Al via a Parigi il “Cortile dei Gentili”. Benedetto XVI: dialogare con quanti cercano il Dio sconosciuto
Al via, oggi pomeriggio a Parigi, l’iniziativa “Il Cortile dei Gentili”, promossa dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Si tratta di un progetto per il dialogo con i non credenti, ispirato e fortemente voluto da Benedetto XVI, che ne parlò per la prima volta nel suo discorso alla Curia Romana, il 21 dicembre del 2009. Ripercorriamo alcuni passaggi salienti di quell’intervento nel servizio di Alessandro Gisotti:
Serve un nuovo spazio per dialogare con i non credenti che cercano di avvicinarsi a Dio. Benedetto XVI lancia la sfida, che è già un progetto, parlando alla Curia Romana nell’incontro per gli auguri natalizi del 2009. Il Papa ricorda con gioia il suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca. Un Paese, osserva, con una maggioranza di agnostici ed atei e che tuttavia ha seguito con cordialità ed amicizia i momenti forti della visita papale. Di qui, la riflessione del Pontefice che allarga l’orizzonte da Praga al mondo intero e al tempo in cui viviamo:
“Considero importante soprattutto il fatto che anche le persone che si ritengono agnostiche o atee, devono stare a cuore a noi come credenti. Quando parliamo di una nuova evangelizzazione, queste persone forse si spaventano. Non vogliono vedere se stesse come oggetto di missione, né rinunciare alla loro libertà di pensiero e di volontà. Ma la questione circa Dio rimane tuttavia presente pure per loro, anche se non possono credere al carattere concreto della sua attenzione per noi”.
Nel 2008 a e, con esso, la cultura occidentale”.
Un discorso tenuto da Benedetto XVI al Colleges des Bernardins, che sarà una cornice importante anche dell’avvio parigino del “Cortile dei Gentili”. Il Papa sottolinea dunque quanto questa ricerca di Dio, il “quaerere Deum”, sia fondamentale quale primo passo dell’evangelizzazione:
“Dobbiamo preoccuparci che l’uomo non accantoni la questione su Dio come questione essenziale della sua esistenza. Preoccuparci perché egli accetti tale questione e la nostalgia che in essa si nasconde”.
Benedetto XVI si riferisce dunque ad una parola di Gesù che, riprendendo Isaia, auspica che il Tempio di Gerusalemme sia “una casa di preghiera per tutti i popoli”. Egli, spiega il Papa, pensava al cosiddetto “Cortile dei gentili”, lo spazio libero “di preghiera per tutti i popoli”. L’attenzione, soggiunge, andava “a persone che conoscono Dio, per così dire, soltanto da lontano”. Uno spazio, è la sfida lanciata dal Papa, che la Chiesa è chiamata oggi ad aprire nuovamente:
“Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di ‘cortile dei gentili’ dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto”.
Dunque, oggi pomeriggio, prenderà il via a Parigi la due giorni di eventi in diversi sedi su “Illuminismo, religione, ragione comune”. Su questo primo evento del “Cortile dei Gentili”, ci riferisce da Parigi il nostro inviato Jean Charles Putzolu:
Si è parlato tanto di crisi finanziaria, di crisi economica, e di conseguenza di crisi sociale. Ma a monte di tutto ciò, va considerato che la Francia, e non solo, attraversa anche una profonda crisi di valori. Ed è in questo contesto che si inserisce l’iniziativa del Pontificio Consiglio della Cultura, che sarà una struttura permanente, con sede in Vaticano, ma di cui si è scelta la Francia per avviarla. Ed eccoci quindi a Parigi che da questo pomeriggio e fino a domani sera ospita “il Cortile dei Gentili”. Voluto da Benedetto XVI, questo “Cortile” sarà uno spazio di incontro e di dialogo con i non credenti. In tre luoghi simbolici della capitale francese, si svolgeranno varie tappe lungo il percorso di questa inaugurazione. Questo pomeriggio, sarà l’Unesco ad ospitare il primo incontro. L’Unesco che è, vale la pena ricordarlo, un luogo privilegiato di dialogo interculturale. Lì, dopo il benvenuto della direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ad aprire il dialogo e a porre le prime domande: Come vivere insieme nella giustizia e la libertà?, Non è forse urgente dialogare tra cristiani e uomini di buona volontà? E toccherà in seguito a diverse personalità testimoniare con la propria esperienza, o con le proprie competenze. Tra questi, l’ex primo ministro italiano, Giuliano Amato, l’ambasciatrice del Marocco presso l’Unesco, la signora Aziza Bennani, e ancora l’ambasciatore della Repubblica Ceca in Francia, Pavel Fisher e Jean Vanier, fondatore de “l’Arche”. Instaurare un dialogo con i non credenti, per offrire un’altra visione del vivere insieme: un dialogo nel quale è da molto impegnato Robert Leblanc. Il presidente degli imprenditori cristiani francesi affermava qualche giorno fa che le imprese dirette dagli imprenditori cristiani potrebbero essere considerate dei “Cortili dei gentili”…
“Dans une entreprise, il y a des croyants et des non-croyants …”
“In un’impresa, sono presenti credenti e non credenti, e penso che il “Cortile dei Gentili”, grazie ad una forte intuizione, ma poi vedremo quali saranno i risultati, vuole sottolineare la necessità di avviare un dialogo. Le nostre imprese sono già dei luoghi di incontro e di dialogo. In ogni caso, penso che la nostra responsabilità di imprenditori cristiani sia di valorizzare le persone all’interno dell’impresa. Siamo qui, sì, per la crescita economica dell’azienda, ma questa crescita, a parere mio, passa attraverso la piena realizzazione delle persone che ne fanno parte. E non c’è contraddizione tra idealisti interessati alla valorizzazione delle persone, da una parte, e dall’altra parte gente interessata solo ai risultati economici. Personalmente penso che questi due aspetti debbano stare insieme.”
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2 commenti:
Lo scrittore francese Philippe Sollers parla del Cortile dei Gentili:
http://www.ktotv.com/videos-chretiennes/emissions/nouveautes/le-parvis-des-gentils-interview-philippe-sollers/00058263
Su "Il fatto quotidiano" del 22/03/2011 ho letto una lettera scritta da P. Flores D'Arcais, direttore di MicroMega, il quale invitava Ravasi a dialogare con lui, M. Hack, Odifreddi, Luzzatto e Pievani. Ma come si può pensare di dialogare con un'atea come la Hack, che sostiene che (cito da sue interviste) "sia infantile credere in Dio, un pò come credere alla Befana" o "Dio non esiste, la materia è eterna"? Come si può pensare di dialogare con Odifreddi che considera i cristiani letterali cretini e che ha pensato di liquidare il cristianesimo improvvisandosi esegeta e teologo? Flores d'Arcais legga qual è lo scopo del "Cortile", invece di proporre dialoghi impossibili. In questo servizio della Radio Vaticana viene riportata la frase del Papa che chiarisce lo scopo del dialogo. Secondo voi, Odifreddi e la Hack sono tra coloro che "non vorrebbero rimanere senza Dio, ma avvicinarlo come Sconosciuto"??? go
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