LIBRO PAPA: SATANA ENTRO' IN GIUDA CHE NON RIUSCI' A LIBERARSI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 2 mar.
E' inutile cercare nei Vangeli "una interpretazione psicologica dell'agire di Giuda".
Ne e' convinto Benedetto XVI che nella seconda parte di "Gesu' di Nazaret", della quale la Libreria Editrice Vaticana anticipa oggi alcune pagine, ricorda come Giovanni, che pure fu testimone diretto del tradimento, si limiti ad accennare "al fatto che Giuda, come tesoriere del gruppo dei discepoli, avrebbe sottratto il loro denaro" e ad annotare "laconicamente" che dopo le parole di Gesu' sul fatto che sarebbe stato tradito da chi era seduto alla sua stessa mensa, Giuda si servi e "dopo quel boccone, Satana entro' in lui".
"Cio' che a Giuda e' accaduto - commenta Joseph Ratzinger - per Giovanni non e' piu' psicologicamente spiegabile.
E' finito sotto il dominio di qualcun altro: chi rompe l'amicizia con Gesu', chi si scrolla di dosso il suo 'dolce giogo', non giunge alla liberta', non diventa libero, ma diventa invece schiavo di altre potenze, o piuttosto: il fatto che egli tradisce questa amicizia deriva ormai dall'intervento di un altro potere, al quale si e' aperto".
Il Papa teologo si preoccupa, nel suo nuovo libro che sara' presentato il 10 marzo, anche del destino di Giuda, nel quale la luce proveniente da Gesu' "non si era spenta del tutto", tanto che nel racconto evangelico e' registrato "un primo passo verso la conversione". infatti Giuda dice "Ho peccato" ai suoi committenti, "cerca di salvare Gesu' e rida' il denaro". "Tutto cio' che di puro e di grande aveva ricevuto da Gesu' - scrive il Pontefice -rimaneva iscritto nella sua anima, non poteva dimenticarlo".
Ma "la seconda sua tragedia - dopo il tradimento - e' che non riesce piu' a credere ad un perdono. Il suo pentimento diventa disperazione.
Egli vede ormai solo se stesso e le sue tenebre, non vede piu' la luce di Gesu', quella luce che puo' illuminare e superare anche le tenebre".
Secondo il Papa, la mancata auto-liberazione di Giuda dal male "ci fa vedere il modo errato del pentimento: un pentimento che non riesce piu' a sperare, ma vede ormai solo il proprio buio, e' distruttivo e non e' un vero pentimento. Fa parte del giusto pentimento la certezza della speranza - una certezza che nasce dalla fede nella potenza maggiore della Luce fattasi carne in Gesu'".
E cosi', ricorda Ratzinger, "Giovanni conclude il brano in modo drammatico: Giuda esce 'fuori' in un senso piu' profondo. Entra nella notte, va via dalla luce verso il buio; il 'potere delle tenebre' lo ha afferrato". Alla fine Gesu' lo salvera'?
In proposito Benedetto XVI cita la famosa affermazione di Pascal per il quale "la sofferenza di Gesu', la sua agonia, perdura sino alla fine del mondo", sottolineando che questa verita' possiamo esprimerla "anche dal punto di vista opposto: Gesu' in quell'ora si e' caricato del tradimento di tutti i tempi, della sofferenza che viene in ogni tempo dall'essere traditi, sopportando cosi' fino in fondo le miserie della storia".
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