La via del dialogo sostituisca le armi: l’appello del Papa per la Libia e il Medio Oriente
La ricchezza del tempo quaresimale, momento di ascolto di Dio, al centro della riflessione del Papa che all’Angelus lancia un forte appello per la Libia e per il Medio Oriente. Benedetto XVI chiede che dalle armi si torni all’impegno diplomatico e che autorità e cittadini privilegino la via del dialogo e della riconciliazione. Il servizio di Fausta Speranza:
“Di fronte alle notizie, sempre più drammatiche, che provengono dalla Libia, cresce la mia trepidazione per l’incolumità e la sicurezza della popolazione civile e la mia apprensione per gli sviluppi della situazione, attualmente segnata dall’uso delle armi.” Sono le parole del Papa che lancia un appello al dialogo:
“Nei momenti di maggiore tensione si fa più urgente l’esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l’azione diplomatica e di sostenere anche il più debole segnale di apertura e di volontà di riconciliazione fra tutte le Parti coinvolte, nella ricerca di soluzioni pacifiche e durature.
In questa prospettiva, assicurando la sua preghiera, il Papa si rivolge a chi ha ruoli istituzionali:
"Rivolgo un accorato appello agli organismi internazionali e a quanti hanno responsabilità politiche e militari, per l’immediato avvio di un dialogo, che sospenda l’uso delle armi.”
E il pensiero del Papa si allarga ai Paesi del Medio Oriente:
“Il mio pensiero si indirizza, infine, alle Autorità ed ai cittadini del Medio Oriente, dove nei giorni scorsi si sono verificati diversi episodi di violenza, perché anche là sia privilegiata la via del dialogo e della riconciliazione nella ricerca di una convivenza giusta e fraterna.”
“L’onnipotenza dell’Amore rispetta sempre la libertà dell’uomo; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta.” Queste sono le parole con cui Benedetto XVI, sempre all'Angelus, partendo dalla liturgia di oggi, commenta l’episodio evangelico del dialogo di Gesù con la donna Samaritana e chiama tutti a riflettere sul valore della Quaresima:
“Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una chiesa, o in un luogo appartato.”
Il Papa spiega che Dio Padre ha mandato Cristo a saziare la nostra sete di vita eterna “ma per farci questo dono Gesù chiede la nostra fede”. Dunque la nostra risposta che può venire solo da un ascolto attento.
“Grazie all’incontro con Gesù Cristo e al dono dello Spirito Santo, la fede dell’uomo giunge al suo compimento, come risposta alla pienezza della rivelazione di Dio.”
Dell’incontro con la Samaritana, il Papa inoltre sottolinea alcuni valori simbolici:
“Risalta in primo piano il simbolo dell’acqua, che allude chiaramente al sacramento del Battesimo, sorgente di vita nuova per la fede nella Grazia di Dio. Questo Vangelo, infatti, - come ho ricordato nella Catechesi del Mercoledì delle Ceneri - fa parte dell’antico itinerario di preparazione dei catecumeni all’iniziazione cristiana, che avveniva nella grande Veglia della notte di Pasqua. ... Quest’acqua rappresenta lo Spirito Santo, il “dono” per eccellenza che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, cioè nel Battesimo, entra in una relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può adorarLo “in spirito e verità” (Gv 4,23.24), come rivela ancora Gesù alla donna Samaritana.”
“Ognuno di noi può immedesimarsi con la donna Samaritana” afferma il Papa che invita ad ascoltare la voce di Gesù che ci dice: “Se tu conoscessi il dono di Dio…”.
Nei saluti in varie lingue, torna l’invito a porsi in ascolto di Dio. In particolare, in portoghese un pensiero agli alunni e ai professori del Colégio de São Tomás a Lisbona che – come dice – gli ricordano la sua visita pastorale in Portogallo dello scorso anno. E in italiano un pensiero particolare al Cardinale Elio Sgreccia e ai partecipanti al convegno sul tema: “Bambini non nati: l’onore e la pietà”, che – sottolinea – “ha richiamato al sacro rispetto per i nascituri abortiti”. Inoltre, anche per le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare e quanti questa notte, nella chiesa di San Gregorio VII, hanno vegliato pregando per la drammatica situazione in Libia.
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