mercoledì 23 marzo 2011

Il Papa: "Dio ci ascolta veramente, ci ascolta anche se preghiamo con la mente, ci ascolta se preghiamo con il cuore" (Izzo)

PAPA: DIO CI ASCOLTA VERAMENTE SE PREGHIAMO CON IL CUORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 23 mar.

"Dio ci ascolta veramente, ci ascolta anche se preghiamo con la mente, ci ascolta se preghiamo con il cuore". Benedetto XVI ha voluto assicurarlo oggi, parlando ai 20mila fedeli che riempivano i quattro settori centrali di piazza San Pietro, dove si e' tenuta l'Udienza Generale, tornata all'esterno con l'inizio della primavera.
Il Papa ha dedicato la sua catechesi alla figura di San Lorenzo da Brindisi, frate cappuccino vissuto nel 16esimo secolo, che, ha detto Ratzinger, "protraeva per ore la celebrazione della messa, commosso e compreso nel mistero dell'Eucaristia".
Un esempio che il Pontefice ha indicato oggi ai sacerdoti, esortandoli ad "evitare il pericolo dell'attivismo". "Dio - ha ricordato - e' la prima priorita', dobbiamo trovare sempre il tempo necessario per essere in comunione di preghiera con il Signore".
"Tutti e non solo i sacerdoti - ha scandito - debbono coltivare la vita di preghiera, parlare a Dio e ascoltare Dio quando parla a noi". "Anche i fedeli piu' semplici, non dotati di grande cultura - ha rilevato il Papa tedesco - furono beneficati dalla parola convincente di Lorenzo, che si rivolgeva alla gente umile per richiamare tutti alla coerenza della propria vita con la fede professata". "Questo - ha riconosciuto - e' stato un grande merito dei Cappuccini e di altri Ordini religiosi, che, nei secoli XVI e XVII, contribuirono al rinnovamento della vita cristiana penetrando in profondita' nella societa' con la loro testimonianza di vita e il loro insegnamento". Per Benedetto XVI, "e'sorprendente che san Lorenzo da Brindisi abbia potuto svolgere ininterrottamente questa attivita' di apprezzato e infaticabile predicatore in molte citta' dell'Italia e in diversi Paesi, nonostante ricoprisse altri incarichi gravosi e digrande responsabilita'". "All'interno dell'Ordine dei Cappuccini, infatti, fu professore di teologia, maestro dei novizi, piu' volte ministro provinciale e definitore generale, e infine ministro generale dal 1602 al 1605". Ma, ha sottolineato ancora Joseph Ratzinger, "in mezzo a tanti lavori, Lorenzo coltivo' una vita spirituale di eccezionale fervore, dedicando molto tempo alla preghiera e in modo speciale alla celebrazione della Santa Messa, che protraeva spesso per ore, compreso e commosso nel memoriale della Passione, Morte e Risurrezione del Signore". "Alla scuola dei santi - dunque - ogni presbitero, come spesso e' stato sottolineato durante il recente Anno Sacerdotale, puo' evitare il pericolo dell'attivismo, di agire cioe' dimenticando le motivazioni profonde del ministero, solamente se si prende cura della propria vita interiore".
Nel suo discorso, tratteggiando ancora la figura del grande predicatore cappuccino, il Papa ha poi aggiunto che "la nuova evangelizzazione ha bisogno di apostoli ben preparati, zelanti e coraggiosi, perche' la luce e la bellezza del Vangelo prevalgano sugli orientamenti culturali del relativismo etico e dell'indifferenza religiosa, e trasformino i vari modi di pensare e di agire in un autentico umanesimo cristiano".
"Anche oggi - ha continuato - nel portare avanti il dialogo ecumenico, il confronto con la Sacra Scrittura, letta nella Tradizione della Chiesa, costituisce un elemento irrinunciabile e di fondamentale importanza". San Lorenzo da Brindisi, ha ricordato, e' stato un "predicatore efficace", che "conosceva in modo cosi' profondo non solo la Bibbia, ma anche la letteratura rabbinica" e pote' "svolgere un intenso apostolato presso diverse categorie di persone". "Tutta la sua attivita' - sono ancora le parole del Pontefice - e' stata ispirata da un grande amore per la Sacra Scrittura, e dalla convinzione che l'ascolto e l'accoglienza della Parola di Dio produce una trasformazione interiore che ci conduce alla santita'". Inoltre, "San Lorenzo da Brindisi ci insegna ad amare la Sacra Scrittura, a crescere nella familiarita' con essa, a coltivare quotidianamente il rapporto di amicizia con il Signore nella preghiera". La Parola del Signore, ha concluso il Papa teologo, e' "fonte da cui attingere" per "condurre gli uomini del nostro tempo a Dio"; come fece san Lorenzo che era in grado di "illustrare in modo esemplare la dottrina cattolica anche ai cristiani che, soprattutto in Germania, avevano aderito alla Riforma di Lutero".

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