Su segnalazione di Laura leggiamo:
Strasburgo assolve l'Italia
Strasburgo, 18-03-2011
L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo: la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo l'ha assolta dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche.
La Cei: sentenza contro deriva nichilista
"Si tratta di una sentenza che mette ordine in un quadro, quello dei diritti e delle identita', fondamentale per gli sviluppi dell'Europa, in cui sembrava acquisita una deriva in fin dei conti nichilistica". E' questo il commento del Sir, l'agenzia stampa della Cei, sulla sentenza della Corte Europea sul crocifisso. "Il crocifisso, con la sua silenziosa, discreta, ma sincera presenza negli spazi pubblici - sottolinea il Sir - oggi esprime proprio quella 'sana laicita' ' di cui c'e' in Europa grande bisogno, per far crescere, e fruttificare, la democrazia".
Frattini: vince sentimento popolare
Il governo italiano ha accolto con "grande soddisfazione" la sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha assolto l'Italia dall'accusa di violazione di pensiero, convinzione e religione per l'esposizione del crocefisso nelle aule. "Oggi - si legge in una nota del ministro degli Esteri, Franco Frattini- ha vinto il sentimento popolare dell'Europa. Perche' la decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identita'. Mi auguro che dopo questo verdetto
l'Europa torni ad affrontare con lo stesso coraggio il tema della tolleranza e della liberta' religiosa".
La ricostruzione della vicenda
La vicenda che ha portato alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sui crocifissi nelle aule ha per protagonista Soila Lautsi, una casalinga di origine
finlandese. Nel 2001 la donna si senti' offesa dalla presenza del simbolo del cristianesimo nelle aule dell'istituto comprensivo Vittorio da Feltre di Abano Terme frequentato dai suoi figli di 11 e 13 anni. Secondo la donna, la presenza del crocifisso era contraria ai principi di laicita' nei quali voleva educare i figli e per questo chiese alla scuola di toglierlo facendo riferimento a una sentenza del 2000 con cui la Cassazione ordinava di rimuovere il simbolo religioso dai seggi elettorali.
Nel maggio del 2002 la scuola decise di lasciare il crocifisso nelle aule e il ministero dell'Istruzione trasformo' la disposizione in una sua direttiva inoltrandola a tutti gli
istituti.
Due mesi piu' tardi la signora Lautsi fece appello di fronte al Tar che inoltro' la questione alla Corte Costituzionale che a sua volta si dichiaro' non competente e restitui' tutto al tribunale amministrativo del Veneto. Nel marzo del 2005 il Tar stabilii' che il crocifisso e' un simbolo della storia, della cultura e dell'identita' italiana e respinse il ricorso della casalinga finlandese. Un anno dopo anche il Consiglio di stato le diede torto, sancendo che la croce e' diventata uno dei valori secolari della Costituzione italiana e rappresenta i valori della vita civile. Da qui la decisione di fare ricorso alla Corte di Strasburgo.
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