Il Pontefice consacra la chiesa di san Corbiniano Roma
L’edificio di culto è stato costruito alla periferia sud. La parrocchia, eretta nel 1999, è stata dedicata al patrono della diocesi di Monaco-Frisinga, che Ratzinger ha guidato dal 1977 al 1982
DA ROMA GIULIA ROCCHI
Due cori parrocchiali, quello degli adulti e quello dei bambini, accoglieranno con i loro canti di gioia Benedetto XVI. Quella di oggi sarà davvero una giornata di festa, per la comunità di San Corbiniano, all’Infernetto a Roma: la visita del Papa coinciderà infatti con la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale.
Il Pontefice arriverà alle 8.30 e presiederà il rito di consacrazione dell’edificio progettato dall’architetto Umberto Riva. Quindi saluterà e benedirà anche i fedeli rimasti fuori, a seguire la liturgia dai maxischermi montati sul sagrato. E poi via, in elicottero, dalla periferia sud della Capitale fino alla Città del Vaticano, per la recita dell’Angelus.
Benedetto XVI ci teneva a dedicare una parrocchia a cui è particolarmente affezionato: san Corbiniano, infatti, è il patrono dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, a cui il Papa è sempre stato molto devoto, tanto che reca nella cappa l’orso simbolo del santo.
«Quando fu eletto Pontefice, la diocesi di Roma, in sintonia con quella bavarese, di cui Joseph Ratzinger fu arcivescovo dal 1977 al 1982, auspicarono che ci potesse essere nell’Urbe una parrocchia dedicata a questo santo morto nel 730. Siccome la nostra era quasi pronta, si è pensato di cambiarne il nome: da San Guglielmo siamo diventati la comunità di San Corbiniano, nel 2008». A raccontare la storia è don Antonio Magnotta, che guida la comunità: quattromila famiglie, la maggior parte giovani e con bambini piccoli. La sinergia con la Baviera non è solo nominale: il cardinale titolare della parrocchia è infatti Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, che parteciperà alla liturgia di oggi. Tra i concelebranti anche il cardinale Friedrich Wetter, emerito della stessa arcidiocesi, e il cardinale vicario Agostino Vallini. «La parrocchia fu eretta nel 1999 – prosegue il sacerdote – ma mancava l’edificio sacro. Finora abbiamo celebrato la Messa nella vicina cappella delle Maestre Pie di Sant’Agata. Le suore ci hanno lasciato anche l’utilizzo di alcuni locali per le attività pastorali e per la catechesi». Da oggi è invece a disposizione dei fedeli un grande complesso parrocchiale su via Ermanno Wolf Ferrari, una delle principali del quartiere. «È stato progettato in modo da non dare le spalle a nessuna delle palazzine della zona – spiega il parroco –, con numerose vie di accesso, per dare un segnale di accoglienza». L’aula liturgica di 500 metri quadri è abbellita dalle opere di don Battista Marello - sacerdote e artista di origini casertane - che ha realizzato il crocifisso, il battistero, e il bellissimo ambone a immagine del sepolcro. Nove aule e un salone polifunzionale sono a disposizione dei diversi gruppi parrocchiali, dai giovani dell’Azione cattolica ragazzi agli anziani che partecipano alle catechesi sui Padri della Chiesa. Si occupano di tutte le attività pratiche di gestione della parrocchia, invece, gli «Orsi di san Corbiniano». «Siamo una trentina di papà – racconta uno di loro, Gianfelice Galimberti – e diamo una mano per diversi servizi. Io mi occupo della parte informatica, ma c’è chi cura il bilancio parrocchiale, chi gestisce il sito internet, chi si interessa della manutenzione. Portiamo il 'peso' della comunità, se così si può dire. Per questo abbiamo scelto il nome di 'Orsi' ». Secondo la leggenda, infatti, san Corbiniano stava andando in pellegrinaggio a Roma, accompagnato da un mulo per trasportare i bagagli. Lungo la strada fu aggredito da un orso, che uccise il mulo. Il sacerdote, allora, lo rimproverò e lo convertì; affidò i suoi bagagli all’animale e si fece scortare da lui lungo il percorso.
© Copyright Avvenire, 20 marzo 2011
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