In dialogo le donne del passato e le donne di oggi
Italiane al Quirinale
Martedì 8 marzo al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, nell'ambito della cerimonia «150 anni: donne per un'Italia migliore», viene presentata l'opera Italiane, tre volumi di quasi mille pagine pubblicati dalla Presidenza del Consiglio, dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca e dal ministero delle Pari opportunità. Anticipiamo l'introduzione.
di Lucetta Scaraffia
Quale occasione più adatta del 150° anniversario dell'Unificazione italiana per offrire una nuova edizione di un'opera in tre volumi, Italiane, uscita per l'8 marzo del 2004? Il progetto originario, nato nel 2003 per iniziativa dell'allora ministro delle Pari Opportunità e dalla collaborazione tra Eugenia Roccella e chi scrive -- suffragate da un comitato scientifico di studiose -- voleva riempire un vuoto nella cultura ufficiale del nostro Paese: da un lato l'assenza di una storia d'Italia aperta alla presenza femminile, che sapevamo essere stata invece rilevante per numero ed importanza; dall'altro l'assenza di un repertorio biografico delle donne che hanno avuto ruolo di protagoniste nelle vicende del nostro Paese. Quella che il lettore ha tra le mani è infatti una storia d'Italia ripercorsa attraverso le biografie di 247 donne -- nella nuova edizione sono diventate 258 -- che, a partire dal Risorgimento per arrivare ai giorni nostri, hanno svolto una parte importante, talvolta decisiva o comunque significativa, nella costruzione del nostro Paese. Perché nella storia d'Italia le donne sono state importanti, da ogni punto di vista: non solo nei settori a loro concessi tradizionalmente, come l'assistenza, l'arte, la scrittura, ma anche nella politica, nell'imprenditoria, nella scienza e nello sport. Spesso tuttora questo apporto non viene ricordato, o viene sminuito, con effetti negativi ancora percepibili nella mancanza di autoconsapevolezza delle italiane di oggi. Ricordare -- ad esempio -- il ruolo politico di molte donne a cominciare dalle lotte risorgimentali, per arrivare al fascismo e all'antifascismo, alla Resistenza e al femminismo, e poi alla vita parlamentare della prima repubblica, a partire dalle costituenti, costituisce certo lo stimolo migliore per accrescere la presenza di donne competenti e preparate nella vita politica attuale, di cui si sente la necessità. La stessa cosa vale per l'industria, la cultura, il giornalismo, la ricerca scientifica: il riconoscimento delle pioniere in questi campi è un invito a proseguirne l'impegno oggi che, oggettivamente, le condizioni per la partecipazione delle donne al lavoro sono molto meno controverse, addirittura qualche volta favorite.
Proprio per questo motivo la nuova edizione -- corretta e aggiornata, rispetto a quella chiusa del 2003, dalla storica Giulia Galeotti -- è ampliata di 11 biografie: otto di donne che parteciparono alla Costituente, e che dunque completano il gruppo delle donne che hanno collaborato alla stesura della nostra costituzione; due di donne patriote vissute durante il Risorgimento e i primi decenni dell'Italia unita, Giuditta Sidoli e Elena Casati Sacchi, e una delle pioniere della psicanalisi in Italia, Luciana Nissim, che è stata anche la prima testimone della Shoah. Con questa aggiunta, la presenza politica delle donne viene dunque rafforzata e completata.
Le nuove biografie mantengono le caratteristiche dell'opera originaria: sono ritratti, scritti con uno stile narrativo che ne rende agevole e piacevole la lettura, ma salvaguarda il criterio della correttezza storica.
Quest'opera infatti è stata pensata come un punto di riferimento di natura enciclopedica -- che ancora manca -- e al tempo stesso come un supporto didattico, ma anche come occasione di lettura piacevole e interessante per chiunque voglia informarsi senza scontrarsi con un linguaggio troppo scientifico e formale.
(©L'Osservatore Romano 7-8 marzo 2011)
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