sabato 26 marzo 2011

Cortile dei gentili a Parigi: i commenti del cardinale Ravasi e padre Lombardi

Cortile dei gentili a Parigi: i commenti del cardinale Ravasi e padre Lombardi

L’evento di Parigi è stato un successo. Una manifestazione intensa che ha visto una grande e attenta partecipazione. Su questo appuntamento francese del Cortile dei gentili, Jean-Charles Putzolu ha intervistato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha organizzato l’incontro:

R. – La mia impressione è triplice: da una parte, l’incontro a Parigi è stato per eccellenza l’incontro con una città-simbolo, che nella tradizione è la città della laicità, quindi della libertà, dell’indipendenza tra Chiesa e Stato e, devo dire, che questo incontro ha rivelato, invece, una particolare attenzione e sensibilità. Una seconda considerazione riguarda i temi che sono stati tutti di alto livello e si sono svolti nei vari luoghi, con tagli diversi ma anche con molta passione. La terza esperienza, la terza sensazione è quella che l’incontro di Parigi diventa veramente un modello che, però, dovremo continuamente trascrivere in altre forme per altre città, tenendo conto soprattutto di questo punto terminale serale, quando il coinvolgimento è anche veramente con la massa, con la folla, con l’orizzonte più ampio. Di fatti, in futuro dobbiamo affrontare non soltanto l’ateismo o le domande che i non credenti di alto profilo pongono, ma anche – forse – la superficialità, l’assenza di domande nei confronti della fede che spesso si registrano a livello più basso.

D. – Si è sentito spesso dire da parte dei partecipanti, in questi giorni, che c’è un desiderio di proseguire, di continuare questa iniziativa …

R. – La richiesta è molto forte, tant’è vero che ho voluto affidare al Collège des Bernardins di Parigi il progetto, in modo tale che sia un’istituzione della Chiesa cattolica francese che la continui. Infatti, noi della Santa Sede veniamo solo per deporre un seme, un germe; sarà compito loro farlo poi fiorire. Nel frattempo, abbiamo avuto dalle città che ci attendono – come Stoccolma, come Tirana, Praga, Québec e Firenze – abbiamo avuto presenze proprio qui a Parigi, che sono venute a verificare e già abbiamo avuto domande sulle modalità che vorremmo certamente applicare in modo diverso da queste.

D. – Parigi non era un successo garantito. E’ stata una scelta forte, da parte sua …

R. – E’ stata una scelta un po’ rischiosa, questo è vero! Ma vorrei dire che il rilievo è tale da essere rappresentato, per quanto riguarda il risultato positivo, da un fatto, un piccolo episodio. Uno dei maggiori filosofi francesi non credenti, Luc Ferry, ha chiesto un incontro con me perché vuole che insieme a lui, con uno dei maggiori editori francesi, facciamo un testo comune – e questa è la cosa curiosa – sul Vangelo di Giovanni.

D. – E quindi il seme piantato a Parigi, già da frutti?

R. – L’interesse è proprio caratteristico, anche perché il “cortile”, a differenza del “palazzo” e del “tempio” - che sono chiusi con la loro ricchezza interna - il “cortile” è aperto. Quindi, ci si guarda negli occhi, ci s’incontra, si dialoga e il respiro della ragione e della fede s’intreccia e può costruire armonie colorate. (gf)

Sul videomessaggio del Papa ascoltiamo il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

