martedì 15 marzo 2011

Don Guglielmo, prete scomodo «fatale» per lui la messa in latino (Gazzetta del Mezzogiorno)

Don Guglielmo, prete scomodo «fatale» per lui la messa in latino

«Mi chiamo M. Carolina Bellusci e scrivo come portavoce di un gruppo stabile di fedeli cattolici della città di Foggia, che amano la forma straordinaria del Rito romano... »: comincia così il ricorso che un gruppo di fedeli (24 firme) della parrocchia di san Luigi presentò circa un anno fa contro il trasferimento del parroco, don Guglielmo Fichera.
Il ricorso fu indirizzato alla Commissione Ecclesia dei, l’organismo incaricato di far applicare il Motu Proprio di Papa Benedetto XVI sulla celebrazione della messa in latino. Un destinatario scelto perchè don Guglielmo Fichera, da circa un anno trasferito da San Luigi a Monteleone di Puglia, celebrava a Foggia la messa di S. Pio V: «Dal 14/9/07, data che segna l’entrata in vigore del Motu Proprio - riassume il ricorso - fino al 24/10/09 (data del trasferimento di don Fichera ndr), al suddetto gruppo stabile è stata garantita ininterrottamente e quotidianamente la partecipazione alla messa secondo il Rito romano antico, nella parrocchia di S. Luigi Gonzaga, messa di San Pio V celebrata dal parroco, don Guglielmo Fichera, tutti i giorni, feriali e festivi». La partecipazione alla messa raggiungeva, dice il ricorso, «punte di 80-90 persone».
E la messa in latino, da Foggia andava anche in trasferta «in missioni in molte città e regioni italiane, dovunque sia stata chiesta la celebrazione della messa di San Pio V». Poi, «lo “strappo” operato dal Vescovo», di cui si riferisce la presunta «notoria posizione pregiudiziale ed ostile al Motu Proprio», che ha «indebitamente suggestionato ed influenzato tutta la Diocesi e la mentalità di tutti i preti diocesani». Da questo, per i ricorrenti, è derivato il trasferimento di don Gugliemo: «La vera motivazione dello spostamento di don Guglielmo, seppur equivocamente ben mascherata da motivi tecnico-formali ed ufficiali - si specifica nel ricorso - è tuttavia da ricercare essenzialmente e principalmente nell’ansia, nella fretta e nell’ostinata volontà di impedire la celebrazione della messa di S. Pio V nel centro della Diocesi, a Foggia, lì dove era ampiamente seguita ed apprezzata».

Nel ricorso si dice anche, tra l’altro, che l’intero Consiglio episcopale diocesano è composto da membri ostili alla messa in latino, che il Motu Proprio non è mai stato presentato nella Diocesi, che ripetutamente è stata fatta richiesta ufficiale al presule di ristabilire a San Luigi la celebrazione della messa secondo l’antico rito, che per questo sono state raccolte anche 500 firme, che «non è vero che Don Guglielmo era l’unico a cui scadeva il mandato (ad altro parroco, che scadeva insieme a lui, è stato prolungato il mandato per un anno). E non è vero che era l’unico che poteva andare a Monteleone di Puglia».
Rilievi circostanziati, affermazioni sostenute da prove cartacee, filmate e anche da... certificati medici e radiografie. Quali? Quelli prodotti dai ricorrenti nel settembre 2010, a integrazione del ricorso all’Ecclesia dei, dai quali risulta che l’anziano parroco di Monteleone sostituito da don Guglielmo, il 24 luglio 2009 (referto radiografico) non aveva nulla; il 25 luglio 2009, cioè il giorno successivo, aveva «una condizione di salute catastrofica», come attesta un certificato medico «senza essere accompagnato da nessun riscontro di esami clinici».
Sulla vicenda non c’è stata alcuna decisione: la Ecclesia dei non è intervenuta, l’arcivescovo Tamburrino non ha mai incontrato i ricorrenti, don Gugliemo resta a Monteleone e, fatto singolare, la messa in latino non si celebra più, nè a San Luigi, tanto meno in altre parrocchie cittadine. Eppure è un rito voluto dal Papa: possibile ignorarlo? [a.lang.]

© Copyright La Gazzetta del Mezzogiorno, 15 marzo 2011 consultabile online anche qui.

Beh, un anno e' un tempo lunghissimo. C'e' da augurarsi che l'Ecclesia Dei risponda senza ulteriori indugi.
R.

11 commenti:

Caterina63 ha detto...

