mercoledì 2 marzo 2011

Vaticano, cambiano cittadinanza e residenza. Abitare nello Stato non darà diritto automatico a diventarne cittadino (Mazza)

Vaticano, cambiano cittadinanza e residenza

Abitare nello Stato non darà diritto automatico a diventarne cittadino

DA ROMA SALVATORE MAZZA

In vigore da ieri le nuove norme che regolano la concessione della cittadinanza e i requisiti di residenza e di accesso allo Stato Vaticano. 'Dimezzando' la vecchia legge di Pio XI del 1929, da 33 a 16 articoli, la nuova «Legge sulla cittadinanza, la residenza e l’accesso» è stata firmata il 22 febbraio scorso da Benedetto XVI e la sua principale novità sta nel fatto che la cittadinanza non è più attribuita automaticamente a tutti coloro che risiedono in Vaticano. Per i familiari di persone che ricoprono cariche o svolgono servizi nel più piccolo Stato del mondo, infatti, la cittadinanza può essere ottenuta solo su richiesta. Figlia della Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, voluta da Giovanni Paolo II nel 2000, e di quella sulle fonti del diritto, firmata da papa Ratzinger nel 2008, la normativa oggi in vigore è frutto di due anni di lavoro di una commissione ad hoc voluta da Benedetto X-VI; lavoro concluso lo scorso 16 giugno 2010 con la presentazione del progetto definitivo al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone e poi approvato dal Papa. Sono considerati cittadini vaticani i cardinali residenti nella Città del Vaticano o in Roma e, inoltre, anche il personale diplomatico della Santa Sede. In subordine, può ottenere il diritto di cittadinanza chi risieda nella Città del Vaticano «in ragione della carica o del servizio ». In sostanza, come ha spiegato il vice direttore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, «prima tutto era legato alla residenza», nel senso che «chi era residente era anche cittadino ». Con la nuova legge, a parte gli aventi diritto, si spiega che «il Sommo Pontefice, e per lui il cardinale pre­sidente del Governatorato, attribuisce, a richiesta degli interessati, la cittadinanza dello Stato della Città del Vaticano: a coloro i quali risiedono nella Città del Vaticano in quanto vi sono autorizzati in ragione della carica o del servizio; a coloro che, indipendentemente dalle condizioni previste sono autorizzati dal Sommo Pontefice a risiedere nella Città del Vaticano; nonché al coniuge ed ai figli di un cittadino che, a seguito di autorizzazione, risiedono con lui nella Città del Vaticano », contrariamente a quanto affermato dalla normativa del ’29 secondo la quale si diventava cittadini vaticani per il solo fatto di risiedere stabilmente in Vaticano.
Come detto, la nuova normativa regolamenta anche i permessi necessari per l’accesso in Vaticano, anche se, ha spiegato ancora padre Benedettini, «dei 44 ettari di territorio dello Stato della Città del Vaticano, buona parte è accessibile: per esempio la Piazza San Pietro, la Basilica vaticana, malgrado i controlli dovuti alle norme antiterrorismo, gli stessi Musei Vaticani, con il semplice pagamento del biglietto » (4,6 milioni di visitatori all’anno). In particolare saranno limitati gli accessi delle auto – attualmente oltre 2,1 milioni di automezzi accedono ogni anno nel territorio del Vaticano; all’articolo 13 si indica infatti che i veicoli condotti da chi non è cittadino o residente possono entrare nella Città del Vaticano solo previa autorizzazione.
La Città del Vaticano ha attualmente una popolazione di 793 persone, di cui 572 sono cittadini e 221 sono residenti privi della cittadinanza. Gli abitanti nello Stato sono in effetti 444, 223 cittadini e i 221 residenti senza cittadinanza mentre 349 persone vivono in altri Paesi.

© Copyright Avvenire, 2 marzo 2011

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gotti Tedeschi: La Caritas in Veritate è un vero manuale di sopravvivenza dell'uomo del XXI secolo. Ben prima dei protestanti sono i cattolici che hanno creato l'economia moderna.

http://rome-vatican.blogs.la-croix.com/le-capitalisme-est-il-dorigine-catholique-reflexions-a-litalienne/2011/03/02/#more-310

Alberto