sabato 26 marzo 2011

Domani il Papa alle Fosse Ardeatine dopo le visite ad Auschwitz-Birkenau ed allo Yad Vashem (Izzo)

PAPA: DOMANI ALLE FOSSE ARDEATINE DOPO VISITE A AUSCHWITZ E ALLO YAD VASHEM

(AGI) - CdV, 26 mar.

(di Salvatore Izzo)

Benedetto XVI riprende domani il suo dolente pellegrinaggio nei luoghi simbolo dell'orrore nazista.
La sua prima tappa era stata in Polonia il campo di stermino di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006, quando con le lacrime agli occhi ammise: "prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile, ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania".
"In un luogo come questo - spiego' - vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio, un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa".
L'altra tappa di questo mesto cammino penitenziale del Papa tedesco l'ha compiuta a Gerusalemme quando l'11 maggio 2009 visito' lo Yad Vashem, il memoriale, disse, "eretto per onorare la memoria dei milioni di ebrei uccisi nell’orrenda tragedia della Shoah. Essi persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi: questi sono stabilmente incisi nei cuori dei loro cari, dei loro compagni di prigionia sopravissuti e di quanti sono decisi a non permettere mai più che un simile orrore possa disonorare ancora l’umanità. I loro nomi, in particolare e soprattutto, sono incisi in modo indelebile nella memoria di Dio Onnipotente".
"Uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano", aggiunse il Pontefice lanciando un inequivocabile appello contro il negazionismo.
E ora il Pontefice giunge alle Fosse Ardeatine, luogo, ricorda la Radio Vaticana, di "uno degli episodi più crudeli della seconda guerra mondiale". " E’ la prima volta che mi capita di andare alle Fosse Ardeatine al seguito di un Papa, dunque questa visita non può che commuovermi. Mi ricorderà il dolore, ma anche una pagina della storia che oramai è una pagina per tutti, non solo per noi familiari di quanti sono stati trucidati il 24 marzo del 1944. E’ una pagina della storia che ha un suo significato, è un ricordo, ma che ci ha lasciato anche un insegnamento", commenta il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del comandante della Resistenza militare di Roma vittima con altri 334 prigionieri della Rappresaglia seguita all'attentato di via Rasella che costò la vita a 33 SS del “Polizeiregiment Bozen”. Tra gli uccisi, che erano tutti maschi, circa 75 ebrei detenuti in base all’ordine generale di rastrellamento e in attesa di essere avviati a un campo di concentramento, altri erano prigionieri politici presi dalle celle di Regina Coeli, altri da via Tasso, altri ancora rastrellati per strada e numerosi infine i detenuti per reati comuni, oltre a due ragazzi di 15 anni."Ogni anno, ricordare questo giorno non è altro che ricordare il sacrificio di mio padre, sacrificio di cui mio padre era cosciente. Sapeva bene a cosa andava incontro quando aderì alla resistenza. Ha voluto farlo per il sentimento di fede che nutriva nei confronti della patria, per i valori in cui credeva e che con quel gesto ha ancora di più trasmesso a noi e a tutti", confida l'ottuagenario cardinale che e' stato anche nunzio in Italia e in Israele e che domani sara' accanto a Ratzinger e al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Insieme pregheranno in silenzio davanti a quella pietra tombale priva di retorica celebrativa ma ugualmente solenne ed espressiva del dramma dei 335 sarcofagi "compressi" dal peso dell'immensa lapide che "galleggia" metafisicamente a un metro da terra e copre con la sua ombra lo spazio scavato nella tortuosità delle cave tufacee collegate ad esso da un unico percorso che porta il visitatore dal luogo di sepoltura al luogo dell'eccidio: la cava principale che fu fatta saltare dai nazisti con la dinamite per cancellare per sempre il ricordo di quell'atto vergognoso.
Benedetto XVI vi si reca invece per ricordarlo, accogliendo l'invito dell’Associazione nazionale delle Famiglie italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria che gli e' stato rivolto in occasione del 67esimo anniversario dell'eccidio. “Io sono felicissima che venga il Santo Padre. Anche se lui ha una nazionalità universale, però sono felicissima della sua nazionalità tedesca, perché per me questo rappresenta un valore”, assicura la presidente dell'Anfim Rosina Stame.
"Non e' semplicemente un discorso rituale, perche' - ricorda la presidente dell'Anfim - abbiamo ricevuto la visita di altri due Papi. Ma e' proprio un desiderio, una necessita' direi, dei familiari dell'Associazione. Non possiamo permetterci lo sconforto, perche' dobbiamo passare il testimone, nel modo migliore. Anche perche' le Ardeatine hanno precorso i tempi, perche' racchiudono tutte le varie forme di diversita' che, pero', si sono intersecate e, addirittura, hanno costituito un denominatore comune, dal punto di vista civile, sociale, militare e religioso". Quella di Benedetto XVI e' infatti la terza visita che un Pontefice compie al luogo del massacro nazista La prima e' stata quella di Paolo VI, il 12 settembre 1965: il Papa, ricorda la cronaca dell'Osservatore Romano, sosto' "per una preghiera in suffragio dei numerosi caduti, barbaramente trucidati nel marzo 1944, ha recitato il Pater Nostro e il Requiem, quindi ha deposto un ramoscello d'ulivo con i colori pontifici ed ha acceso una lampada, da Lui donata, che ardera' nella Cappella in segno di pace e di speranza. Prima di lasciare le Fosse Ardeatine, Paolo VI ha rivolto parole di paterno conforto ai familiari dei caduti". La seconda quella di Giovanni Paolo II, il 21 marzo 1982, quando parlo' di "violenza che si e' scatenata in smisurata follia" in questi luoghi che "invitano tutti alla solidarieta', alla comprensione, e ci assicurano che la vittoria definitiva sara' quella dell'amore, e non quella dell'odio; essi ci avvertono che quando si nega e si offende Dio, si nega e si offende anche l'uomo, abbassandolo a strumento dei propri capricci, delle proprie ideologie, dei propri progetti di potenza e di sopruso; essi chiedono che il loro dolore non sia stato inutile per la societa' umana, e che Roma, l'Italia, l'Europa, il mondo vivano nella giustizia, nella concordia, nella pace, nel vicendevole rispetto dei diritti".
Nei giorni scorsi, per la prima volta alle celebrazioni del 24 marzo una delegazione delle Chiese Evangeliche.
Tra le vittime dell'eccidio - infatti - ci fu anche Fidardo De Simoni, evangelico pentecostale che era in stato di detenzione a Regina Coeli per aver dato ospitalita' a due soldati inglesi. Il fatto che fosse pentecostale sara' stato certamente un'aggravante viste le disposizioni nella circolare Buffarini-Guidi del 1935 che dichiaravano i pentecostali pericolosi per "l'integrita' della razza".

