WOJTYLA: PARLA CHI LO HA VESTITO DOPO LA MORTE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 1 apr.
"Stavamo in ginocchio attorno al letto di Giovanni Paolo II.
Il Papa giaceva in penombra. La luce discreta della lampada illuminava la parete, ma lui era ben visibile. Quando e arrivata l'ora di cui, pochi istanti dopo, tutto il mondo avrebbe saputo, improvvisamente l'arcivescovo Dziwisz si e alzato. Ha acceso la luce della stanza, interrompendo cosi il silenzio della morte di Giovanni Paolo II. Con voce commossa, ma sorprendentemente ferma, con il tipico accento montanaro, allungando una delle sillabe, ha cominciato a cantare: 'Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore'".
A raccontare gli ultimi istanti di Karol Wojtyla e' uno dei diretti testimoni, il cerimoniere polacco mons. Konrad Krajewski, in un articolo pubblicato dall'Osservatore Romano nell'edizione del 2 aprile, ampiamente dedicata al quinto anniversario della scomparsa del grande Pontefice che il prossimo primo maggio sara' dichiarato beato. "L'atleta che camminava e sciava sulle montagne - ricorda - ora aveva smesso di camminare; l'attore aveva perso la voce. A poco a poco gli era stato tolto tutto". Nel silenzio irreale della stanza del Papa, la voce del segretario "sembrava un tuono proveniente dal cielo. Tutti guardavamo meravigliati don Stanislao. Anche se il cuore singhiozzava e il pianto stringeva la gola, abbiamo ripreso a cantare. A ogni parola la nostra voce diventava piu sicura e piu forte. Il canto proclamava: 'Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli'''. "Cosi' - scrive il cerimoniere - con l'inno del 'Te Deum', abbiamo glorificato Dio, ben visibile e riconoscibile nella persona del Papa. In un certo senso, questa e anche l'esperienza di tutti coloro che lo hanno incontrato nel corso del pontificato". "Poco dopo la sua morte - ricorda ancora il sacerdote - ho vestito Giovanni Paolo II insieme a tre infermieri che lo avevano seguito per lungo tempo. Anche se era gia' trascorsa un'ora e mezza dal decesso, essi continuavano a parlare con il Papa come se stessero parlando al proprio padre. Prima di mettergli la tonaca, il camice, la casula, lo baciavano, lo accarezzavano e lo toccavano con amore e riverenza, proprio come se si trattasse di una persona di famiglia". Secondo il cerimoniere, "il loro atteggiamento non manifestava solo la devozione al Pontefice: per me - rivela - rappresentava il timido annuncio di una beatificazione vicina. Forse - spiega il cerimoniere - e' per questo che non mi sono mai dedicato a pregare intensamente per la sua beatificazione, dal momento che avevo gia cominciato a parteciparvi. Ogni giorno - confida il sacerdote polacco - celebro l'Eucaristia nelle Grotte Vaticane. Osservo come i dipendenti della basilica e tutti coloro che si recano al lavoro nei diversi dicasteri e uffici del Vaticano, i gendarmi, i giardinieri, gli autisti, cominciano la giornata con un momento di riato dalla sofferenza, ma cosi estremamente bello, in quanto con gioia ha offerto tutto cio che ha ricevuto da Dio e con gioia ha restituito a Dio tutto cio che da Lui ha avuto".
Secondo mons. Krajewski, "chi entrava in contatto con Giovanni Paolo II, incontrava Gesu', che il Papa rappresentava con tutto se stesso. Con la parola, il silenzio, i gesti, il modo di pregare, il modo di incedere nello spazio liturgico, il raccoglimento in sagrestia: con tutto il suo modo di essere". "Lo si notava immediatamente: era una persona - conclude il prelato - ricolma di Dio. E per il mondo era diventato segno visibile di una realta invisibile. Anche attraverso il suo corpo straziato dalla sofferenza degli ultimi anni. Spesso bastava guardarlo per scoprire la presenza di Dio e, cosi, cominciare a pregare. Bastava per andare a confessarsi".
Alla Radio Vaticana la morte del Papa e' stata ricordata invece da Rita Megliorin, all'epoca caposala del Policlinico "Agostino Gemelli", che ha assistito Giovanni Paolo II anche nell'appartamento pontificio durante le ultime ore della sua vita terrena.
"Pensate - dice la donna - ad un luogo dove non esiste lo spazio e dove non esiste il tempo, e pensate solo a tanta luce. A questo aggiungiamo tutti i canti che venivano da Piazza San Pietro, i canti che venivano dai suoi figli, le acclamazioni dei giovani che si facevano sempre piu' forti; pensate alla serenita' che da' recitare una preghiera: ecco, questo e' stato per me l'ultimo giorno. Oltre ad una mano che ricordo di aver preso e che poi mi sono adagiata sul viso, e che era un pochino piu' fredda rispetto a quella dei giorni precedenti, e che e' stata la carezza che mi sono rubata dal Santo Padre, l'ultimo giorno della sua vita ".
Rievocando invece gli ultimi ricoveri, la capo sala aggiunge: "il Papa ha vissuto i momenti forse piu' difficili al Policlinico.
Per noi, servire il Santo Padre - assicura la signora - e' stato un dono. e' stato anche molto facile servire il Santo Padre, perche' il Santo Padre era un uomo buono, un uomo gioioso e aperto a tutti. E quindi, anche lui ci ha voluto bene!".
E affetto il pontefice provava anche per gli altri malati del Gemelli: una volta rientrato in Vaticano, dove le sue condizioni si aggravarono ben presto, infatti, "il Papa ha continuato ad informarsi della situazione di tutti i malati, cosi'i'come di tutti i suoi figli. Non ha mai smesso di occuparsi dell'altro: l'altro gli apparteneva, il dolore dell'altro gli apparteneva. Per come l'ho visto io, la sua Croce - conclude la caposala - era l'insieme di tutte le Croci dei suoi figli e quindi non ha mai smesso di pregare per ognuna di quelle Croci".
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3 commenti:
Mi permetto di segnalare un piccolo errore. Sono passati sei anni dalla morte di Giovanni Paolo II, quindi è il sesto anniversario. C'è da dire che a gestire tutto questo diluvio di cifre, può anche capitare di confondersi.
Pensate a quanta persone muoiono sole al mondo e non c'è nessuno che li rivesta o li pianga...in fondo la morte è l'unica legge che rende tutti uguasli dal papa al fattorino...
O polacchi egocentrici piangete piuttosto la morte di Cristo!
@pungolo
che commento fuori luogo!
Non ti fermi nemmeno di fronte alla morte di un Beato!
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