lunedì 7 marzo 2011

La roccia e le sabbie. All'Angelus anche un pensiero per Shahbaz Bhatti e la Libia (Sir)

La roccia e le sabbie

All'Angelus anche un pensiero per Shahbaz Bhatti e la Libia

Un invito a costruire la vita sulla roccia di Cristo e un pensiero al "commovente sacrificio della vita" del ministro pakistano delle minoranze religiose Shahbaz Bhatti, assassinato mercoledì scorso a Islamabad, e alla situazione in Libia. Questi gli elementi principali delle parole di Benedetto XVI, oggi all’Angelus, da piazza San Pietro, gremita di pellegrini.

Ascoltare e mettere in pratica. "Il Vangelo di questa domenica – ha ricordato il Papa - presenta la conclusione del ‘Discorso della montagna’, dove il Signore Gesù, attraverso la parabola delle due case costruite una sulla roccia e l’altra sulla sabbia, invita i discepoli ad ascoltare le sue parole e a metterle in pratica". In questo modo "Egli colloca il discepolo e il suo cammino di fede nell’orizzonte dell’Alleanza, costituita dalla relazione che Dio intesse con l’uomo, attraverso il dono della sua Parola, entrando in comunicazione con lui". Il Pontefice ha, quindi, ricordato quanto afferma il Concilio Vaticano II: "Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con Sé". E anche quello che indica l’esortazione apostolica postsinodale "Verbum Domini": "In questa visione ogni uomo appare come il destinatario della Parola, interpellato e chiamato ad entrare in tale dialogo d’amore con una risposta libera". "Gesù è la Parola vivente di Dio – ha evidenziato il Santo Padre -. Quando insegnava, la gente riconosceva nelle sue parole la stessa autorità divina, sentiva la vicinanza del Signore, il suo amore misericordioso, e rendeva lode a Dio. In ogni epoca e in ogni luogo, chi ha la grazia di conoscere Gesù, specialmente attraverso la lettura del santo Vangelo, ne rimane affascinato, riconoscendo che nella sua predicazione, nei suoi gesti, nella sua Persona Egli ci rivela il vero volto di Dio, e al tempo stesso rivela noi a noi stessi, ci fa sentire la gioia di essere figli del Padre che è nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita".

Su cosa costruire la vita? Ma spesso l’uomo, ha osservato Benedetto XVI, "non costruisce il suo agire, la sua esistenza, su questa identità, e preferisce le sabbie del potere, del successo e del denaro, pensando di trovarvi stabilità e la risposta alla insopprimibile domanda di felicità e di pienezza che porta nella propria anima". "E noi – si è domandato il Papa -, su che cosa vogliamo costruire la nostra vita? Chi può rispondere veramente all’inquietudine del cuore umano? Cristo è la roccia della nostra vita! Egli è la Parola eterna e definitiva che non fa temere ogni sorta di avversità, ogni difficoltà, ogni disagio". Di qui l’auspicio: "Possa la Parola di Dio permeare tutta la nostra vita, pensiero e azione, così come proclama la prima lettura della liturgia odierna tratta dal Libro del Deuteronomio: ‘Porrete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi’". "Vi esorto a fare spazio, ogni giorno, alla Parola di Dio, a nutrirvi di essa, a meditarla continuamente – ha ribadito il Pontefice -. È un prezioso aiuto anche per mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che può soddisfare per un momento l’orgoglio, ma che, alla fine, lascia vuoti e insoddisfatti". Poi l’invocazione dell’aiuto della Vergine Maria "la cui esistenza è stata segnata dalla fedeltà alla Parola di Dio.

Un pensiero al Pakistan e alla Libia. Dopo l’Angelus, il Santo Padre ha rivolto il suo pensiero a vicende internazionali. "Seguo continuamente e con grande apprensione le tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi Paesi dell’Africa e dell’Asia", ha detto. In particolare Benedetto XVI ha pregato per il ministro pakistano ucciso nei giorni scorsi: "Chiedo al Signore Gesù che il commovente sacrificio della vita del ministro pakistano Shahbaz Bhatti svegli nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità". Non è mancato un riferimento alla Libia: "Il mio accorato pensiero si dirige poi alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria. A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite".

Augurio di una santa Quaresima. Nei saluti in diverse lingue, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, il Papa ha osservato: "Compie la volontà del Padre colui che approfondisce il contenuto della Parola di Dio e con il cuore aperto accoglie il messaggio evangelico dell’amore e della pace, facendo di esso il principio della propria vita e del proprio agire. Ricordiamo ciò, assumendo i nostri doveri quotidiani". In italiano ha salutato "in particolare i ragazzi di Mattarello, Galzignano Terme, Sottomarina, Thiene, Arzignano e Altavilla Vicentina, e quelli di varie città della Campania, con tanti auguri per il loro cammino di crescita nella fede. Saluto gli alunni e i familiari della Scuola ‘Santa Dorotea’ di Montecchio Emilia, i giovani di Lipomo, i fedeli provenienti da Como, Carmignano di Brenta, Povegliano Veronese, Anzio e Cecchina". A tutti ha augurato "una buona domenica e un buon inizio, mercoledì prossimo, della santa Quaresima".

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