“Voi volete stare insieme per incontrarvi e dialogare a partire dai grandi interrogativi dell’esistenza umana”. “Voi non credenti, volete chiamare in causa i credenti, esigendo da loro la testimonianza di una vita coerente con ciò che essi professano e rifiutando qualsiasi deviazione che renda disumana la religione…
Voi credenti, volete dire che la questione di Dio non è un pericolo per la società, non mette in pericolo la vita umana! La domanda di Dio non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo”. “Avete tanto da dirvi gli uni agli altri…Credo profondamente che l’incontro tra la realtà della fede e della ragione permetta all’uomo di trovare se stesso”. Benedetto XVI si rivolge così a credenti e non credenti – soprattutto giovani - in dialogo sul sagrato di Notre-Dame di Parigi, con un appello appassionato alla ricerca comune della via verso l’Assoluto, senza paure e diffidenze reciproche.
Un messaggio tutto e solo positivo, incoraggiante, per distruggere le barriere. Il Dio conosciuto nella fede è pur sempre un Dio misterioso, e i suoi adoratori non si sentono affatto lontani da chi cerca veramente un Dio sconosciuto.
Perciò il Papa invita tutti a non avere paura e a percorrere insieme “il cammino verso un mondo nuovo”. Cammino faticoso e “senza scorciatoie”, ma cammino entusiasmante “di libertà, uguaglianza e fraternità”. Parole di grande speranza. Papa Benedetto ci ha detto fin dal primo giorno del suo pontificato che la questione di Dio è la prima di tutte. E che ci riguarda tutti, senza distinzioni e limiti. Riusciremo ad approfondirla di nuovo, insieme? Il “Cortile dei gentili” è un ottimo luogo di partenza per questo cammino.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io c'ero a Parigi, ho visto anche bologna, coincidenza ha voluto che mi trovassi anche li. Devo Dire quella di Parigi é stata veramente una bellissima sorpresa. Va detto che i media cattolici lo hanno sponsorizzato molto bene, ma dagli altri media figaro, monde, telegiornali, manco una parola tranne un trafiletto 10 giorni prima su le figaro. Figurati se la stampa massonica faceva pubblicità.Infatti quasi nessuno ne era al corrente.
Tuttavia sentendo i vari pensatori atei francesi, anche anticlericali, c'era veramente uan volglia di partecipare, questo proprio non me l'aspettavo. La frase ricorrente alla vigilia era:speriamo che sia un vero dibattito e non una conferenza, e soprattutto speriamo che non finisca. E devo dire c'è stata una grandissima partecipazione e la sera al discorso del papa, il sagrato di notre dame era pieno. e le diferenti tende erano stracolme, infatti molti se ne andavano , perchè non si sentiva nulla.bisgnava farle più grandi, ciascuna conteneva una quarantina di persone. E anche la gente comune partecipava al dibattito. A bologna, come devo dire spesso accade, i dibattiti sono:arriva il cardinale col suo discorso scritto di un'ora, lo legge, l'ateo legge il suo: fine del dibattito, ed è proprio quello che temevano a Parigi, invece é andata benissimo. Secondo me la santa sede deve mantenere questo appuntamento annuale, anche perchè se lo lascia in mano alla chiesa Francese, chi fa la parte del credente cogli atei? La francia al di là di quello che si pensa é il paese della "pensée unique", certi dibattiti etici o politici, anche con sbavature come da noi qui sono impossibili. Tutti devono dire la stessa cosa, se sbagli parte la corazzata dei media e le cause legali delle varie associazioni. Tant'é vero che a Parigi ci sono teatri, spettacoli, ma nulla che riguardi politica filosofia, etica. E' questa la grande differenza con Bologna. Se la chiesa continua su questa strada sarebbe la prima dopo secoli a aprire un'arena comune e libera del pensiero, mostrerebbe tutta la sua freschezza, la sua apertura e il suo esser parte dell'anima della
Francia. Se lo lascia in mano alla chiesa francese tutto ciò che é nato l'altro ieri, posso metterci la mano sul fuoco morirà.Già la sera stessa veniva distribuito gratis la croix:le prime pagine erano per le elezioni con nove esperti tutti pro partito socialista, pro "pensée unique" e contro i cattolici tradizionalisti:"come sconfiggerli". Dopo che il papa ha parlato sul palco c'é stato uno spettacolo che dire erotico é un eufenismo , donne in perizoma e in culotte con abiti da suore strappati. I miei amici atei, che ho portato lì con l'inganno:-), hanno seguito il papa e qualche dibattito, ma vedendo e soprattutto ascoltando la voce narrante:una femminile ansimante tipo orgasmo, mi hanno detto: ma cos'è questo? porno? e infatti nessuno li seguiva. ennesima dimostrazione del bisogno di vera verità e schiattezza é stato che tutti gli stand erano stracolmi, ma veramnete all'inverosimile, l'unico riempito a metà con sedie vuote era quello con bose e una specie di melloni francese. Se la chiesa rilascia in mano a questi la prosecuzione dell'iniziativa, il destino sarà quello di quella tenda. Nonè una battuta, gli atei avevano bisogno di confrontarsi con credenti, e non con credenti che si sentono un gionro atei e un giorno credenti alla martini, oppure dell'importante è credere nella "paaaace" alla verdone figli dei fiori, modello bose, Vogliono raffrontarsi con persone che credono nel Dio fatto uomo, nello scandalo della Croce, in dogmi "irrazionali" come l'immacolata concezione o la transustanziazione. Altrimenti perché cpnfrontarsi?

