Pakistan: ucciso il ministro per le Minoranze, Bhatti. Cattolico, promuoveva il dialogo tra le religioni
Sgomento in Pakistan: ucciso in un agguato a Islamabad il ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti. Cattolico, Bhatti si era sempre adoperato per il dialogo tra etnie e religioni, innescando nel Paese asiatico il dibattito sulla revisione della legge sulla blasfemia, dopo la condanna a morte della donna cristiana Asia Bibi da lui difesa con coraggio. L’attentato è stato compiuto da un gruppo di uomini mascherati che l’hanno tirato fuori dalla sua auto e hanno aperto il fuoco contro di lui a brevissima distanza prima di fuggire su un’automobile. La nipote di Shabhaz Bhatti – riferisce AsiaNews - stava viaggiando con lui quando è avvenuta l’aggressione. I terroristi hanno continuato a sparare per circa due minuti. Non c’era nessun agente della sicurezza con Bhatti quando è avvenuto l’attentato. Il ministro è stato immediatamente trasportato all’ospedale Shifa, dove però i medici non sono riusciti a salvarlo. Gli assassini hanno lasciato sul luogo del delitto un manifestino: " Tehrik-e-Taliban Pakistan" (Ttp) rivendica l’assassinio di Bhatti per aver parlato contro la legge sulla blasfemia. " Tehrik-e-Taliban Pakistan" è un’organizzazione “ombrello” che raggruppa vari gruppi di militanti islamici. Shahbaz Bhatti, cattolico, era stato confermato di recente nel suo incarico di ministro per le Minoranze in un rimpasto governativo. Apparteneva al PPP, il partito progressista al governo.
Il 5 gennaio scorso la Radio Vaticana trasmetteva un’intervista a Shahbaz Bhatti subito dopo la morte del governatore del Punjab Salman Taseer, ucciso da un estremista per aver aderito al fronte per l’abolizione della legge sulla blasfemia. L’intervista è di Kelsea Brennan Wessels:
R. – I think that the assassination of the...
Penso che l’assassinio del governatore del Punjab possa suscitare paura tra tutte quelle persone che si ergono a favore della verità, contro gli estremismi, contro l’intolleranza, contro la violenza e contro quelle leggi sulla blasfemia. Ma credo che la scoperta della violenza non possa creare paura e non possa fermarci dall’alzare la voce in favore della giustizia e della protezione delle minoranze e delle persone innocenti del Pakistan.
D. – Considerando il clima politico, è possibile un’abrogazione della legge sulla blasfemia?
R. – I think that it is difficult...
Penso che sia difficile, ma il cattivo uso della legge sulla blasfemia spero che faccia sì che le persone possano rendersi conto che questo omicidio è avvenuto in seguito all’istigazione da parte di fanatici, che usano la legge sulla blasfemia per istigare il popolo alla violenza. Quindi, penso che questa legge debba essere rivisitata e riesaminata per impedirne il cattivo uso. Comunque, dall’altra parte, gli estremisti religiosi stanno dicendo chiaramente che non tollereranno nessuna rettifica in questa legge.(ap)
Il 12 settembre dell’anno scorso Benedetto XVI aveva ricevuto a Castel Gandolfo il ministro Bhatti, durante una sua visita a Roma. Ascoltiamo alcune parole del ministro Bhatti nell’intervista concessa a Stefano Leszczynski in quell'occasione:
“I believe that …
Credo che cambiare la mente e il cuore delle persone sia la cosa più importante e noi abbiamo lanciato una campagna interreligiosa proprio per conseguire questo obiettivo. Stiamo facendo tutto il possibile affinché le persone - che sono fuorviate dai terroristi o da gruppi militanti - si votino invece all’armonia e alla pace. Stiamo facendo in modo che gli appartenenti alle diverse fedi agiscano in solidarietà ed unità per sconfiggere questi elementi. Ci stiamo riuscendo, ma la strada è ancora lunga”.
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3 commenti:
E' davvero difficile trovare le parole adatte in situazioni come questa :-(
Una breve biografia del ministro Bhatti:
http://www.asianews.it/notizie-it/Shahbaz-Bhatti,-cattolico-difensore-dei-deboli-e-degli-emarginati-20915.html
Alessia
Un ricordo della GMG di Colonia: andando verso Marienfeld incontro due sacerdoti pakistani. Non avevano nulla (neanche il sacco a pelo) tranne i loro vestiti (clergyman impeccabile).
Abbiamo passato 20 minuti a parlare e loro mi raccontavano della loro situazione. Mi raccontavano della polizia che li aveva presi a casa di notte, dei loro parrocchiani che, nonostante le minacce e le difficoltà riempivano la chiesa tutte le domeniche.
Tutto con il sorriso sulle labbra. Erano venuti loro a nome di tutti i loro ragazzi ai quali il governo non aveva concesso il visto per venire.
Da allora ogni volta che vedo Pakistan sull'ultimora ci penso e prego per loro...e per noi che siamo abulici
Grazie, Alessandra, per la tua testimonianza.
R.
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