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffa, ti segnalo questo articolo di Antonio Socci apparso questa mattina su Libero.
http://www.ilsussidiario.net/News/RassegnaStampa/2011/3/26/LIBERO-Antonio-Socci-Cosi-Ratzinger-boccio-il-conflitto-/162301/
Alessia

Caterina63 ha detto...

Gentile Izzo,
la seguo molto... e l'apprezzo, ma la prego, non confondiamo le Fosse Ardeatine con l'Olocausto....
neppure nel titolo...

quella strage fu roba di "casa nostra", una vendetta trasversale dei comunisti contro una fascia della resistenza CATTOLICA....
l'attentato fu fatto dai comunisti ma per la famosa legge di guerra, si andarono a prendere PRIGIONIERI POLITICI nelle carceri, non per nulla ci sono nomi di alti ufficiali fra le vittime, ufficiali che NON volevano obbedire alla resistenza COMUNISTA perchè erano violenti quanto i tedeschi....

E' giusto che il Papa vada anche li, per condannare ogni forma di guerra, ma se si vuole tracciare un profilo storico, lo si faccia con profonda coscienza e si dica quella verità che ancora non emerge totalmente dalle Fosse Ardeatine....nè i COMPAGNI fecero mai un mea culpa per la loro assurda VENDETTA contro SOLDATI imprigionati solo perchè non facevano parte della LORO rossa resistenza...