Max

gemma ha detto...

grazie della testimonianza max. Non è un caso secondo me se il famoso dibattito di micromega tra Flores d'Arcais e il cardinale Ratzinger fece il pienone . Dibattere con gli atei non vuol certo dire svendere la fede, ma perchè questo non accada il dibattito non deve veder coinvolti i soliti nomi cosiddetti del dialogo, coalizzati contro l'oscurantismo clericale tradizionalista, che finiscono col darsi ragione e man forte a vicenda.
Vedo un pò defilato il neonato consiglio per l'evangelizzazione dell'occidente, che secondo me potrebbe in qualche modo farsi promotore di questo genere di impresa. Non si creda, le dispute vere tra credenti e non credenti sono appassionanti

Ambrosiano, ma cattolico ha detto...

Io ribadisco il concetto che l'iniziativa era una vetrina di lancio per Ravasi, per ottenere la nomina a Milano.
Ho l'impressione di una iniziativa carrieristica, che finisce lì.

Anonimo ha detto...

l'iniziativa é stata voluta dal papa in realtà, poi ti dirò qui a forza di essere atei si è finiti anche per perdere l'anticlericalismo e a parte l'èlite, molti atei son ben disposti al dialogo, ma un dialogo vero. Non a caso una nota atea francese, professoressa di psicanalisi alla sorbona, che riconosce il suo desiderio di conoscere di più la tradizione della chiesa ha detto che non solo bisognerebbe rendere fisso l'appuntamento in francia, ma anche negli altri stati europei, magari nei centri culturali, oxford, granada, ratisbona liegi, bologna ecc proprio per risvegliare quell'anima o quell'"esprit" europeo. in modo che il dibattito avvenga a livello europeo, senza però perdere in efficacità locale. Sinceramente anch'io ero un po' scettico, anche se le varie iniziative di ravasi alla fine mi sono sempre piaciute, ma qui a Parigi non mi aspettavo veramente un risultato del genere, ma va salvaguardato dalla chiesa francese, so che è difficile,ma altrimenti si spegnerà presto. radio notre dame sembra radio radicale. Parlando della beatificazione di gpii , non è che si discutesse se fosse giusto o meno presto o tardi, ma semplicemente che la chiesa dovrebbe smettere con queste pratiche medievali dei santi e dei miracoli.Per non parlare degli ospiti solo e sempre di sinistra. Quando parlano di tarnsustanziazione parlano al condizionale. Ogni volta mi viene la bile. L'unico movimento cattolico politico che c'è in francia é il solo che ha osato chiedere alla Conf episc Franc di trasformare le chiese in moschea il venerdi. Neanche i verdi e i comunitsi hanno osato chiedere tanto

Max