domenica 20 marzo 2011

Il Pontefice consacra la chiesa di san Corbiniano a Roma (Rocchi)

Il Pontefice consacra la chiesa di san Corbiniano Roma

L’edificio di culto è stato costruito alla periferia sud. La parrocchia, eretta nel 1999, è stata dedicata al patrono della diocesi di Monaco-Frisinga, che Ratzinger ha guidato dal 1977 al 1982

DA ROMA GIULIA ROCCHI

Due cori parrocchiali, quello degli adulti e quello dei bambini, accoglieranno con i loro can­ti di gioia Benedetto XVI. Quella di oggi sarà davvero u­na giornata di festa, per la co­munità di San Corbiniano, al­l’Infernetto a Roma: la visita del Papa coinciderà infatti con la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale.
Il Pontefice arriverà alle 8.30 e presiederà il rito di consacra­zione dell’edificio progettato dall’architetto Umberto Riva. Quindi saluterà e benedirà anche i fedeli rimasti fuori, a seguire la liturgia dai maxi­schermi montati sul sagrato. E poi via, in elicottero, dalla pe­riferia sud della Capitale fino alla Città del Vaticano, per la recita dell’Angelus.
Benedetto XVI ci teneva a de­dicare una parrocchia a cui è particolarmente affezionato: san Corbiniano, infatti, è il pa­trono dell’arcidiocesi di Mo­naco e Frisinga, a cui il Papa è sempre stato molto devoto, tanto che reca nella cappa l’orso simbolo del santo.
«Quando fu eletto Pontefice, la diocesi di Roma, in sinto­nia con quella bavarese, di cui Joseph Ratzinger fu arcive­scovo dal 1977 al 1982, auspi­carono che ci potesse essere nell’Urbe una parrocchia de­dicata a questo santo morto nel 730. Siccome la nostra era quasi pronta, si è pensato di cambiarne il nome: da San Guglielmo siamo diventati la comunità di San Corbiniano, nel 2008». A raccontare la sto­ria è don Antonio Magnotta, che guida la comunità: quat­tromila famiglie, la maggior parte giovani e con bambini piccoli. La sinergia con la Ba­viera non è solo nominale: il cardinale titolare della par­rocchia è infatti Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, che parteciperà al­la liturgia di oggi. Tra i conce­lebranti anche il cardinale Friedrich Wetter, emerito del­la stessa arcidiocesi, e il car­dinale vicario Agostino Vallini. «La parrocchia fu eretta nel 1999 – prosegue il sacerdote – ma mancava l’edificio sacro. Finora abbiamo celebrato la Messa nella vicina cappella delle Maestre Pie di Sant’Aga­ta. Le suore ci hanno lasciato anche l’utilizzo di alcuni lo­cali per le attività pastorali e per la catechesi». Da oggi è in­vece a disposizione dei fedeli un grande complesso parroc­chiale su via Ermanno Wolf Ferrari, una delle principali del quartiere. «È stato proget­tato in modo da non dare le spalle a nessuna delle palaz­zine della zona – spiega il par­roco –, con numerose vie di accesso, per dare un segnale di accoglienza». L’aula liturgi­ca di 500 metri quadri è ab­bellita dalle opere di don Bat­tista Marello - sacerdote e ar­tista di origini casertane - che ha realizzato il crocifisso, il battistero, e il bellissimo am­bone a immagine del sepol­cro. Nove aule e un salone po­lifunzionale sono a disposi­zione dei diversi gruppi par­rocchiali, dai giovani dell’A­zione cattolica ragazzi agli an­ziani che partecipano alle ca­techesi sui Padri della Chiesa. Si occupano di tutte le attività pratiche di gestione della par­rocchia, invece, gli «Orsi di san Corbiniano». «Siamo una trentina di papà – racconta u­no di loro, Gianfelice Galim­berti – e diamo una mano per diversi servizi. Io mi occupo della parte informatica, ma c’è chi cura il bilancio parroc­chiale, chi gestisce il sito in­ternet, chi si interessa della manutenzione. Portiamo il 'peso' della comunità, se co­sì si può dire. Per questo ab­biamo scelto il nome di 'Or­si' ». Secondo la leggenda, in­fatti, san Corbiniano stava an­dando in pellegrinaggio a Ro­ma, accompagnato da un mu­lo per trasportare i bagagli. Lungo la strada fu aggredito da un orso, che uccise il mu­lo. Il sacerdote, allora, lo rim­proverò e lo convertì; affidò i suoi bagagli all’animale e si fe­ce scortare da lui lungo il per­corso.

© Copyright Avvenire, 20 marzo 2011

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