PAPA: RISURREZIONE E' SOPRA LE LEGGI DELLA BIOLOGIA E DELLA FISICA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 22 apr.
Dopo la sua Risurrezione "Gesu' non muore piu', cioe' sta sopra le leggi della biologia, della fisica, perche' sottomesso a queste uno muore. Quindi c'e' una condizione nuova, diversa, che noi non conosciamo, ma che si mostra nel fatto di Gesu', ed e' la grande promessa per noi tutti che c'e' un mondo nuovo, una vita nuova, verso la quale noi siamo in cammino". Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI intervenendo alla trasmissione "A Sua Immagine in onda su Rai Uno, rilevando l'unicita' di un evento che non e' un semplice risveglio dalla morte, come accadde con Lazzaro, che poi mori' nuovamente.
Dopo la Risurrezione, ha continuato il Pontefice, "Gesu' ha la possibilita' di farsi palpare, di dare la mano ai suoi, di mangiare con i suoi, ma tuttavia sta sopra le condizioni della vita biologica, come noi la viviamo. E sappiamo che, da una parte, e' un vero uomo, non un fantasma, che vive una vera vita, ma una vita nuova che non e' piu' sottomessa alla morte e che e' la nostra grande promessa. e' importante capire questo, almeno in quanto si puo'". "Naturalmente - ha continuato il Papa - non possiamo definire il corpo glorioso perche' sta oltre le nostre esperienze. Possiamo solo registrare i segni che Gesu' ci ha dato per capire almeno un po' in quale direzione dobbiamo cercare questa realta'. Primo segno: la tomba e' vuota. Cioe', Gesu' non ha lasciato il suo corpo alla corruzione, ci ha mostrato che anche la materia e' destinata all'eternita', che realmente e' risorto, che non rimane una cosa perduta. Gesu' ha preso anche la materia con se', e cosi' la materia ha anche la promessa dell'eternita'. Ma poi ha assunto questa materia in una nuova condizione di vita".
Rispondendo alle domande dei telespettatori, il Papa teologo si e' soffermato in particolare sulla discesa di Gesu' negli Inferi che, ha spiegato, "non si deve immaginare come un viaggio geografico, locale, da un continente all'altro. e' un viaggio dell'anima". "Dobbiamo tener presente - ha osservato - che l'anima di Gesu' tocca sempre il Padre, e' sempre in contatto con il Padre, ma nello stesso tempo quest'anima umana si estende fino agli ultimi confini dell'essere umano. In questo senso va in profondita', va ai perduti, va a tutti quanti non sono arrivati alla meta della loro vita, e trascende cosi' i continenti del passato. Questa parola della discesa del Signore agli Inferi vuol soprattutto dire che anche il passato e' raggiunto da Gesu', che l'efficacia della Redenzione non comincia nell'anno zero o trenta, ma va anche al passato, abbraccia il passato, tutti gli uomini di tutti i tempi". In proposito Papa Ratzinge rha citato i Padri della Chiesa i quali "dicono, con un'immagine molto bella, che Gesu' prende per mano Adamo ed Eva, cioe' l'umanita', e la guida avanti, la guida in alto. E crea cosi' l'accesso a Dio, perche' l'uomo, di per se', non puo' arrivare fino all'altezza di Dio"."Lui stesso - ha aggiunto - essendo uomo, prendendo in mano l'uomo, apre l'accesso, apre cosa? La realta' che noi chiamiamo Cielo. Quindi questa discesa agli Inferi, cioe' nelle profondita' dell'essere umano, nelle profondita' del passato dell'umanita', e' una parte essenziale della missione di Gesu', della sua missione di Redentore e non si applica a noi. La nostra vita e' diversa, noi siamo gia' redenti dal Signore e noi arriviamo davanti al volto del Giudice, dopo la nostra morte, sotto lo sguardo di Gesu', e questo sguardo da una parte sara' purificante: penso che tutti noi, in maggiore o minore misura, avremo bisogno di purificazione. Lo sguardo di Gesu' ci purifica e poi ci rende capaci di vivere con Dio, di vivere con i Santi, di vivere soprattutto in comunione con i nostri cari che ci hanno preceduto". Il Papa ha parlato anche dell'Eucaristia: "il Signore ci dona - ha sottolineato - il suo corpo glorioso, non ci dona carne da mangiare nel senso della biologia, ci da' se stesso, questa novita' che Lui e', entra nel nostro essere uomini, nel nostro, nel mio essere persona, come persona, e ci tocca interiormente con il suo essere, cosi' che possiamo lasciarci penetrare dalla sua presenza, trasformare nella sua presenza. E' un punto importante, perche' cosi' siamo gia' in contatto con questa nuova vita, questo nuovo tipo di vita, essendo Lui entrato in me, e io sono uscito da me e mi estendo verso una nuova dimensione di vita. Io penso che questo aspetto della promessa, della realta' che Lui si da' a me e mi tira fuori da me, in alto, e' il punto piu' importante: non si tratta di registrare cose che non possiamo capire, ma di essere in cammino verso la novita' che comincia, sempre, di nuovo, nell'Eucaristia".
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