lunedì 7 marzo 2011

Per la Quaresima, il Papa ci chiede di riscoprire la bellezza di Dio: la riflessione dell'arcivescovo Bruno Forte (Radio Vaticana)

Per la Quaresima, il Papa ci chiede di riscoprire la bellezza di Dio: la riflessione dell'arcivescovo Bruno Forte

La Chiesa si appresta a vivere il tempo forte della Quaresima. Mercoledì prossimo, nel pomeriggio, il Papa celebrerà la Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri, nella Basilica romana di Santa Sabina. Sul Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima, incentrato sul tema “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con Lui siete anche risorti”, Federico Piana ha raccolto la riflessione dell’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte:

R. – Il Papa si pone veramente come mistagogo: il mistagogo, nella Chiesa antica, è il pastore, il vescovo che ci introduce a scoprire la bellezza di Dio attraverso la grazia dei Sacramenti, in cui questa bellezza ci viene comunicata. Nel messaggio di questa Quaresima 2011 è il Sacramento del Battesimo che il Papa ci presenta e ce lo presenta nella sua realtà più profonda e dinamica, che è quella di una partecipazione alla Pasqua di Cristo: “Con Cristo siete sepolti nel Battesimo e con Lui siete anche risorti”. Tutta la vita cristiana è una vita pasquale ed è una vita battesimale. Fare memoria del nostro Battesimo non è una operazione di “archeologia spirituale”; in realtà si tratta di riattualizzare l’incontro col Signore Gesù, che è il segreto e la bellezza della nostra vita.

D. – C’è un passo molto bello: “Il nostro immergerci – dice il Papa – nella morte e nella Risurrezione di Cristo, attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la terra”. Questo è importante, per vivere bene anche la Pasqua?

R. – Sì, anche perché il Papa legge, in prospettiva non moralistica né semplicemente ascetica, le tre grandi vie dell’impegno quaresimale ed esattamente il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Precisamente in rapporto – ad esempio – all’elemosina, egli fa capire come questo spogliarci del superfluo, questo renderci disponibili al bisogno degli altri - e quanti sono i bisogni, in questo momento di difficoltà e di crisi nel villaggio globale e anche nella nostra Italia - è una partecipazione allo spogliamento di Cristo, alla sua morte e alla sua Risurrezione e quindi un assimilarsi a Lui.

D. – “Alla base della tentazione –il Papa dice - c’è il diavolo, che è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore”…

R. – Il Papa è estremamente realista. Il diavolo è una presenza e per chi conosce le Scritture. E' perfino evidente che il congedo dal diavolo, di cui qualche esegeta aveva voluto parlare negli anni Settanta, era una operazione razionalistica e assolutamente lontana dalla fede della Chiesa e dalla testimonianza biblica, dove – anzi – ci viene presentata la lotta di Gesù col demonio e la vittoria di Gesù su Satana come Buona Novella. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che c’è un mistero di male e di male radicale che agisce in questo mondo, certamente subordinato al primato e alla sovranità di Dio. Questo mistero nella tradizione biblica e nella fede della Chiesa ha anche una configurazione personale, nella figura appunto di Satana, dell’avversario, del maligno che cerca di separarci da Dio, come dice proprio il suo nome: “diabolo” è colui he separa, che divide. Ora, l’illusione della inesistenza del demonio ci rende assolutamente indifesi davanti a lui e come diceva André Gide: “L’astuzia più sottile del demonio è di far credere che non esista”. (mg)

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