mercoledì 23 marzo 2011

Benedetto XVI all'udienza generale: il mondo ha bisogno di pace, i credenti siano pacificatori (Radio Vaticana)

Benedetto XVI all'udienza generale: il mondo ha bisogno di pace, i credenti siano pacificatori

Oggi il mondo ha tanto bisogno di pacificatori. Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI durante l’udienza generale, la prima di quest'anno tenuta in Piazza San Pietro. Il Papa ha incentrato la catechesi sulla figura di San Lorenzo da Brindisi, insigne dottore della Chiesa del 16.mo secolo e grande evangelizzatore, che insegna ai cristiani di oggi, ha detto, a difendere il messaggio di Cristo “dall’indifferenza religiosa”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Non esiste un cristiano degno di questo nome che non sia un uomo di pace. E non esiste un’epoca nella quale questa precisa testimonianza cristiana non sia più che necessaria. La considerazione di Benedetto XVI scaturisce dall’interno di una catechesi su un personaggio di grande calibro della Chiesa del passato – quella della seconda metà del 1500 – ma i cui insegnamenti valgono tutti per quella del presente. San Lorenzo da Brindisi, ha spiegato il Papa, è un religioso Cappuccino intelligente, poliglotta, “predicatore efficace”, che conosce a menadito la Bibbia e pure la letteratura rabbinica, al punto da suscitare “ammirazione e rispetto” tra gli ebrei più dotti. Ma da buon seguace di Francesco di Assisi, il religioso è un “uomo di pace”, che semina ovunque si trovi o sia inviato. Caratteristica messa bene in risalto dal Papa:

“Oggi, come ai tempi di san Lorenzo, il mondo ha tanto bisogno di pace, ha bisogno di uomini e donne pacifici e pacificatori. Tutti coloro che credono in Dio devono essere sempre sorgenti e operatori di pace”.

Una qualità di san Lorenzo da Brindisi era quella di farsi capire dalla gente umile grazie – ha detto il Pontefice – alla “sua esposizione chiara e pacata”. Questo modo di annunciare il Vangelo, proprio dei Cappuccini e di altri Ordini religiosi del tempo, ha constatato Benedetto XVI, contribuì a rinnovare la società, richiamando i cristiani alla “coerenza” della vita “con la fede professata”:

“Anche oggi la nuova evangelizzazione ha bisogno di apostoli ben preparati, zelanti e coraggiosi, perché la luce e la bellezza del Vangelo prevalgano sugli orientamenti culturali del relativismo etico e dell’indifferenza religiosa, e trasformino i vari modi di pensare e di agire in un autentico umanesimo cristiano”.

Testimone di pace, annunciatore convincente, ma anche uomo di preghiera. Dote, questa, che brillò in Lorenzo da Brindisi e che altrettanto – ha ribadito Benedetto XVI – deve spiccare nei sacerdoti contemporanei, perché pregare “è il momento più importante nella vita di un sacerdote” e protegge da derive e confusioni:

“Alla scuola dei santi, ogni presbitero, come spesso è stato sottolineato durante il recente Anno Sacerdotale, può evitare il pericolo dell’attivismo, di agire cioè dimenticando le motivazioni profonde del ministero, solamente se si prende cura della propria vita interiore (...) Se non siamo interiormente in comunione con Dio, non possiamo dare niente neppure agli altri. Perciò Dio è la prima priorità”.

Una personalità ecclesiale e culturale di questo tipo non poteva non lasciare un segno anche nel campo del dialogo. Nella Germania influenzata da Lutero, Lorenzo da Brindisi diventa colui che, tra tanti, più è “in grado di illustrare in modo esemplare la dottrina cattolica” ai cristiani che avevano aderito alla Riforma. Capace, cioè, ha indicato il Papa, di mostrare “il fondamento biblico e patristico di tutti gli articoli di fede messi in discussione” dall’iniziatore del protestantesimo. E dunque, “il primato di San Pietro e dei suoi successori, l’origine divina dell’Episcopato, la giustificazione come trasformazione interiore dell’uomo, la necessità delle opere buone per la salvezza”:

“Il successo di cui Lorenzo godette ci aiuta a comprendere che anche oggi, nel portare avanti con tanta speranza ed entusiasmo il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un elemento irrinunciabile e di fondamentale importanza, come ho voluto ricordare nell’Esortazione Apostolica Verbum Domini”.

Dopo le consuete catechesi in sintesi nella diverse lingue, Benedetto XVI ha salutato in particolare i membri del Dipartimento della Polizia Stradale delle Marche, accompagnati in udienza dall’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli, e le delegazioni dei Comuni aderenti all’Associazione Città del SS.mo Crocifisso. A loro e agli altri fedeli, il Papa ha chiesto “di porre sempre al centro di ogni attività la persona umana, secondo l’insegnamento della Chiesa”.

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1 commento:

Bernardo ha detto...

Il Senato della Serenessima e direi sapientissima Repubblica di Venezia aveva motto:"La bella pace onora".
Papa Benedetto ha ragione: senza la pace nulla si costruisce...davanti a noi ci saranno solo rovine e desolazione.