Sembra di assistere a due scene del Calvario di Nostro Signore +

- Gesù interrogato, non rispondeva...
potrebbe sembrare la posizione dell'Ecclesia Dei ^__^ il chè mi suggerisce di incoraggiare queste Persone a non lasciarsi sommergere dalla sopraffazione di un processo FARSA.... ( quello contro Padre Fichera) e di attendere FIDUCIOSI perchè i TEMPI DI DIO non sono quelli che spesso ci attendiamo;

- Gesù sulla Croce avverte questo isolamento: DIO MIO, DIO MIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO?
e questa potrebbe essere la posizione di questo Gruppo che si sente, a ragione, ABBANDONATO in questo caso dalla Gerarchia...
ma anche in questo caso la risposta del Signore non si fa attendere: PADRE, PERDONA LORO; NELLE TUE MANI RIMETTO IL MIO SPIRITO...
ed è questo l'atteggiamento PRUDENTE che suggerisco a questo Gruppo al quale giunge tutta la nostra solidarietà e preghiera...

Santa Quaresima!

Anonimo ha detto...

Ma per i Vescovi applicare il Motu Proprio"SUMMORUM PONTIFICUM" è facoltativo o è un obbligo? Se è un obbligo mi pare evidente che ci si trovi di fronte ad un comportamento disobbediente.

Caterina63 ha detto...

Esatto Anonimo....
alcuni Vescovi stanno disobbedendo al Pontefice....

DANTE PASTORELLI ha detto...

Don Guglielmo, inoltre, ha la gravissima colpa di dirigere un mensile, "Fede e Cultura", non in linea col neo-modernismo.

Anonimo ha detto...

Disubbidire è lecito....quando l'eccellenza apertamente critico al Mp o che si prende libertà su nomine che spettano solo al pontefice viene promosso CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA .

Che tristezza !!!!!

Anonimo ha detto...

Non è una novità. Ubbidire costa a tutti e sta diventando fuori moda ultimamente, anche nella Chiesa.

Anonimo ha detto...

PER SEGUIRE L'ATTIVA E LE MEDITAZIONI DI DON GUGLIELMO CLICCATE SU WWW.FEDEECULTURA.IT

Anonimo ha detto...

Se siete perseguitati, state percorrendo la strada giusta! Se nessuno vi disturba, vi ostacola, vi perseguita, state percorrendo una strada troppo larga per essere quella indicata da Gesù.
Don Guglielmo penso che dalla persecuzione subita ( non ancora terminata!) abbia potuto dedurre che il suo percorso spirituale sia quello giusto. Beato chi sceglie di seguirlo! Andiamo tutti a...sbirciare nel suo sito:WWW.FEDEECULTURA.IT, chissà che non sia la "medicina" giusta per combattere e sconfiggere il male dei ns tempi. BUONA GUARIGIONE A TUTTI NOI

Anonimo ha detto...

L'obbedienza stà anche nell'accettare, come San Pio da Pietrelcina, le decisioni anche se ingiuste che vengono dai superiori.

Giovanni Addorisio ha detto...

Mi chiamo Giovanni Addorisio di Monteleone Puglia ma vivo in Toronto Canada ho avuto il piacere di conoscere Don Guglielmo nel 2009 durante una visita al paese e debbo dire che egli e' un uomo di Integrita'e di culto purtroppo il clima del paese non e' di aiuto e capisco la sua ragione di trasferimento ho avuto modo di leggere articoli sul web sul fatto messa in latino la mia curiosita' sta nel sapere la modernanizazione della"Cristianita'" ha un Confine di Visione?se oggi siamo Cattolici Cristiani e' dovuto ad un Rivoluzionario chiamato Gesu' Cristo lascio a voi ricordare che fine e morte che ha fatto.La persecuzione Continua??Giovanni Addorisio Toronto Canada

Giovanni Addorisio ha detto...

Sono Giovanni Addorisio da Toronto Canada voglio ringraziare il vostro sito per aver fatto presente l'articolo per Don Guglielmo spero che possa servire a qualche cosa specialmente nela guida per i giovani di Fede Cristiana.Come menzionato ero andato a Monteleone nel 2009 per fare dei filmati di luoghi per un mio Film di cui ho impiegato 40 anni nel capire e 10 anni nel scrivere"L'Ultimo CREDO"Per via di un incontro che feci nell'estate 1960 Rione "Fontana Vecchia"
Sintesi:io insieme ad altri ragazzini giocavamo a pallone ad
tratto si avvicino'alla fontana um "Mendicante un tipo un po' curioso vestiva diverso dopo un colloquio con noi ragazzi io ho insistito che LUI mi dicesse il suo nome.
La sua risposta e' stata "IL MIO NOME E' TOMMASO E DEBBO CAMMINARE LA TERRA FINCHE' I QUATTRO POLI NON SI CONGIUNGANO PERCHE' NON HO CREDUTO. Il resto l'ho scritto nel mio racconto e un libro che mettera alla prova l'Edentita'della Fede Cristiana. Distinti Saluti Giovanni Addorisio