’orso di ammansirsi e di portare lui stesso i pesi che avrebbe dovuto portare il cavallo. L’orso obbedì, si fece imporre il bastone e placidamente seguì fino a Roma il santo dove questi lo affrancò dal suo impegno e lo lasciò libero».
Secondo le sue volontà, San Corbiniano venne seppellito nella chiesetta di San Zeno a Maia (Merano), accanto alla tomba di San Valentino.
© Copyright Il Messaggero, 21 marzo 2011
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